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lampedusa


Lampedusa
a cura di Lanfranco Orsatti


Lampedusa fa parte, assieme a Linosa ed allo scoglio disabitato di Lampione, delle isole Pelagie. Sono la propaggine piu' meridionale dello stato italiano, a sud di Tunisi. Geologicamente appartengono alla piattaforma africana.
Vista dall'alto Lampedusa e' un parallelepipedo di roccia piatta, alto sul mare, privo di vegetazione. Una “portaerei” senza motori, disposta da Est ad Ovest, quindi a circa 90 gradi rispetto alla disposizione prevalente dell'Italia. L'aereo, per potere atterrare, deve fare una grande virata, piegandosi paurosamente. Guardo preoccupato in basso, perche' l'isola mi sembra piccola (in realta' e' lunga 11 km anche se piuttosto stretta) e non vedo pista di atterraggio. La pista ovviamente c'e', ma molto corta, costruita come base dei caccia italiani durante la seconda guerra mondiale. L'aereo sorvola a pelo radente l'unico centro abitato fino a sfiorare le antenne televisive; una volta superata l'ultima casa si butta a precipizio sulla pista: una gran frenata, inversione del moto delle turbine, un rumore pazzesco e ci fermiamo a pochi metri dal termine, prima di finire in mare.
Quando scendo rimango stordito per il calore, la luce, l'odore di salsedine, oltre che per la paura che ho avuto poco prima.
Quelli dell'albergo sono venuti a prenderci con delle mehari, piccole jeep Citroen degli anni '60, con la carrozzeria di plastica ed il raffreddamento ad aria, le uniche in grado di sopravvivere in questo clima. L'albergo e' molto bello, dodici dammusi a picco sul mare, ventiquattro ospiti. Severamente vietati: ragazzi con meno di diciotto anni, radio e TV. Ho la netta impressione che, se ti sorprendono con una piccola radiolina portatile, ti buttano a mare, tipo rupe Tarpea.

lampedusa                  lampedusa

Ogni mattina alle 10 andiamo al porto dove ci aspettano due grosse barche a motore. Passiamo tutta la giornata in mare, facendo il bagno nelle calette. A mezzogiorno il marinaio cucina il pranzo, rigorosamente a base di pesce freschissimo. Verso le cinque rientriamo, una doccia, poi si piglia una mehari per l'aperitivo in paese. Il momento magico e' il tramonto, dalla terrazza dell'albergo: la sfera gigantesca scende lentamente in fiamme nel mare, che si tinge di viola (oinokos mi sembra lo chiami Omero). Prima d'ora un colore simile lo avevo visto solo a Capo Vaticano ed in un'isola greca.
Si cena tutti assieme, di nuovo solamente pesce, seduti ad un grande tavolo di legno massiccio, e questo permette di sviluppare ulteriormente le amicizie e le inimicizie che la coabitazione in barca ha gia' favorito. Dopo cena si legge, alcuni giocano a carte, altri, come mia moglie, scrivono poesie: nel salotto ci sono grossi quaderni a questo scopo. Ma si va a letto presto perche' otto ore di mare stancano molto.
Dopo sette giorni di questa vita sono rinato nel fisico e nello spirito.
Lampedusa ha una sola spiaggia degna di questo nome, ma molto bella, la spiaggia dei conigli. E' quella dove ogni anno, in estate, vengono le tartarughe marine a depositare le uova. Allora arrivano anche torme di ragazzi della associazioni ambientalistiche, italiani e non. Recintano i luoghi dove le uova sono state depositate, piantano vicino le tende, fanno la guardia giorno e notte fino alla schiusa e guardano minacciosamente ogni turista che provi ad avvicinarsi.
Lampedusa e' anche una importante base di una flotta peschereccia. Amano molto andare sui bassi fondali, molto pescosi e vicini, della Tunisia; i quali tunisini si incavolano a morte ed ogni tanto sequestrano una barca. Forse e' per questo motivo che i pescherecci di Lampedusa sono fatiscenti e rugginosi: se li piglino pure!
Ricordo che, un giorno, un peschereccio individuo', con gli strumenti di bordo, un gigantesco banco di gamberoni giganti, quelli che, una volta cotti, prendono un colore rosso fiamma. La notizia fece il giro dell'isola in un battibaleno. Finche' fu possibile li trasportarono in aereo a Milano e Roma, ma erano troppi e allora cominciarono a svenderli in paese. Mangiai gamberoni alle brace finche' mi uscirono dalle orecchie.
Andiamo anche a Linosa, la sorella minore, che e' veramente molto piccola A differenza di Lampedusa e' di origine vulcanica e quindi un poco piu' verde; ma, come Lampedusa, e' priva di sorgenti d'acqua. Gli abitanti, per meglio sopportare la solitudine in cui vivono quando la stagione turistica e' finita, hanno dipinto tutte le case di colori mediterranei, pastello: un trionfo di rosso, ocra, azzurro, verde e quant'altro: un inno alla vita!

