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Pantelleria - foto Franco Isman


Pantelleria
a cura di Franco Isman


Un'isola vulcanica, un vulcano sorto dal mare che, anche se non vi sono più state eruzioni dal 1891, presenta ancora numerosi fenomeni esogeni con emissione di vapori (le favare) e sorgenti calde sulla superficie, nelle grotte e sott'acqua. Del resto, a poca distanza, nel luglio 1831 era sorta dal mare l'effimera isola “Ferdinandea” (da Ferdinando IV, re delle Due Sicilie) che, dopo pochi mesi, sprofondava nuovamente sott'acqua; meglio così, perché già era nato un contenzioso fra le nazioni europee con rivendicazioni anche da parte dell'Inghilterra, che l'aveva battezzata “Graham” e della Francia che le aveva imposto il nome di “Julia”.

 
l'isola Ferdinandea su quadri d'epoca riportati da numerosi siti

Un'isola vulcanica: non esiste roccia che non abbia questa origine; il nero della lava prevale, ma esistono stratificazioni gialle e rossicce. Un'isola nel bel mezzo del Canale di Sicilia, a 37 miglia marine (1 miglio=1,853 km) dal continente africano e 47 dalla Sicilia; 13,7 km la massima lunghezza, 8 la larghezza, 836 m di altitudine la Montagna Grande.
7364 abitanti nel 2002, ma erano molti di più trent'anni fa e si moltiplicano per due o tre nei mesi di luglio e agosto con l'invasione dei turisti. Molto, molto meglio andarci in maggio, con la meravigliosa fioritura, o in ottobre, quando non ci sono i voli diretti ed i prezzi di alberghi e “dammusi” si riducono drasticamente.

 
verso cala Cinque Denti - foto Franco Isman


il tetto di un dammuso moderno
   il tetto di un dammuso moderno
Dammusi, di che si tratta? Sono le caratteristiche case pantesche, originarie dei secoli passati od anche costruite ai nostri giorni, come il regolamento edilizio impone. Uno o più corpi di fabbrica a pianta quadrata, con un tetto a terrazzo con una cupola in centro, fatti in modo da raccogliere l'acqua piovana e, almeno in passato, convogliarla in una cisterna; oggi l'acqua è sempre scarsa, a tratti razionata, ma il problema è stato parzialmente risolto con un impianto dissalatore. La cupola di quelli moderni presenta talvolta all'interno delle nervature diagonali, architettonicamente molto pregevoli, il collegamento fra le diverse stanze è spesso ad arco. Tutti i muri sono in pietra a secco, pietra lavica naturalmente, e ciò fa sì che i dammusi si inseriscano perfettamente nel paesaggio, la copertura è generalmente dipinta di bianco e, in quelli moderni, vengono realizzate contropareti interne perfettamente rasate.

lo specchio di Venere  il lago delle ondine
lo Specchio di Venere e il lago delle Ondine - foto Franco Isman

Ma i muri a secco in pietra nera, oltre ai sempre presenti fichi d'india, sono il paesaggio caratteristico dell'isola. Sono fatti a perfetta regola d'arte e quasi sempre in ottime condizioni, probabilmente per la rugosità delle pietre che ne impedisce lo scorrimento reciproco. Si va dalle tombe preistoriche a tumulo, alle recinzioni degli appezzamenti di terreno, ai dammusi, ai terrazzamenti fatti per poter coltivare il terreno. In certi tratti di costa, più o meno ripida, il susseguirsi di decine di terrazzamenti, vere e proprie linee di livello, visto dal mare appare quasi come un muro continuo.

la valle Monastero, sullo sfondo il cimitero di scauri
la valle Monastero, sullo sfondo il cimitero di Scauri - foto Franco Isman

Viti, lasciate crescere praticamente raso terra per resistere al maestrale (300 giorni all'anno di vento), che producono la famosa uva zibibbo da cui si ricavano il passito ed il moscato, ulivi, anch'essi tenuti molto bassi, capperi e poco altro. Pastorizia molto poca e neppure molta pesca. Un'economia povera, e da qui l'emigrazione che ha spopolato l'isola. E poi il turismo, concentrato nei mesi estivi, che porta lavoro ma anche enorme confusione. Molti VIP si sono costruiti il loro mega dammuso, qualcuno con propria scalinata di accesso al mare.

il cimitero di Scauri  il cimitero di Scauri 2
il cimitero di Scauri - foto Franco Isman





     come le donne - foto Franco Isman
 
E qui arriviamo al punto dolente. Gli opuscoli turistici parlano di spiaggette incantate, non è vero per nulla, non esiste una sola spiaggia di sabbia ed anche quelle di sassi sono pochissime ed accessibili soltanto dal mare. Vi sono chilometri di costa strapiombante, a partire dal famoso dirupo di “Salto la vecchia”, e dove la costa è più bassa gli accessi al mare sono molto pochi e difficilmente praticabili. Dopo “Salto la vecchia”, ad esempio, vi è la “balàta dei Turchi”, dove sbarcavano i pirati saraceni, con belle rocce e bei fondali, raggiungibile con una ripida e in qualche tratto ripidissima strada che non si può definire sterrata perché in realtà è soltanto sassosa, ed i sassi sono le solite taglienti rocce laviche… Percorso da fuori strada ma le scassate ed eccezionali Panda, che costituiscono il nerbo delle macchine a noleggio dell'isola, riescono a farlo. Insomma, ci vorrebbe la barca, il solo giro turistico dell'isola, bellissimo, è troppo poco.

Per i sub basta appoggiarsi ad uno dei numerosi ed attrezzati diving che, oltre ai soliti grossi gommoni su cui sfrecci sobbalzando con la muta indossata (foconi li chiama spregiativamente qualcuno) hanno per fortuna anche dei bei gozzi di legno, più lenti ma molto più civili, il bravo Antonello perlomeno ce l'ha.
Belli i fondali, ma non sono certamente simili a quelli tropicali, e per vedere le gorgonie bisogna scendere a 50 metri. Andando nei posti giusti (per esempio alla secca di Nikà o al Faraglione), miriadi di pesci piccoli e medi ed anche dei bei pescioni: cernie, barracuda, dotti (che sono una specie di cernie pelagiche), murene ed anche branzini. Anche qui pesci nostrani, non tropicali.

Franco Isman



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  21 ottobre 2006