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Villa e Parco: problemi e programmi

Giacomo Correale Santacroce
Cc: Comune di Monza ; Arengario
Villa e Parco di Monza. Cambio di programma?
19 aprile 2003 17:29


alberi tagliati


Il programma del Sindaco FAGLIA per il Parco e la Villa Reale recita come primo punto:
 
"Costituiremo una Società a prevalente capitale pubblico, con una dirigenza qualificata dal punto di vista tecnico e culturale, per la gestione e la valorizzazione unitaria del patrimonio costituito dalla Villa, dai Giardini e dal Parco, volta al perseguimento rigoroso di obiettivi di interesse pubblico e culturale, esplicitamente espressi nello Statuto costitutivo".
 
Sembra che questo obiettivo, considerato un anno fa come fondamentale per la tutela e la valorizzazione del grande monumento, sia stato abbandonato. Lo fa capire nelle sue conversazioni l'Assessore al Parco e alla Villa Reale Pietro MOSCA , lo ha dichiarato apertamente - se abbiamo capito bene - giovedì sera l'Assessore al Bilancio  Roberto SCANAGATTI, in occasione dell'interessante incontro alla Sala Maddalena promosso dall'Associazione Novaluna sugli alberi del Parco e dei Giardini.
 
Da tutte le relazioni  illustrate giovedì sera emergeva prepotente l'esigenza di una gestione unitaria.  Si è ricordato lo scempio, avvenuto in occasione dell'ultimo gran premio di formula 1, delle piantine messe a dimora con grande spreco di investimenti. Lo ha  affermato implicitamente ma chiaramente  Cereda, ultimo relatore, sostenendo - cosa che a me sembra del tutto ovvia, ma non ad altri, evidentemente - che la tutela del Parco non si fa tanto con  investimenti discontinui, ma con la continuità della gestione corrente. Gestione che non si può fare con una prospettiva di due o tre anni, bensì ultradecennale e addirittura secolare.
 
Ebbene: dopo le belle relazioni  è intervenuto l'Assessore Scanagatti, per dare la doccia fredda a tutti (ma nessuno sembra aver sentito il brivido: evidentemente ormai i monzesi hanno acquisito la sensibilità dei fachiri):  niente da fare!
 
E perchè? Perchè gli altri proprietari del pasticcio giuridico di questa comproprietà indivisibile ma divisibile, anzi condominiale,  cioè il Comune di Milano e la Regione Lombardia,  non collaborano.  E poi perchè non ci sono i soldi. Il Sindaco di Milano Albertini dice che non scucirà neanche una lira per il Parco.
 
Ora,  verrebbe naturale dire che le difficoltà di collaborazione non dovrebbero essere insormontabili.  E che la costituzione di una "Società a prevalente capitale pubblico con quel che segue"  potrebbe essere proprio la via per superare le difficoltà organizzative e finanziarie dell'attuale armata brancaleone.
 
Ma possiamo  anche prendere atto che l'Amministrazione Faglia ritiene superato quel programma.
 
Però, se si rinuncia a un obbiettivo, a un programma, è doveroso proporne pubblicamente un altro,  migliore e più realizzabile. 
 
Insomma, a un quarto della navigazione di questa Giunta, mi sembra opportuno comunicare  agli elettori la nuova destinazione e la nuova rotta per Parco e Villa Reale. Nell'interesse dei cittadini elettori e della Stessa Giunta a cui la maggioranza ha dato il voto.
 
 
Giacomo Correale

P.S.  Nella mia modesta esperienza di lavoro ho imparato che se si vuole far fiorire una iniziativa, e i mezzi sono insufficienti, occorre riunire le forze di più partner. Se si fa questo, spesso il risultato di 1+1+1 (e magari  di + altri, purchè motivati da interessi culturali ed economici pubblici,  e non privatistici) può essere dieci o cento. E' il noto effetto leva. Questo comporta ovviamente una perdita di quote di potere da parte di ciascuno. Nessuno sarà più dominus esclusivo dell'impresa.  Ma se, al contrario,  ognuno sarà  geloso del proprio potere (spesso sopravvalutato),  si rischierà di subire le scelte di qualcun altro più dotato di visione, di determinazione  e di mezzi.