isola dei conigli

Post Scriptum: Lampedusa ed il film Respiro
Il film Respiro di Emanuele Crialese, ambientato a Lampedusa, è stato la sorpresa del 2002: è piaciuto ancor più all'estero che in Italia, ed i siti di cinema della rete sono pieni di recensioni laudative. Una sorpresa paragonabile a quella offerta da Mediterraneo di Salvatores, che è del 1991, e che era ambientato in una isola greca assai vicina alla Turchia.
Ma le analogie finiscono qui, si tratta di film assai diversi. Semmai, Respiro ha delle analogie con Stromboli di Rossellini: in entrambi i film gli attori - tranne la protagonista - sono non professionisti, e la storia è quella del disagio di una giovane donna e delle sue difficoltà nei rapporti con gli abitanti dell'isola.
Il titolo del film, all'estero è stato modificato: Grazia's Island, La Isla de Grazia, Lampedusa. Non si può parlare di Respiro senza parlare di Lampedusa - del mare, della natura e degli abitanti - perché il legame è inscindibile, come appare in tutti i brani che ho scelto fra i tanti disponibili in rete.
(p.c.)

Central do Cinema
Recensione di Roberto Donati
Isola di Lampedusa: nella comunità locale, le innocue stranezze di Grazia (una Golino magnetica e intensissima), donna innamoratissima del marito Pietro (un Amato altrettanto passionale) e dei suoi tre figli e forse epilettica, vengono viste come una sorta di pazzia/maledizione/iattura, tanto che verrà spinta ad andare a Milano per curarsi. Il figlio Pasquale, però, le trova un rifugio in una grotta e la ricerca di lei sarà tanto tenace quanto disperata. Ispirato a una favola siciliana e vagamente sospeso in un Meridione anni '60 che potrebbe essere benissimo quello di oggi, Respiro è una folgorante storia d'amore e, soprattutto, un grandissimo poema sul mare e sul suo influsso sulle persone che da sempre ci hanno coabitato. Il trentaseienne Crialese, laureato in cinema a New York, trasfigura personaggi di stampo quasi verghiano in una tragedia che non si compie mai veramente e che ha qualcosa di profondamente omerico per dimensione mitologica, statura allegorica e semplici caratteristiche fisiche e fisiologiche.
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Il mare è Grazia (ovviamente, un nomen omen), un minerale dalla febbrile fisicità e dalla pulsante vividezza che trabocca, oltrepassa i confini umani e, quindi, non può essere contenuto nella limitata morsa della ragione. E, come nell'anima di Grazia, Crialese ci si immerge in questo mare, senza comprenderlo accecato dalla sua bellezza ma per questo non senza amarlo: profondità abissali o distesa di cobalto in cui è possibile risalire al cuore di tenebra di sé stessi, in cui l'uomo sa di profanare, con rispetto e devozione, un tempio di culto e in cui sa di potersi ritrovare o perdere definitivamente.
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lampedusa                  lampedusa

Altro Cinema
Intervista ad Emanuele Crialese di Barbara Sorrentini
Scogli bianchi e grandi, piatti, aguzzi e a precipizio. Acqua celeste, a volte verde, oppure blu. Cielo: azzurro, terso e luminoso. Case: bianche anche quelle; e le finestre? Turchesi. Viottoli di paese e strade sterrate. Al porto stanno i pescatori, sugli scogli si inseguono le bande di ragazzini. Le donne in casa, nel cortile o alla fabbrica del pesce. Questa è l'isola di Lampedusa che fa da sfondo al film di Emanuele Crialese.
La storia di Respiro gira intorno ad una donna, moglie e madre di tre figli, due di questi sono i ragazzini delle bande mentre la più grande è un'adolescente. Grazia, la madre interpretata da Valeria Golino è considerata pazza dagli abitanti dell'isola, ma è adorata dai figli e dal marito che giustificano i suoi comportamenti bizzarri.
Emanuele Crialese per questo film ti sei ispirato ad una storia vera, puoi raccontarla?
La storia nasce da una leggenda, che io ho ascoltato a Lampedusa, che parlava di questa donna madre di famiglia che ad un certo punto, secondo la comunità, ha dato fuori di testa. Però nessuno sull'isola mi sapeva spiegare che cosa volesse dire “andare fuori di testa”, anche perché non sembrava che la donna facesse delle cose particolari, ma la gente premeva per farla mandare a Milano a curarsi. Un giorno la donna è sparita dall'isola e non se ne è più avuto notizia. La comunità si è sentita in colpa e ha pregato così tanto che un bel giorno questa donna è ricomparsa.
Questo è lo spunto iniziale di “Respiro”, io poi gli ho dato una visione più laica, cercando di dare un luogo e una spiegazione alla sua scomparsa. Ho voluto dare una visione molto personale di quello che secondo me poteva essere successo a questa donna tra la sua sparizione e la sua ricomparsa.
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Torniamo ancora a “Respiro” perché volevo sapere da dove viene la suggestione del titolo.
Originariamente il titolo doveva essere “oscià”, che è un modo di dire dei lampedusani, soprattutto tra gli uomini. Quando ci si incontra si dice “oscià”, che significa “respiro mio”, “gioia mia”; è un modo molto tenero di salutarsi. Io volevo intitolarlo così, poi il produttore Domenico Procacci mi ha consigliato di trovare un titolo un po' più comprensibile per tutti e così lo abbiamo tradotto con “Respiro”.
Peccato era bello oscià
Eh lo so, lo so…

