prima pagina lente pagina precedente



Festival del Parco
I Grandi Alberi della Villa
Franco Isman


Domenica 18 settembre mattina, nel pratone prospiciente il lato est della Villa, appuntamento per andare a vedere i Grandi Alberi che ci sono in Villa, soltanto alcuni per questione di tempo ed anche perché alcuni splendidi esemplari non ci sono più.
Due guide d'eccezione, perfettamente complementari: Corrado Beretta, architetto, funzionario da vent'anni del Consorzio Villa Reale e Parco che il suo lavoro lo fa per passione più che per mestiere e Tiziano Fratus che ha dedicato la sua vita agli alberi, agli alberi di tutti i continenti, che ha visto, conosce, e sui quali ha scritto diversi libri.
Corrado illustra i singoli alberi, ne dà le caratteristiche tecniche e racconta da quando sono in Villa. Poi Tiziano allarga la visuale sugli esemplari esistenti in tutto il mondo raccontando particolari ed aneddoti. Cosa sentono gli alberi, come interagiscono con gli umani che ne calpestano le radici o, peggio, le danneggiano?
Mi è venuta in mente una bella e triste canzone di Sergio Endrigo che, a proposito degli esuli giuliani e dalmati canta “come vorrei essere un albero che sa, dove nasce e dove morirà”.


Si comincia, come era quasi ovvio, entrando dentro la cupola arborea fatta da tutta una serie di faggi penduli, fuori dai quali si può ancora intravedere la Villa.
Poi il più grande dei numerosi Cedri del Libano, poco noto in quanto un po' defilato, con la veneranda età di 200 anni, un'altezza di 32 metri ed una circonferenza alla base di 756 cm.
E Tiziano ci racconta della prima volta che aveva visto le sequoie giganti del Parco di Yosemite.


E arriviamo alle regine degli alberi della Villa: le due querce rosse, sempre nel pratone prima della roggia: età presunta 250 anni, altezza 28 metri, circonferenza 675 cm. Splendide, ma la più grande è infestata da funghi parassiti in continuo sviluppo. I funghi non nascono dagli alberi ma dalle spore portate dal vento, si cibano della linfa dell'albero che danneggiano notevolmente e non si capisce proprio perché non vengano immediatamente estirpati.

Per finire un ginkgo biloga di un certo rilievo anche se capitozzato dal vento del quale si stima un'età di 200 anni, ma Tiziano ci racconta di quelli enormi ai piedi del Fushjiyama e degli alberi millenari, e di quelli di decine di migliaia di anni…

Qual è il momento migliore per piantare un albero? Cinquecento anni fa. E il secondo momento?
Adesso: è sempre il momento di piantare degli alberi.

Franco Isman



Condividi su Facebook
Segnala su Twitter


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  19 settembre 2022