P.P.S.  Pensiamo all'esempio  della demolizione delle sopraelevate. Da quanti anni se ne parla, e per quanti anni ancora dovremo sbatterci contro  senza riuscire a scalfire il mostro? Ebbene, si può esser certi che, se ci fosse stata una autorità autorevole e autonoma del Parco e della Villa,  la demolizione si sarebbe fatta con un tratto di penna.


Giorgio Majoli
19 aprile 2003 19:11

Giacomo, se non tu non fossi andato via inorridito poco prima degli interventi finali, avresti almeno sentito un appello (fatto da me) che ricordava come storicamente nel Parco si sono avuti i danni peggiori proprio partendo dalla frammentazione degli usi e delle proprietà, oggi anche aumentate. I veri nemici del recupero del Parco, peraltro, sono grossi e potenti ed ho l'impressione (come ho ricordato) che anche lo schieramento che si pone come obiettivo la difesa del Parco (e non la sua spremitura), è molto diviso mentre dovrebbe cercare, anche in questo caso, l'unità. Credo che un tuo intervento sulla questione Ente Gestore, non avrebbe che  fatto bene alla serata piuttosto  che l'abbandono del campo per incazzatura.
Ciao
Giorgio.

Roberto Scanagatti
23 aprile 2003 0:50
Villa e Parco di Monza. Nessun cambio di programma!

Se, come svela Giorgio Majoli, con il mio intervento ho "inorridito" Giacomo Correale, al punto da indurlo ad abbandonare "incazzato" la sala Maddalena devo averla detta proprio grossa.
Giovedì sera, come molti, avevo la voce roca per un malanno di stagione, ma assicuro che io non ho assolutamento sostenuto la necessità di un cambio di programma per quanto riguarda la costituzione della società di gestione del Parco e della Villa.
Semmai ho inteso segnalare come proprio in presenza di alcuni atti assunti dalla precedente Amministrazione la strada si presenti irta di maggiori difficoltà.
A meno che qualcuno sia davvero convinto che dopo la cessione da parte del Comune di Milano alla Regione Lombardia della quota di Villa e annessa area del Parco a sud di Viale Cavriga tutto sarà più facile? Io non lo credo, soprattutto perchè deve essere considerato irrinunciabile il principio di unitarietà del complesso Parco-Giardini-Villa, qualunque assetto proprietario si configuri.
Ho anche affermato che il Comune di Monza ha deciso di tornare a svolgere un ruolo da protagonista negli enti e nelle istituzioni nei quali è rappresentato. 
Perchè anch'esso rappresenta un impegno programmatico assunto in campagna elettorale dalla coalizione che oggi governa la città (cfr. pag. 33 del programma Viva Monza più viva).
E se questa scelta "rompe", pazienza. Tutti devono farsene una ragione. A cominciare dai tecnici, che qualche volta, stante l'assenza di una volontà politica decisa, si sono esercitati in sterili contrapposizioni di scuola.
Insomma basta con il luogo comune secondo il quale se gli interventi nel Parco e nei giardini della Villa sono scoordinati, ciò accade perchè manca un gestione autonoma dell'intero bene.
Mi chiedo come mai nel corso di decenni non sia cresciuta e consolidata una solida cultura tecnico-scientifica della gestione del patrimonio arboreo e boschivo capace di mettere al riparo il Parco e i Giardini dal vento delle amministrazioni che cambiano, delle proprietà che mutano, perfino dalle contingenze economiche..
Tutto qui. D'altro canto sarebbe stato sufficiente ascoltare il breve dibattito che si è sviluppato quella sera, per rendersi conto che, in assenza di un orientamento condiviso in tema di scelte manutentive, la richiesta proveniente da più parti è stata quella di attivare un percorso partecipato tra le diverse culture che hanno a cuore il destino del Parco e dei Giardini.
Mi è parso così di cogliere una sollecitazione propositiva che l'Amministrazione di Monza dovrà cercare di non deludere.
 