valeria golino in respiro di crialese

Eye Net
As he developed the movie in Lampedusa, Crialese also had to wear down the reluctance of his future cast members. "A lot of them were like, 'What the fuck? We're fisherman, we're hunters, we're men -- what do you want from us? How can you possibly know about us?” Communities on islands are like races apart. They're not Sicilians -- they're Lampedusians. They're 4,000 of the same spice. They're all connected by family -- each of them has some drops of blood of the others. You're really a stranger to them, even if you speak the same language. Respiro isn't even in Italian -- it's in dialect."
Crialese also began to hear versions of a local legend about a young mother whose behaviour offended the community and who disappeared from the beach, leaving only her clothes. After a long absence and many prayers, she returned to her family. "I took this and tried to give it a rational instead of a religious sense," says Crialese. "The rest of the film is about places, atmosphere. Lampedusa has such a special energy -- all those white rocks and those cliffs. This was the perfect scene for a rough, primordial story."

La isla de Grazia
Lampedusa es una isla cercana a la costa occidental de Sicilia. Bandas rivales de muchachos juegan bruscamente entre los precipicios de la costa. Los hombres salen al mar y sus esposas trabajan en la planta de embalado de pescados. La diversión está restringida a los sábados por la noche. Para algunos, la vida en el pueblo puede ser, al mismo tiempo, cruel y reconfortante, sofocante y encantadora...
Grazia es la joven y afectuosa madre de una adolescente y de dos niños. Ella canturrea los éxitos de Patti Pravo y siempre encuentra formas de esparcimiento para sus hijos y para ella misma. Sin embargo, a causa de su libertad de espíritu, en el pueblo todos hablan de ella.
Cuando su conducta temeraria es erróneamente interpretada como una enfermedad, la familia de su marido decide que ella necesita tratamiento médico en la lejana Milán. Pero, Grazia no tendrá ninguna intervención en esto. Pasquale, su hijo de 13 años, buscará la manera de resguardar el enternecedor vínculo que los une...

casa a linosa

Fluctuat Net
Quelque chose d'intemporel et d'immémorial flotte dans les images du film, déchirées par les violentes couleurs primaires du pays : le bleu, le jaune et le rouge des bateaux de pêcheurs, mais aussi des vêtements des habitants de l'île, brûlés par le soleil du sud. Bien que le style de la réalisation reste toujours sobre, on ne frôle jamais un quelconque "documentarisme naturaliste". Nous sommes ici dans un village tellement typique et entier, préservé, qu'il en devient mythique. Grazia, dans sa générosité sans borne, c'est un peu la Mère, la nourricière. Elle trouve d'ailleurs le plus grand réconfort dans la mer, où elle plonge après chaque crise, et où elle disparaîtra à la plus grande inquiétude du village.
Mais, et c'est ce qui donne toute sa force au film, Crialese évite complètement de sombrer dans le symbolisme grâce à une qualité d'incarnation comme il nous est rarement donné d'en voir au cinéma. Charnels, solaires, les personnages du film sont avant tout des corps, évoluant dans une nature encore hostile et sauvage. Des corps contrariés, forcés et violentés, dont les mouvements perpétuels constituent un ballet d'amour, de haine, d'envie et de mort. En contre-point à cette énergie vitale, les scènes aquatiques, oniriques, sont comme des trêves dans ce monde de rites et de violence.

Le immagini di Lampedusa sono di Gianvincenzo Sparacia e si trovano sul sito Miramondo.

la scena finale di respiro



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  19 giugno 2004