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i bei momenti


il castello di Sigmundskron - Firmiano
© Franco Isman


Il Messner Mountain Museum
al castello di Sigmundskron – Firmiano
di Franco Isman


Castel Firmiano “sorge su un'altura di roccia porfirica che si erge alla confluenza dei fiumi Adige e Isarco a sud-ovest della conca di Bolzano. La strategica posizione della rocca spiega il suo lungo passato. Il sito espletò funzioni di difesa già nell'età del Bronzo”.
Le prime notizie scritte della rocca e del suo nome “Formicaria” risalgono al 945; dal 1027 fu sede dei principi-vescovi di Trento; nel 1473 fu acquistata dal principe del Tirolo Sigismondo il Danaroso che la ristrutturò ed ampliò, ribattezzandola Sigmundskron (corona di Sigismondo). Dal XVI secolo non fu più utilizzata militarmente ed iniziò quindi a decadere. La proprietà passò poi ai conti von Wolkenstein, quindi ai conti di Sarentino e infine ai conti Toggenburg. Nel 1994 il castello, i ruderi del castello, furono acquistati dalla Provincia Autonoma di Bolzano che esercitò il suo diritto di prelazione seconde le norme vigenti per gli edifici sotto tutela e l'acquisto venne confermato da successive sentenze del TAR di Bolzano e, nel 2000, del Consiglio di Stato.

manifestazione 1957 la Torre Bianca oggi
foto Alinari - foto Franco Isman

L'acquisto venne deciso dalla Provincia Autonoma per la grande importanza storica del castello, ma anche per quella nella storia dell'autonomia dell'Alto Adige: qui infatti nel 1957, negli anni caldi della contestazione autonomista, Silvius Magnago presenziò alla più grande manifestazione di protesta nella storia dell'Alto Adige, con oltre 30.000 sudtirolesi che si radunarono nel castello per protestare contro il mancato rispetto degli accordi De Gasperi-Gruber (Trattato di Parigi) e per reclamare, al grido di “Los von Trient”, il diritto all'autonomia.

Da questo momento in avanti si bruciarono i tempi: nel novembre 2000 fu costituito dalla giunta provinciale un gruppo di lavoro per la determinazione della destinazione del castello e venne quindi emesso un bando europeo per la "Concessione per la realizzazione e la gestione di un museo" regolarmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità europea e su quella della Repubblica Italiana.

foto Franco Isman
 
Vincitore del concorso, con il progetto di un museo della montagna, è risultato Reinhold Messner, forse il più famoso alpinista del mondo, il primo ad aver scalato l'Everest senza ricorrere all'ossigeno (1978), quindi in solitaria (1980), e per essere stato anche il primo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila del mondo. E' quello che l'amministrazione auspicava? Certamente sì, il bando era quindi un po' ad personam? Possibile o probabile, ma confesso che non riesco a scandalizzarmi in quanto la fama di Messner è fondamentale per una gestione non in perdita del museo.

Secondo quanto statuito dal bando è stato stipulato un contratto di concessione per la durata di trent'anni. Il vincitore ha avuto in consegna il museo restaurato, consolidato con le scale necessarie, con le torri pronte per l'uso (tetti, scale, camminamenti, ecc.). ed ha provveduto ad arredare tutte le strutture del Castello con oggetti museali (tranne la Torre Bianca destinata alla celebrazione della grande manifestazione autonomista del '57); deve gestire il museo secondo direttive precise e dettagliate (Cassa, Shop, guide, cucina, ristorante...), deve provvedere alla manutenzione ordinaria, non potrà ospitare manifestazioni politiche né potrà mai chiedere un euro di contributo per la gestione.

La progettazione dell'intervento è dell'architetto Werner Tscholl ed è iniziata a metà 2001, poi alcuni scavi archeologici ed i lavori di restauro veri e propri con il consolidamento delle strutture, le coperture in vetro delle torri (non visibili dall'esterno), tutti gli impianti (non in vista), l'ascensore, l'allestimento museale, la sistemazione dell'area con piazzali, strade ed il teatro. Infine la ristrutturazione del ristorante, servizi, illuminazione esterna e parcheggi, con un costo totale sostenuto dalla Provincia Autonoma di 6,5 milioni di euro. A metà 2006 l'entrata in funzione del museo.

Il Messner Mountain Museum (MMM) non consiste soltanto nel museo di Castel Firmiano, denominato La montagna incantata, ma è un progetto museale ideato da Messner stesso e suddiviso in cinque diversi edifici nell'arco dolomitico, oltre Castel Firmiano vi sono altre quattro sedi: a Castel Juval Il mito della montagna, presso l'abitazione dello scalatore; a Solda Alla fine del Mondo; a Forte Monte Rite a Cibiana di Cadore (BL) Il museo nelle nuvole e infine al Castello di Brunico: I popoli della montagna.

