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Vi presento Yape, il robot-postino
Tania Marinoni



È alto meno di un metro, pesa 50 kg e ne può trasportare fino a 10. Ricorda un cubo.
Il primo robot-postino è un drone di terra a guida autonoma, si chiama Yape (acronimo di Your autonomous pony express), è alimentato ad energia elettrica e vanta un'autonomia di circa 80 km.
Le due ruote auto-bilanciate gli permetteranno di sfrecciare, nei prossimi sei mesi, alla velocità di 6 km all'ora, dentro Uptown, il quartiere high-tech di Cascina Merlata.

Potrà circolare in ambito urbano, grazie a Sperimentazione Italia, la piattaforma online nata con il Decreto Legge Semplificazione e Innovazione Digitale del luglio 2020, per autorizzare rapidamente progetti innovativi. In questo caso, di fondamentale rilevanza è stata la collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità, quello dello Sviluppo Economico, il Comune di Milano e il Dipartimento per la Trasformazione Digitali. Gli obiettivi alla base di questo meraviglioso progetto sono la riduzione del traffico e dell'inquinamento, la creazione di un sistema di consegna smart (nei settori del food e del beverage, dell'alimentazione insomma) direttamente a domicilio, per coloro che hanno difficoltà a muoversi dalla propria abitazione.

I prossimi sei mesi saranno fondamentali per Yape: il robot mapperà il territorio, acquisirà familiarità con i percorsi e riconoscerà gli ostacoli da evitare. Sarà monitorato da tecnici, che, oltre a verificarne la carica delle batterie e la posizione, potranno anche interagire, attraverso una telecamera e un altoparlante, con chi incontrerà il robot. Terminata la prima fase, il drone potrà consegnare le merci ai residenti di Uptown, grazie ad una collaborazione con i commercianti locali. Nei successivi sei mesi, presterà servizio, con altri droni gemelli, all'interno del comune di Milano.

La creatura dell'azienda Yape, appartenente al gruppo e-Novia, si avvalerà quindi del suo sistema di telecamere integrate, per rilevare ostacoli fino a 150 metri e per dare la precedenza agli incroci. Il punto di forza di Yape risiede infatti nella possibilità di interagire con i sensori della città, come quelli posizionati sui semafori, creandosi così una sorta di mappa urbana, aggiornata in tempo reale. Il robot “sfreccerà” inizialmente a Cascina Merlata, per poi muoversi su tutto il territorio di Milano. Trasporterà cibi caldi e freddi, ma anche medicinali, grazie al suo scomparto interno climatizzato. Una volta giunto a destinazione, richiederà solo la scansione di un QR code, che permetterà l'apertura del vano contenitore e la consegna delle merci.
Se le sperimentazioni si concluderanno con successo, potremo aspettarci di vedere nei prossimi anni flotte di droni in circolazione sull'intero territorio nazionale? Probabilmente sì, soprattutto nelle grandi aree urbane: i luoghi candidati a fruire fin dal principio del servizio.

Una tecnologia possibile, un tempo, solo nei film di fantascienza sta per diventare presto familiare. Ma cosa c'è dietro un simpatico cubo con le ruote, che presto consegnerà prodotti alla porta di casa? Chi conosce molto bene Yape sono due giovani Alumni del Politecnico di Milano, che collaborano con il gruppo di ricerca MOVE. Filippo Parravicini, dottorando in Ingegneria dell'informazione e Luca Mozzarelli, dottorando del dipartimento di Elettronica e Informazione. I ricercatori iniziarono ad occuparsi di Yape durante la frequenza di un corso al quinto anno del percorso di laurea. Proseguirono, in seguito, nell'ambito del dottorato.
Il movimento del robot, afferma Filippo Parravicini, consiste in un complesso sistema di algoritmi di stabilizzazione e di controllo, che consentono di governare il drone. La complessità è data proprio dal fatto che il robot si muove su due ruote e si rivela quindi instabile nel mantenere in verticale il carico durante la navigazione. Il movimento per Yape è una continua e laboriosa risoluzione di problemi, che vanno dalla localizzazione fino alla gestione della traiettoria, possibile sia in ambienti angusti, sia sui marciapiedi. E tutto ciò, prosegue Filippo, deve avvenire con precisione centimetrica. Un'ulteriore criticità è rappresentata dal fatto che i percorsi non sono efficacemente regolamentati come avviene per le auto a guida autonoma su strada. La navigazione su marciapiede e l'interazione con umani richiede infatti lo sviluppo di tecniche e di algoritmi più sofisticati. La progettazione di Yape rappresenta quindi una grande sfida, che un team di oltre settanta ingegneri ha vinto e sta vincendo ogni giorno.

Sono trascorsi quattro anni e mezzo dal dicembre 2017, quando il R2-D2 italiano, emulo di quello famoso di Guerre Stellari, portò a termine con successo la sua prima consegna simbolica. Avvenne su un percorso di 400 metri, a Cremona, tra la sede della Confcommercio e il Municipio.
Adesso, non ci resta che attendere. Il futuro bussa letteralmente alla porta… e su due ruote.

Tania Marinoni


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  24 luglio 2021