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Piazza Trento sotto (e) sopra

Arch. Sandro Gnetti
March 03, 2005 8:25 PM


UN CONCORSO DIMEZZATO

Nella presentazione del concorso di Piazza Trento che Franco Isman ha pubblicato sull'Arengario
del 25/2 sembra che “una piazza sopra e un'autorimessa sotto” siano due problemi separati.

Non sono d'accordo. In realtà, che il destino del più importante spazio pubblico di Monza debba essere diviso in due è un difetto, che nasce da un approccio probabilmente frettoloso nel decidere prima il parcheggio sotterraneo e poi la piazza sovrastante.

Nella primavera del 2003 avevo segnalato all'Amministrazione che non era giusto decidere la soluzione del parcheggio interrato senza un preliminare approfondimento di che piazza si voleva, poiché comunque le funzioni in sotterraneo ne vincolano pesantemente la soluzione di superficie, di cui non ne sono che la continuità funzionale.

Io ne facevo una questione non solo di accessi e transito, ma anche proprio di natura del parcheggio, per evitare di fare le solite catacombe da film americano e lasciare la possibilità che anch'esso possa concorrere alla formazione di uno spazio pubblico gradevole integrandovisi.

Non è stato così. La soluzione dell'autorimessa interrata decisa dall'Amministrazione replica il modello noto della cantina per automobili priva di qualunque relazione con l'esterno. Ma quello che mi amareggia è che il bando di concorso per la piazza superstite, la più grande occasione di restituire ai monzesi il loro grande luogo di vita urbana, ora offre la possibilità di spostare il monumento ai Caduti, che ha sicuramente vincolato la soluzione progettuale del parcheggio prescelto ma che ora non vincola più la soluzione di superficie.

Con quale coerenza? I concorrenti potranno proporre una ricollocazione del monumento, che è di gran lunga l'oggetto urbano volutamente più ingombrante del sistema considerato, essendo stato concepito per consumarlo tutto, ma non potranno assolutamente modificare conseguentemente l'autorimessa sottostante, perdendo tutto l'ampio paniere di possibilità organizzative ed espressive che questa novità rende possibili nel grande bacino oggetto del concorso.

Questo è risultato dal fatto che l'Amministrazione abbia optato senza dubbi per la procedura del project financing, che se da un lato la solleva dall' impegno finanziario ( ma anche dagli introiti ) dall'altro la mette solo a valutare progetti altrui, informati ovviamente al solo criterio d'impresa, e a cui pertanto sarebbe stato senz'altro necessario arrivare con le idee chiare, appunto dopo un concorso, partecipato e condiviso.

Pochi anni fa ho partecipato a un concorso analogo per una Piazza di Verona dove l'Amministrazione ha giustamente proposto il tema d'insieme, chiedendo di proporre la piazza migliore con l'autorimessa più adatta. E la nuova tendenza delle autorimesse interrate le porta ad essere spazi collettivi con la stessa vivibilità e dignità degli altri: luoghi d'arte e di scenografie stimolanti ( vedi ritaglio ), che nel ns. caso avrebbero potuto coinvolgere anche gli spazi sotterranei del Palazzo Comunale, creando una città sotterranea attraente quanto quella di superficie, vera banchina di approdo e di accesso alla pedonalità monumentale dell'esterno, su cui aprirsi fisicamente e ideologicamente. Non per caso il suo sotterraneo si chiamava diurno.

Allora chiedo: ma parallelamente al coacervo di marchingegni giuridico-urbanistici a cui questa città deve dedicarsi non sarebbe possibile prestare più attenzione anche ai contenuti, giusto in ossequio a quell'obiettivo di qualità a cui l'Amministrazione ci vuole tutti orientati? Non si potrebbe riaprire il dibattito sui valori condivisi e sulle scelte per promuoverli? Medice, cura te ipsum.