PERCORSO

Ma visitiamo il castello e il suo museo seguendo l'itinerario consigliato che ci porta agli spazi per le mostre temporanee, nel nostro caso interessanti, e poi via via alle 5 torri destinate all'esposizione, a partire dalla Torre Bianca dedicata alla storia di Castel Firmiano (ma sarebbe più giusto chiamarlo con il suo nome originario che, fin dal 1474 è Sigmundskron - corona di Sigismondo) ed alla storia della lotta dei sudtirolesi per l'autonomia, coronata dalla costituzione della Provincia Autonoma di Bolzano, indipendente da quella di Trento.

il castello dall'alto
foto MMM     

Il panorama è dominato dalla rocca che non è restaurata e non è accessibile, nel sito del MMM è scritto: “In Tibet il giro attorno alla montagna sacra viene chiamato kora e nel suo museo Reinhold Messner ha voluto creare per l'appunto una kora. La cappella in rovina sulla vetta del monte del castello è tabù come la vetta del monte Kailash in Tibet”. E qui il Tibet ma anche il Nepal la fanno da padroni con innumerevoli statue di divinità buddiste e indù piazzate in ogni dove, con funzioni prettamente decorative, che non dicono nulla ma esibiscono soltanto se stesse: nessuna informazione su chi è rappresentato, di che epoca è la statua, da dove proviene. Ma l'intero museo è rimpinzato di un centinaio o più di statue grandi, medie e piccine, sempre con funzioni solamente di “belle statuine”. Ma di questo riparleremo.

Vicino alla Torre Bianca il torrione Nord dedicato alla storia delle religioni, e questo è l'unico luogo in cui le statue delle divinità sono al loro posto; di qui salendo verso la rocca si passa davanti ad un piccolo teatro all'aperto e si visita la Grotta dei cristalli. Quindi una torre dedicata alla storia delle montagne e della loro conquista, l'arena all'aperto utilizzata per concerti, congressi e feste ed infine la torre Est e la torre Ovest dedicate all'illustrazione delle più importanti montagne del mondo: gli Ottomila ma anche i vulcani, il Cervino e le Torri del Vaiolet nelle Dolomiti. E qui fotografie e molti quadri anche di artisti importanti.

Bellissimo l'allestimento museale con strutture in acciaio nero e cristallo; piuttosto scarsi invece, per un “Museo della Montagna”, i materiali esposti, ma il Castello è splendido e l'averlo reso fruibile al pubblico è una cosa importante. I bolzanini non amano questo museo e si sono sentite e lette diverse critiche, in particolare per l'affidamento a Messner della gestione. Ma si tratta di critiche ingenerose: infatti, la gestione di un museo non è quasi mai attiva e, come già detto, qui lo potrà forse essere soltanto grazie alla fama di Messner, mentre la Provincia ha ottenuto la gestione senza oneri (eccetto l'investimento iniziale) di questo prestigioso museo, sacrario dell'autonomia compreso.

Invece è certamente criticabile l'utilizzo delle statue religiose che Messner ha "collezionato" nel corso degli anni e delle sue scalate nei paesi ai piedi della catena himalayana. Oggi tutti gli stati vietano l'esportazione di opere d'arte di tal fatta, probabilmente in passato questi divieti non c'erano come non c'era la coscienza del fatto che non è corretto “razziare” queste opere portandole via dai luoghi di origine. Il Louvre ha la Gioconda, la National Gallery e il Museo Egizio di Torino grosse fette dei tesori egiziani. Questo per non parlare dei musei che ricettano a suon di milioni di dollari le opere d'arte trafugate soprattutto in Italia dai tombaroli: dalla Triade Capitolina, recuperata nel 1994, al Cratere di Eufronio, restituito dal Metropolitan Museum nel 2008, alla Venere di Morgantina, restitutita l'anno scorso all'Italia dal Getty Museum. (cfr. “I predatori dell'arte perduta” di Fabio Isman - ed. Skira). Gli oggetti giunti in questo modo nei musei non hanno pił una storia, sono antichità sradicate dal loro contesto cui è stata rubata l'anima.

   © Franco Isman - cliccare su ciascuna foto per ingrandirla.


Orario di apertura: dalla prima domenica di marzo alla terza domenica di novembre tutti i giorni esclusi i giovedì, dalle ore 10.00 alle 18.00, ultimo ingresso alle 17.00. Biglietto: € 9,00 adulti / € 3,00 bambini 6-14 anni / € 7,00 studenti e anziani (over 65).
Informazioni: Tel. +39 0471 631264 - Fax +39 0471 633884 - info@messner-mountain-museum.it
Come ci si arriva: autostrada del Brennero, uscita di Bolzano Sud; subito a sinistra superstrada per Merano; prima uscita (dopo una galleria), direzione BZ; disceso il ponte sulla strada principale, a destra verso Ponte Adige; si passa un passaggio a livello quindi un ponte, a sinistra salita in direzione di Corniano; a circa 300 metri a sinistra la deviazione per il castello.


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  24 settembre 2012 (viaggio del giugno 2012)