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l'uscita dalla cattedrale


Venerd́ santo a Siviglia
10 aprile 1998
testo e foto di Lanfranco Orsatti


Di Giovedi' Santo arriviamo a Siviglia, molto in ritardo perche' il traffico aeroportuale e' ai limiti del collasso.
Ci cambiamo in fretta e andiamo nella citta' vecchia, attorno alla Cattedrale. I ristoranti sono al completo, niente da fare; allora ceniamo al bancone del bar di un ristorante, tapas e vino bianco freddo. Ricordo poche altre cene cosi' simpatiche e gustose.
In albergo troviamo un voluminoso documento con l'elenco di tutte le processioni, da quale chiesa ed a che ora partiranno; anche, al minuto, quando passeranno dalla tal via o piazza: piu' dettagliato di un orario ferroviario.
All'indomani, Venerdi' Santo, visitiamo la citta'. I turisti sono migliaia, di ogni parte del mondo, e gia' lunghe file di nero incappucciati nei loro neri sai si stano dirigendo ai punti di raccolta. Si avverte un senso di sospensione dell'animo, come in attesa che si compia un evento prodigioso. Le strade lungo le quali passeranno le processioni sono state transennate ed, ai lati, poste migliaia di sedie numerate che si possono prenotare per assistere a cio' che avverra'. Non ci pensiamo nemmeno: andremo dove ci portera' l'emozione.
Decidiamo per la processione della Cattedrale.
Alle sette di sera siamo in attesa, e con noi una folla strabocchevole. Alle otto la processione comincia ad uscire, l'evento prodigioso si va compiendo.

l'altare portato in processione

Lo spettacolo e' assolutamente straordinario. In realta' la processione e' fatta di tante processioni ed il centro di ciascuna e' un altare della Cattedrale, di dimensioni e peso smisurati, trasportato a forza di braccia e di gambe. L'altare ondeggia, gli uomini che lo trasportano avanzano strisciando ritmicamente i piedi. Mi rendo conto che senza questo sincronismo perfetto l'altare potrebbe rovesciarsi travolgendo i portatori e coloro che assistono assiepati a poche decine di centimetri.
Precede un uomo che, con parole cadenzate, da' il ritmo. La processione non riesce a fare piu' di 100 metri alla volta; ad un ordine secco i portatori si fermano e, tutti assieme, calano l'altare. Si riposano per un poco e poi, ad un nuovo ordine, tutti assieme si rialzano e, in uno sforzo mostruoso, lo sollevano e ripartono. Alcuni sono a piedi nudi.
Precedono ancora i notabili, in abito a giacca nero, cravatta nera, camicia bianca, come usa tra i popoli mediterranei. Poi ancora una lunga teoria degli uomini di nero incappucciati, nei loro pesanti sai neri, ciascuno con una candela accesa in mano. E poi preti salmodianti. E ancora la banda.
Ai lati la Guardia Civil.
Non credevo che avrei mai visto una cosa simile, anche se ne avevo letto e visto immagini. Una dimostrazione di misticismo impensabile, che coniuga il sacro con il profano, lugubre ma esaltante.
Alle nove ho appetito, penso che, del resto, la processione stia finendo. Ci rechiamo al ristorante, la cena e' ottima, in Spagna si mangia veramente bene, in questo noi e loro ci somigliamo. Verso le undici usciamo e andiamo a vedere che ne e' successo della processione.

gli incappucciati

Incredibile ma vero! La processione sta ancora uscendo dalla Cattedrale; la testa, dopo parecchi chilometri, sta rientrando ma la coda sta ancora uscendo. Mi chiedo quante migliaia di persone si siano raccolte ed organizzate all'interno durante la giornata.
Travolto dall'emozione - la mia capacita' di emozionarmi e' pari a quella di impietrirmi - spintono parecchie persone e mi getto nel bel mezzo del percorso scattando foto a raffica. Ad un certo punto mi rendo conto con raccapriccio che l'altare ondeggiante e' a pochi metri da me: o mi scanso io o loro non lo potranno fare. Con un gran balzo mi getto all'indietro ed atterro sui piedi di una anziana signora americana che, prima, lancia un urlo e poi comincia a coprirmi di contumelie, meritate. Per mia fortuna la signora e' di uno stato del sud, Texas o Florida, e non capisco perfettamente la sua lingua quindi mi risparmio alcuni degli improperi che mi va indirizzando.
Verso le due di notte, stanchi ma contenti, ci avviamo verso la stazione dei taxi, insieme a tanti altri ed agli incappucciati che ritornano ai loro punti di ritrovo.
Domani si parte; ci attendono l'Alhambra e la Mesquita.

gli incappucciati            la processione



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  25 ottobre 2004