Giuseppe Motta
March 07, 2005 1:04 AM

L'intervento dell'arch. Sandro Gnetti sul parcheggio interrato di piazza Trentoe Trieste, che per brevità chiamerò 'cantinone' mi ha stupito non poco e, pur essendomi sempre astenuto dall'esprimere la mia opinione al riguardo, mi obbliga a farlo ora.
In realtà l'idea di scavare il centro per sotterrare le auto mi è sempre sembrata peregrina. L'area racchiusa dalla circonvallazione interna è piccola e si può comodamente percorrere a piedi il raggio il diametro ed anche il perimetro.
Si continua a dire che camminare fa bene alla salute e che si dovrebbero fare passeggiate di un'ora e mezza al giorno ma poi si pensa e agisce come se i monzesi fossero tutti o quasi disabili con la necessità di usare l'auto per acquistare in centro ciò che possono facilmente trasportare in mano o in bici.
Chi vuole il cantinone sono i commercianti: non subito ma dopo avere scavato quelli di corona che lo renderanno ancora più inutile. Se venissero ascoltati non verrebbe neppure sistemata l'area della piazza perchè secondo loro le auto devono restare lì. Non credo sia un caso che non si sono sentite voci di cittadini pro parcheggio o cantinone ma solo tanti cittadini che chiedono una piazza che non sia frutto di stitichezza.
Se si fosse provveduto ad abolire uno stallo per volta gli utenti si sarebbero adeguati. Invece, nel tempo, se ne sono ricavati di nuovi in violazione del codice della strada e le violazioni vengono mantenute anche con la nuova amministrazione e gestione.
Non ho mai trattato per questi motivi ed anche per non sentirmi dire che avevo un interesse o quello contrario. Per chiarezza ripeto che il mio interesse personale è relativo esclusivamente all'accesso agli edifici per carico e scarico di persone. Diritto illecitamente soppresso dalla Giunta Moltifiori e da quelle che l'hanno seguita, compresa l'attuale.

L'arch. Gnetti scrive: 'Nella primavera del 2003 avevo segnalato all'Amministrazione che non era giusto decidere la soluzione del parcheggio interrato senza un preliminare approfondimento di che piazza si voleva, poiché comunque le funzioni in sotterraneo ne vincolano pesantemente la soluzione di superficie, di cui non ne sono che la continuità funzionale'.
Evidentemente nessuno gli ha dato retta. Probabilmente gli amministratori avevano già deciso 'in pectore' cosa si dovesse fare.
Idee tanto chiare che a leggerle a distanza di tempo si può rimanere stupiti.
Nell'archivio del forum c'è una lettera aperta del 14 febbraio 2003, indirizzata da Angelo Bestetti al sindaco:

'DISCUSSIONI DI VIABILITA' PUBBLICA
Caro sindaco nell'ambito della discussione in oggetto vorrei ricordarti che anche i monzesi hanno diritti ad una piazza vera, pertanto, in testa alla lista degli interventi , spero che metterai la piazza del comune, liberaci dal monumento e trasforma il parcheggio in una vera piazza . I cittadini te ne saranno grati. Naturalmente il sogno di Benevolo e' irrealizzabile come tutte le cose belle, certo che se riuscissi a farlo nessuno si dimentichera' piu di te. auguri di buon lavoro. Angelo Bestetti'

Il sindaco rispondeva così:
'Caro Bestetti, la piazza Trento tornerà ai cittadini, alla pedonalità, alla socialità. Purtroppo il contratto con i f.lli Roma per il parcheggio scadrà a fine 2004. Prima di allora non sarà possibile intervenire. Ma subito dopo avverrà la trasformazione, secondo una progettualità partecipata (concorso).
Cordialmente. Michele Faglia

Da qui traevo la certezza che il 1° gennaio 2005 si sarebbe provveduto allo smantellamento di gabbiotti, sbarre e catene ed anche alla abolizione del parcheggio. Le palanche devono avere fatto decidere in senso contrario.
Nessun accenno veniva fatto al cantinone che non mi risulta sia specificamente indicato nemmeno nel programma elettorale.

