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Lo scioglimento dei ghiacciai
JLV


    Il ghiacciaio della Cima Fradusta nel 1954


Fa più impressione il figlio del vicino di casa che si schianta con la moto che 30.000 morti per un terremoto in Kugiristan. Non è giusto ma è così.
Allo stesso modo, anche se tutti abbiamo negli occhi i crolli nel mare di enormi porzioni della banchisa polare, non è inutile guardare quello che sta accadendo, anzi ormai è già accaduto, a casa nostra.

Il ghiacciaio di Cima Fradusta nelle Pale di San Martino era per estensione il secondo delle Dolomiti dopo quello della Marmolada: 100 ettari, 1 milione di metri quadrati, nel 1927. Ai suoi piedi un laghetto morenico di dimensioni variabili a seconda delle stagioni.
Il ghiacciaio si estendeva dai 2900 metri della vetta a 2600 e questa, agli inizi del secolo, era la quota della neve perenne, ora non pił. Inoltre, al contrario di altri, non era incastonato fra altre montagne e non era quindi alimentato anche da valanghe e slavine.
Oggi il laghetto non esiste più ed anche il ghiacciaio, ridotto a poco più di 20 ettari nel 1994, spezzato in due nella calda estate del 2003 è ridotto ormai a poche chiazze di ghiaccio.

Del laghetto Monica Sargentini sul 7 del Corriere della Sera riporta il racconto dello studioso Erwin Filippi Gilli che nell'estate del 1994 ha assistito alla sua quasi scomparsa: “Tra il 21 agosto e il 12 settembre le perdite del fondo erano tali per cui il suo livello si era abbassato di 11 metri… Non siamo mai riusciti a capire dove sia finita tutta quell'acqua&: stiamo parlando di 350.000 metri cubi”.

JLV


    Foto dal 7 del Corriere della Sera



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  7 ottobre 2021