Roberto Scanagatti.
NDR Roberto Scanagatti è vicesindaco della Città


Giacomo Correale Santacroce
25 aprile 2003 8:49

Caro Scanagatti,
 
Che  giovedì sera io fossi "incazzato", per usare questa parola un po' esagerata,  è vero, ma non è la ragione per cui sono andato via prima della fine.
 
Mi spiace  dirti che non considero affatto soddisfacente la tua risposta.
 
Tu cominci affermando di "non aver  assolutamente sostenuto nessun cambio di programma per quanto riguarda la costituzione della società di gestione del Parco e della Villa".
 
Dopo di che sottolinei  come "la strada sia irta di difficoltà", anche per colpa   delle scelte della precedente amministrazione.  Cosa che ben sappiamo, e che si sapeva anche prima di scrivere il programma della Giunta Faglia.
 
Quindi, mi sembra contraddittorio  trarre da questo richiamo alle difficoltà dell'impegno  la conclusione: "Basta con il luogo comune secondo il quale se gli interventi nel Parco e nella Villa sono scoordinati, ciò accade perchè manca una gestione autonoma dell'intero bene".  Ma come: un luogo comune quello che è il primo impegno programmatico di Faglia per quanto riguarda il Parco e la Villa! 
 
Tutto questo mi dà l'impressione che, al di là delle resistenze,  vi sia  anche una scarsa convinzione e determinazione in chi dovrebbe realizzare quel programma. 
 
Ci sono resistenze, conflitti? Ebbene,  a questo punto credo che sarebbe utile metterli a nudo.  C'è qualcuno che non vuole che si arrivi alla costituzione di un ente che gestisca unitariamente e difenda dai bassi interessi privatistici  "l'intero bene"? Allora diciamo apertamente, in pubblico, chi è che mette i bastoni fra le ruote, perchè, con quali argomenti, con quali atti.  Io credo che non giovi a nessuno che le cose si svolgano all'interno di meandri fumosi.  Magari poi si vede, scoprendo le carte,  e dopo gli eventuali scontri, che le convergenze possono prevalere  sulle divergenze.
 
Tutto qui. Vorrei che la nebbia si diradasse una buona volta sul Parco e sulla Villa, e vi splendesse definitivamente il sole.
 
E mi va anche bene che il Comune di Monza, come da programma, abbia "deciso di svolgere in ruolo da protagonista negli enti e nelle istituzioni nei quali è rappresentato".  Qui però si tratta di farli, l'ente e l'istituzione.  Il comune di Monza, di fronte a tanto impegno, non potrà che essere un co-protagonista. Vivere consapevolmente questo ruolo, che  ho chiamato in una certa occasione "di catalizzatore", non sarebbe una sconfitta, ma proprio una dimostrazione di autorità, basata sull'amore per il Parco e la Villa, che altre istituzioni e altre persone  possono avere meno o non avere affatto.  E questo  ruolo si manifesterebbe subito con il mettere tutti, Regione, Comune di Milano, poteri finanziari lombardi, associazioni, in condizione di esplicitare le loro intenzioni, che fino a prova contraria dobbiamo ritenere buone. Coram populo.
 
Giacomo Correale
 
P.S. Leggo con piacere che è stata chiamata a far parte della commissione tecnico-scientifica incaricata di progettare la riqualificazione della Villa Reale  Annalisa Calcagno. E' la persona che più di ogni altro ha una visione chiara e completa di ciò che il Parco e la Villa Reale di Monza dovrebbero essere e divenire. Bravi!


Carlo Vittone
27 aprile 2003 7:52
 
Non voglio intromettermi nella discussione intercorsa tra Giacomo Correale (che non conosco) e Roberto Scanagatti (che conosco bene) relativa ai temi dell'ente di gestione Parco-Villa e a come arrivarci (che pure conosco bene). Tuttavia vorrei esprimere alcune considerazioni in contrasto con la "communis opinio" corrente sull'argomento (tanto, ormai....). E più precisamente: non ritengo opportuno prefiggersi come obiettivo un unico ente di gestione per Parco e Villa. Viceversa ritengo si debba fare ogni sforzo per giungere al più presto e senza indugi alla costituzione della fondazione per la Villa Reale, misurando su questo tema l'operatività della nuova amministrazione e posponendo a questo risultato un eventuale ente autonomo di gestione per il Parco+Villa..Prego coloro che saranno già saltati sulla sedia rispolverando l'armamentario dell' "unità inscindibile di Villa e Parco, ecc. ecc." di seguirmi per un momento in alcuni ragionamenti:
 