Ora, a bando bandito, lo scaveranno e delle affascinanti idee di Sandro Gnetti si dirà che sono arrivate tardi. Il progetto sotterraneo non è stato messo a concorso come la piazza e su di esso nessun tecnico o non tecnico ha potuto esprimere nemmeno un giudizio. Probabilmente il progetto è stato predisposto da chi costruirà il cantinone e lo gestirà per 30 anni. Costo zero per il Comune ma non per chi usufruirà del servizio. Suppongo che invece non pagheranno alcun pedaggio gli utilizzatori dei posti che il Comune si è riservato per sè e suoi. Quindi i cittadini pagheranno il parcheggio di questi tutti, che sono tanti.

La bella idea di Gnetti di trasformare l'intero sottosuolo dell'area in 'un grande luogo di vita urbana, è oramai irrealizzabile perchè si sa che le P.A. quando decidono qualcosa non tornano mai sui propri passi e marciano velocissime verso l'inaugurazione delle opere.
Non so quali informazioni abbia l'arch. Gnetti ma temo cada in errore nel dire che il bando per la superficie della piazza 'ora offre la possibilità di spostare il monumento ai Caduti, che ha sicuramente vincolato la soluzione progettuale del parcheggio'.
Il monumento vincola eccome tanto che potrà essere abbassato e spinto da un angolo all'altro ma sempre nell'area messa a concorso. E' il vincolo più grosso posto dai padroni ai concorrenti e non è il solo.

Giuseppe Motta


Arch. Sandro Gnetti
March 07, 2005 2:31 PM

Rispondo a Giuseppe Motta, che ringrazio per l'attenzione.
Dal testo capisco che conosce il bando di concorso.
Le mie informazioni le ho ricavate solo da lì.   Al bando è allegata la "documentazione preliminare alla progettazione". 
Al punto 3.3 - Eventuale ricollocazione del Monumento ai Caduti - si dice  che "il progetto ( dei concorrenti ) può prevedere un eventuale   spostamento   di tale  monumento entro il perimetro dell'area oggetto del concorso, conservando in ogni caso la scultura bronzea e il basamento  
comprendente il   sacrario in granito con le epigrafi, fermo restando che il monumento deve mantenere il ruolo acquisito nella storia. Può essere  proposta la semplice  traslazione del monumento sull'asse verticale , verificando però la compatibilità col progetto del parcheggio interrato."   
Trattenendo facili battute sulla traslazione verticale,la novità è però confermata. Resta evidente che, anche se deve appunto restare in zona, la libertà progettuale concessa da tale opzione darebbe a Monza  l'occasione di avere soluzioni di  parcheggio e piazza più innovative, integrate e   appaganti se l'autorimessa non fosse stata già decisa.   Ho visto numerosi bandi di concorso  recenti per piazze con parcheggi sottostanti ma le  due cose non sono mai separate . 
Quindi, aldilà delle  polemiche su parcheggio sì o no, che  come in tutte le contrapposizioni  politiche finiscono per distrarre da una serena   valutazione dei contenuti  attuativi, se parcheggio deve essere  penso che il destino del Luogo  centrale di Monza  per  eccellenza  avrebbe   meritato almeno lo stesso  trattamento unitario.  
Comunque con il ragionevole  timore che, come successo a molti di tali bandi, non si finisca per non dar seguito agli esiti del  concorso, col che, fra   una scelta obbligata e una discrezionale, non ci resti solo la prima. E' un'altro motivo per cui sarebbe stato meglio se le due  cose fossero state
reciprocamente vincolate nello stesso bando e nella stessa gestione realizzativa, facendosene un'unica ragione.
 
Finisco per rimpiangere  l'originalità del Piano Benevolo, che fra monumento e  Palazzo Upim aveva scelto di spostare quest'ultimo, forse con una   grande traslazione  verticale.    Avremmo avuto ( per scelta ) un concorso come a  Ground Zero?

