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Re Laurino e l'enrosadira
JLV



Molto, molto tempo fa in Val di Fassa esisteva un popolo di nani governati dal saggio re Laurino, re Laurin in ladino, che estraeva cristalli e gemme dal Vaiolon, Catinaccio in italiano, Rosengarten per i tedeschi.
Il re negli anni aveva realizzato uno splendido giardino di rose che copriva tutto il Vaiolon.

Qui le versioni della saga non sono concordi, la più accreditata racconta che il re, ad una festa dov'era riunita tutta la nobiltà della regione, si invaghì follemente di Similda, figlia del re dell'Adige, la rapì e fu inseguito da tutti i cavalieri partecipanti alla festa che lo raggiunsero proprio sul Vaiolon.
Laurin, con la sua cintura magica che gli dava la forza di dodici uomini, affrontò la battaglia, quando però stava per soccombere al numero soverchiante dei nemici indossò il mantello che lo rendeva invisibile e tentò la fuga.
I nemici però riuscivano a vedere dov'era proprio a causa delle rose che calpestava e così segnavano il suo passaggio.
Laurin fu catturato e messo in catene ed allora lanciò una maledizione per la quale il giardino non si sarebbe mai più potuto vedere né di giorno né di notte… ma si dimenticò il tramonto per cui ancora oggi al tramonto possiamo vedere sul Vaiolon, ma anche sulle altre cime dolomitiche, il mitico giardino delle rose di re Laurin.
Questa è l'enrosadira.
Oggi il re vive in esilio a Bellamonte, non lontano da dov'era il suo regno, nei bellissimi prati fioriti d'estate e candidi in inverno ove il sole, nei giorni più corti dell'anno, sorge alle 9 del mattino e tramonta alle 4 di sera.

JLV



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  26 luglio 2022