1) La situazione della Villa Reale è ben più grave che non quella del Parco. Se per quest'ultimo si parla in generale di "manutenzione", anche nel senso più lato  e senza dimenticare alcune situazioni di profondo degrado, per la Villa si deve parlare di vera e propria totale "ristrutturazione", ovvero di opere fondamentali atte a garantirne perfino la sopravvivenza (vedasi coperture appena rifatte o perizie statiche sull'ala nord). Una condizione di tale gravità deve imporre la urgente creazione di una struttura gestionale il più agile possibile, con un ambito definito di interventi e una tempistica rapida e ben cadenzata. Tutte condizioni difficilmente realizzabili per un mastodontico ente che abbia ad occuparsi, oltre che della Villa, anche dell'intero Parco.
 
2) Gli attuali assetti proprietari di Parco e Villa sono oggi notoriamente differenti: Monza-Regione-Sovrintendenza  per la Villa e Monza-Milano (con la supervisione ex lege 1089 della Sovrintendenza) per il Parco, il tutto ulteriormente complicato dal fatto che la porzione milanese del Parco è considerata quella a nord di Viale Cavriga (mentre quella a sud spetterebbe alla Regione) e che la Sovrintendenza rivendica la proprietà escusiva del Mirabellino. Dato che ognuno di questi soggetti dovrebbe entrare a far parte dell'ente di gestione con una sorta di "quota-parte" azionaria (anche se non di vere e proprie azioni...), il che ne determinerebbe il rispettivo peso,  trovo assai più difficile un accordo "a quattro" che non "a tre" e su un bene così ampio come il complesso Villa-Parco con così complicata ricostruzione delle rispettive proprietà.
 
3) Ritengo assai improbabile (per non dire impossibile) che il Comune di Milano - almeno per quanto riguarda le presenti condizioni - si decida a partecipare alla costituzione di un ente autonomo che gestisca il Parco. Farlo significherebbe per Milano impegnare risorse umane e materiali che Milano - da sempre disinteressata al parco monzese -  non vuole investire. Nel Parco esiste poi notoriamente il nodo "Autodromo" che per la sua complessa situazione rende Milano assai guardinga e poco incline a novità sostanziali. Viceversa la recente partecipazione della Regione nella proprietà della Villa mi è parsa assai più dinamica e desiderosa di impegnarsi, e mi pare, almeno da quanto si legge dalla stampa, che anche le ipotesi di "cannibalismo" regionale nei confronti della Villa si siano alquanto ridimensionate. Inoltre e a differenza di quanto riguarda il Parco, il percorso per la costituzione dell'ente di gestione della Villa è già avviato, dovrebbe già esistere una bozza di statuto (non so quanto da emendare, perché mai è stato reso pubblico) e mi pare esista un assenso di fondo dei proprietari a compiere questo passo.
 
Insomma: queste tre considerazioni (ve ne sarebbero altre minori, ma non voglio dilungarmi) mi portano a ritenere che l'obiettivo "ente di gestione della Villa" possa essere realistico e trovare soluzione in tempi sufficientemente rapidi, mentre assai più lontano e incerto sarebbe un unico ente di gestione Parco-Villa. Sostenere questo, a evitare fraintendimenti, non significa negare la validità strategica di un ente unico. Su ciò si potrebbe iniziare a lavorare, ma senza che ciò divenga una zavorra insopportabile per la urgentissima costituzione dell'ente per la Villa, il quale, in un secondo tempo e quando le condizioni lo permetteranno, potrebbe comunque ampliare la sua attività e competenza fino a comprendere anche il Parco.
 