Sandro Gnetti  


Francesco Achille
March 07, 2005 5:57 PM

Ho chiesto, per una mia curiosità, ad amici e parenti se volessero quel monumento lì dov'è ora, con un forte significato simbolico per la città, dato il posto e l'ingombro che occupa, o altrove, e devo dire che nessuno sa precisamente cosa sia e rappresenti, e perchè occupi tutto quello spazio nella piazza centrale di Monza.
Ancora mi domando perchè non è stata concessa   la possibilità di almeno concepire uno spostamento del monumento e la restituzione della piazza così com'era storicamente (almeno in parte) ai cittadini. 
 
Francesco Achille


Giuseppe Motta
March 07, 2005 7:49 PM
 
La risposta a Francesco Achille è semplice e scaturisce con chiarezza dal testo del bando (punto 3.3) riportato nell'ultimo intervento di Sandro Gnetti.
Quel monumanto, vi si dice, ha e 'deve mantenere il ruolo acquisito nella storia'.
E' mai possibile spostare (non dico demolire ma spostare) un monumento ai caduti voluto, come quasi tutti, dal fascismo e costruito coi soldini raccolti in una sottoscrizione indetta in periodo sospetto per la volontarietà degli oboli e durata qualche anno? A Monza c'era stata una iniziativa simile da parte di un vecchio parroco di san Biagio che chiedeva con assiduità ai fedeli di acquistare un mattone per la costruzione della nuova chiesa: ci pensò san Biagio a farla finita: crollò 'sua sponte' e la nuova chiesa venne realizzata in cemento armato.
Chi può seriamente sostenere che i monzesi di allora abbiano pagato il monumento perchè avrebbe dovuto essere costruito lì e non avrebbero contribuito se avesse dovuto essere realizzato in altro punto della città? E' 'sacro' il monumento o l'appezzamento di terreno sul quale appoggia?
Però, cosa avrebbe dovuto decidere di diverso chi ha la testa continuamente rivolta indietro alla spasmodica ricerca di radici che dovrebbero accreditare l'immagine di una fantomatica Monza?
Tale è l'ossessione del passato che nel bando si impone di conservare 'il sacrario in granito con le epigrafi' (se non fosse stato in granito la decisione sarebbe stata diversa?). Chi ha approvato il bando se ha letto, per caso, l'epigrafe scolpita sopra il sacrario non ha nulla da ridire sulla frase 'E qua mostrando verran la madri ai parvoli le belle orme del vostro sangue'? Nulla da dire sulla 'bellezza' di quelle orme di sangue quando si sa come sia stato fatto versare nella prima guerra mondiale? E' storia anche quella o no? Perchè viene sottaciuta durante il rito del 4 novembre? Perchè non viene gridato 'Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi?'
Ma la storia non è tutto nemmeno per chi non ha ascoltato gli amici e parenti di Francesco Achille, i miei e forse nemmeno i suoi.
Secondo i pochi che hanno deciso anche per gli altri, come ai 'bei tempi', i progettisti possono proporre 'la semplice traslazione del monumento sull'asse verticale, verificando però la compatibilità col progetto del parcheggio interrato'. Va bene la storia e le sue interpretazioni di comodo ma ciò che conta e prevale su tutto è il cantinone: altra decisione presa dal manipolo al di fuori di ogni partecipazione e consultazione.
Il quale manipolo, se non cade in contraddizione, suggerisce però ai concorrenti la soluzione per la traslazione del monumento interferendo così con la loro libertà di scelta e proposta. Dopo aver scritto che i progettisti possono prevedere lo spostamento del monumento 'entro il perimetro dell'area oggetto del concorso' (quindi anche in largo IV novembre, piazza Carducci e via Zavattari) aggiungono che 'Può essere proposta la semplice traslazione del monumento sull'asse verticale'. Ha tutta l'aria di un consiglio tendente a condizionare i progettisti e a mantenere il catafalco su per (e senza) giù, dove è.     
Un'amministrazione podestarile non avrebbe potuto fare di meglio.

Giuseppe Motta