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il vicolo tribunali all'inizio, lato Castel Capuano


Ma questo è un vicolo?
La Via dei Tribunali a Napoli
a cura di Toti Iannazzo


compressore sulla parete
pio monte: interno
Napoli e Palermo, delle mille città che ho conosciute, sono le più straordinarie. Nel senso che lì ti può accadere qualcosa che i napoletani o i palermitani considerano normale, ma che non può accadere in nessun'altra città, e che ha, proprio per questo, dello straordinario.
Entri in un vicolo, stretto, buio, spesso sporco. Una sequela infinita di negozietti e di bancarelle stracolmi di merce di tutti i generi. Salumi, detersivi, dolciumi, frutta, pupi del Presepe, sigarette di contrabbando, abbigliamento, calzature. Dai balconi pendono, ad asciugare, lenzuola e biancheria. Ogni centimetro quadrato è occupato, tanto che il salumaio deve fissare - e nessuno glielo impedisce - il compressore del suo frigorifero in alto, sulla parete, magari a ridosso del portale di un dignitoso palazzo settecentesco.
E sin qui poco di strano: potrebbe, quasi, accadere anche altrove. Ce ne sono tanti di vicoli così, in molte città del mondo. Ma solo a Napoli o a Palermo ti può accadere che in un vicolo così poco allettante se non per il folklore, accanto ad un negozio straboccante di merce si apra, preceduto da un dignitoso portale o da una facciata che ne denuncia l'antica origine, un vero e proprio tesoro d'arte: un monastero o una chiesa che sono dei veri e propri scrigni. Racchiudono capolavori che mai ti aspetteresti di trovare proprio lì, e che in nessun'altra città troveresti lì.

Prendiamo, a Napoli, la Via dei Tribunali, uno stretto vicolo, dritto, lungo più di un chilometro. Entrandovi da Castel Capuano, il palazzo di giustizia che gli dà il nome, si percepisce subito l'atmosfera del tipico vicolo partenopeo; ed è quasi un riflesso condizionato portare la mano alla tasca del portafogli per assicurarsi che sia ben chiusa. Intanto automobili e motorette si incrociano e ti incrociano, costringendoti a mò di sogliola contro il muro più vicino. Per un paio di centinaia di metri vai avanti così, affascinato dalla folla che ti si muove intorno, freneticamente indaffarata. Ti colpiscono anche i colori: delle bancarelle di frutta e verdura sopratutto. E le grida degli imbonitori che magnificano la loro merce e i loro prezzi.
Ed ecco d'un tratto, preceduto da un severo portico, il Pio Monte della Misericordia. Se, com'è successo a me, ne varchi l'ingresso senza aver prima consultato la guida, rimani di stucco: un silenzioso, armoniosissimo ambiente ti accoglie. E' una cappella a pianta ottagonale, sulle cui sette pareti (l'ottava è quella dell'ingresso) fanno bella mostra di sé altrettanti quadri. Allora ti fermi e dai freneticamente di piglio alla guida. E apprendi che il quadro che hai di fronte, quello dell'altare maggiore, è niente meno che un Caravaggio, Le sette opere della Misericordia, che rappresenta appunto le opere di misericordia, secondo le finalità dell'istituzione cui la cappella appartiene. Sulle altre pareti belle opere di altri caravaggeschi, alcuni molto noti, come Luca Giordano. Ma, a parte il valore delle opere, quel che ti sorprende è l'ambiente: quieto, ordinato, elegante, prezioso.

caravaggio:le sette opere della misericordia
chiesa di s.lorenzo maggiore
Ne esci quasi stordito: perché ti sei reso conto, nel frattempo, che quello in cui sei entrato non è un vicolo napoletano qualsiasi: c'è, sì, anche il colore locale che cercavi; ma c'è di più, molto di più. E da quel momento quel vicolo lo guardi con occhio diverso.
Non c'è molta strada da fare per avere conferma a questa sensazione. Dopo altri duecento metri (lungo i quali, se vuoi, puoi visitare - è vicinissimo - il Duomo, quello del Miracolo di San Gennaro, che ospita anche molte importantissime opere di pittura e scultura; nonché la chiesa dei Girolamini, altrettanto ricca) si arriva infatti alla chiesa di San Lorenzo Maggiore. "Qui - dice la guida del Touring - Giovanni Boccaccio incontrò Fiammetta e, nell'annesso convento, soggiornò Francesco Petrarca....". E ciò, da solo, dice quanto è antica questa chiesa; che ha però subìto, nel corso dei secoli, tali e tanti rifacimenti, aggiunte, modifiche - tra cui, immancabili, quelle barocche - da costituire (sono ancora parole della guida del Touring) "uno straordinario esempio di stratificazione architettonica". Innumerevoli le opere che vi si possono ammirare.
Proprio di fronte, sull'altro lato del vicolo, c'è la chiesa di San Paolo Maggiore, preceduta da una monumentale scala barocca, e ricca anch'essa di quadri e statue della stessa epoca.
Tralascio altre importanti chiese e cappelle che si trovano lungo questo particolarissimo vicolo, e salto alla sua fine, circa quattrocento metri oltre la chiesa di San Lorenzo. Dove, se ce ne fosse bisogno, questa sua particolarità ha una nuova conferma. Ti può capitare, com'è capitato a me, di sentire nell'aria il suono di un pianoforte. E' uno studente che si esercita. C'è infatti, proprio lì, una delle più grandi istituzioni italiane - e forse mondiali - per lo studio della musica: il famosissimo Conservatorio di S. Pietro a Maiella. Che io sapevo essere a Napoli, ma che mai mi sarei aspettato di trovare in un vicolo come il Vicolo Tribunali. Da qui sono passati i più grandi musicisti italiani: Cimarosa, i due Scarlatti, Pergolesi, Paisiello, Bellini.
Né il Vicolo Tribunali è l'unico con queste caratteristiche. Proprio a cento metri, ad esso parallelo, ce n'è uno simile: Spaccanapoli (in verità questo è il nome con cui comunemente lo si indica a Napoli; ma nella toponomastica ufficiale assume vari nomi lungo il suo percorso). Qui, assieme a tante altre cose degne di ammirazione, c'è il famoso Monastero di S. Chiara, con annesso l'altrettanto famoso chiostro delle Clarisse, ornato da splendide maioliche variopinte, abbastanza ben conservate.

chiesa di s.paolo maggiore: la scalinata  chiostro di s.chiara

N.B. Le foto sono dell'autore eccettuati la vista interna del Pio Monte ed il quadro di Caravaggio, riprodotti dal sito:
http://xoomer.virgilio.it/momovim/Architettura-BeniCulturali/PioMonteDellaMisericordia.htm



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  20 marzo 2004