Carlo Vittone

Alfredo Viganò
27 aprile 2003 10:12

Ritengo interessanti le notazioni di Vittone, aggiungerei che nulla si limita al tema della Fondazione generale o Ente ( alla unitarietà del Parco con  Giardini e Villa, come fatto urbanistico e paesaggistico-monumentale ma anche di gestione "fisica" delle necessità, la definizione paesaggistico- naturalistica. le architetture), se si distingue il problema della unitarietà della gestione da quello della utilizzazione o nuova costituzione di organismi di gestione dell'uso della Villa o di altro patrimonio storico architettonico presente nel Parco. Infatti anche in attesa di maggior completaezza, non vi è dubbio che, ad esempio, se una cascina del Parco viene destinata a particolare ruolo museale, essa è gestita dalla Fondazione o Ente destinatario. Questo avviene già. Mi pare pertanto che non siano in contraddizione l'esigenza di una "gestione d'uso" del complesso della Villa ( fondazione, società o altro) che pone problemi "condominiali " urgenti, ancor più complessi di quelli del Parco ( Regione, Sovintendenza) con l'esienga di definire con il Comune di Milano la questione più generale. Ho sempre pensato che sarebbe meglio che il Parco sia più rappresentato ( in un futuro Ente), nella sua gestione, dai Comuni della Brianza ( e della futura provincia) piuttosto che un condominio tra Milano e Monza.  La presenza della Regione può aiutare in questo senso per la definizione del futuro del Parco e della Villa. Ritengo anche che la cosa più urgente ora sia comunque la destinazione o meglio destinazioni del complesso della Villa dato che il Parco, per sua natura ha il suo grande destino ( coi problemi non semplici di recupero a Parco e convivenze delle destinazioni introdotte nel secolo scorso). A questo proposito ho già a suo tempo sostenuto che l'origine della Villa indirizza il suo destino. Infatti la Villa nacque, a mio parere, anche da una ipotesi e volontà politica oltre che culturale. Quella di una Reggia da parte del secondogenito dell'Imperatrice ( e dei suoi consiglieri). Non a caso uno dei primi provvedimenti del primogenito Giseppe ( morta la madre imperatrice) fu quello di chiudere finanziamenti e ruolo della Villa di Monza , quasi leggendone un fatto politico di autonomia e separatezza nel contesto dell'Impero premuto dalle nuove idee nazionali in Europa. In questo senso ritengo che la Villa ( come grande e nobile contenitore insostituibile) debba ancora svolgere un ruolo ideale , culturale e politico ( rappresentanza regionale e della nuova provincia, incontri politici e diplomatici di livello europeo e mondiale, per congessi culturali e scientifici di grande livello), per il quale la destinazione museale ( con la realativa ipotesi di scuola del restauro) è solo destinazione intrinseca e complementare. La destinazione principale coinvolge anche parte del patrimonio architettonico del Parco e promuove le stesse destinazioni attorno al Parco  stesso. Ritengo che in questo modo si recuperi il Grande Destino della Villa e del Parco e che ciò costituisca una ulteriore forte e qualificata ricaduta sul ruolo e destino della Città. In questo senso è necessario, una volta definito il destino ( ed è in corso un apposito comitato, ma mi sembra essenziale che vi sia una discussione ampia e aperta nella città) venga definito anche chi gestisce le scelte, anche in attesa dell'Ente che dovrà pensare all'intero patrimonio del Parco e della Villa. Anche a questo bisogna lavorare. 

Alfredo Viganò
NDR Alfredo Viganò è assessore all'Urbanistica


Alberto Colombo
27 aprile 2003 20:05

a dir la vera verità questo dibattito, cambio di programma sì o no
mi ha appassionato poco.
un punto invece che mi sembra degno di attenzione:
è quello che riguarda il varo della fondazione,
che dovrebbe avvenire secondo me il più rapidamente possibile.
non solo perché un Gestore compartecipe delle scelte
sarebbe più motivato rispetto a uno chiamato a valle,
ma soprattutto perché le famose destinazioni d'uso
non possono essere indicate a freddo
neppure dalla migliore e più attenta delle commissioni
ma vanno costruite, ovviamente all'interno delle indicazioni ricevute,
sondando, vagliando alternative,
mettendo a confronto ipotesi differenti e modelli di piani finanziari,
andando alla ricerca delle fonti di finanziamento
ecc. ecc. ecc.

ac