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Da ex GIL a Vivaio
INTERPELLANZA IN CONSIGLIO COMUNALE

Armando Pioltelli
March 04, 2005 3:19 PM


Inaugurazione del palazzo GIL - Fototeca Biblioteca Civica
Inaugurazione del palazzo GIL - Fototeca Biblioteca Civica

Come consigliere comunale ho ricevuto un invito per partecipare alla presentazione del primo volume dell'opera “il fascio a MONZA 1934 XII e. f. era fascista”.
L'invito riporta alcuni passi, come non cancellare la nostra storia e la memoria non solo cittadina, riprende articoli della rivista di Monza periodico fondato dal fascio, ricorda le opere pubbliche a cura della podesteria CATTANEO, cita che nel periodo prebellico, quando tanti Italiani (“la perfetta fusione fra popolo e fascismo”) si mostrano entusiasti e coinvolti dal nazionalismo, sicuri che il duce li avrebbe portati a giocare un ruolo importante fra le nazioni mondiali.
Vorrei dare il mio contributo storico .
L'era fascista iniziò nel 1922, dal 1924 in ITALIA non si votò più, nacque una dittatura violenta e antidemocratica dove tutti furono messi in divisa, nel 1924 si svolsero le ultime elezioni e a MONZA il listone fascista arrivò terzo con il 16,9% dopo i popolari 32,3% e socialisti unitari 17,1%.
Mussolini reagì a suo modo e le organizzazioni cattoliche pagarono duramente la loro fedeltà al partito Popolare.
Il 7 aprile del 1924 centocinquanta squadristi assaltarono palazzo RAIBERTI, sede monzese delle associazioni confessionali dell'intera BRIANZA, devastarono i locali e gli arredi, bruciando documenti, senza neppure rispettare le statue dei santi e i ritratti dei pontefici.
Le violenze continuarono nei giorni successivi, vennero date alle fiamme la sede de ”Il Cittadino” e della tipografia sociale, mentre le forze dell'ordine assistevano inerti, o complici, alle devastazioni.
L'eco di questi avvenimenti arrivò oltre Tevere, il Cardinale GASPARRI inviò alla Azione Cattolica 500.000 lire a nome del santo padre PIO XI.
GIL significa gioventù Italiana del littorio, simbolo del partito fascista, partito unico, creatura di Mussolini che impose la dittatura dal 1926 all'otto settembre 1943 e continuò come regime reggi coda dei nazisti invasori fino al 25 aprile 1945.
Quindi la podesteria Cattaneo non la votò nessuno, ma si impose con al violenza, presso la GIL furono uccise le coscienze, indottrinate le giovani generazioni, in quel luogo si addestravano i giovani alla guerra, ogni sabato, e al lunedì per parrucchieri macellai e salumieri, i giovani dai 18 ai 21 anni venivano addestrati al premilitare, marciare e sparare con il moschetto 91/38, marciare per poi marcire nelle guerre di aggressione del FASCISMO, la nostra migliore gioventù fu costretta ad odiare e combattere, i nomi di 600 di loro sono scolpiti sul nostro monumento dei caduti PARTIGIANI, SOLDATI, FASCISTI, strappati alla vita e mandati a combattere nelle steppe e nei deserti, sui mari, con le scarpe di cartone e i cannoni di bronzo con le ruote di legno, mentre le madri donavano oro alla patria, per fortuna molti di quei giovani si ribellarono e riscattarono il PAESE gettato nel fango dal fascismo.
Presso la GIL passarono giovani partigiani per essere mandati alla tortura come ricorda NORI PESCE, nome di battaglia SANDRA, diciottenne, moglie oggi del comandante GIOVANNI PESCE medaglia d'oro al valor militare.
Sandra sotto tortura non parlò e salvò molti partigiani e tra questi il suo futuro marito, finì in un campo di concentramento nazista a Bolzano, altri invece finirono torturati e poi fucilati, MONZA è piena di lapidi.
Chiedo che l'urban center si chiami VIVAIO, il vecchio nome di quel luogo prima della dittatura, vivaio di pace, di idee e di progresso perché Monza CITTA' DELLA PACE sviluppi l'incontro tra i popoli e accolga tutti con il motto”nessuno è straniero nella mia città”.
VIVAIO CARLO MENGONI caduto a MONZA, ucciso da un colpo sparato da un cecchino fascista che combatteva per difendere una dittatura in piazza S.PAOLO, ultimo caduto monzese per la libertà, facciamo in modo che resti l'ultimo per l'eternità.

ARMANDO PIOLTELLI
PATRIZIA ZOCCHIO
GIOVANNI TADDEO
FRANCO BOSCARINO

Monza 03/03/05


Gimmi Perego
March 04, 2005 6:17 PM

Caro Armando,
 
condivido ed appoggio fortemente il tuo intervento.
Avevo letto anch'io nel libro di Giovanni Pesce dell'uso del palazzo GIL come sede di torture ai partigiani.
Trovo che il fatto che Allevi proponga una cosa del genere molto ma molto grave.
Contropropongo che sul palazzo venga apposta una lapide a ricordo delle torture fasciste, magari in occasione del 25 aprile...
 
Un cordialissimo saluto
Gimmi
 
 
Giuseppe Poliani
March 04, 2005 11:20 PM

Sarebbe una iniziativa molto bella questa lapide posta in occasione del 60° anniversario della Liberazione presso questo centro urbano polivalente, dove certamente transiteranno molti giovani. Si dovrebbe porre la lapide in un punto dove non si possa fare a meno di fissarla per almeno un attimo con lo sguardo.
 
Giuseppe Poliani 


Franco Isman
March 05, 2005 8:13 AM

Ex-GIL, un'occasione da cogliere al volo

A me sembra che la proposta di battezzare il nuovo centro comunale (o “Urban Center” come viene chiamato) ex-GIL sia estremamente interessante. Quale miglior sistema per ricordare che il fascismo, il regime fascista, c'è stato per più di vent'anni ed ha portato alle leggi razziali, alla guerra, alla collaborazione con i nazisti invasori, alle torture e alla morte?
Ex-GIL, a imperitura memoria.
E, naturalmente, la targa a ricordo delle torture perpetrate dai fascisti va messa, come dice Gimmi Perego, ed in una posizione “dove non si possa fare a meno di fissarla per almeno un attimo con lo sguardo”, come ribadisce Giuseppe Poliani. E quale miglior posto della ex-GIL per realizzare un museo della Resitenza?
Se la proposta fosse venuta dalla sinistra sarebbe stata molto probabilmente bollata come provocatoria e fomentatrice di odi. Ma la proposta viene da destra, non c'è che da approvarla!
Attenzione, questa non è una provocazione ma una proposta seria, e invito tutti gli amici, amministratori e non, a prenderla seriamente in considerazione, tanto pìù che nessun nome entusiasmante è saltato fuori.

Franco Isman


Simona Elli
March 05, 2005 10:13 AM

Se non l'avesse scritta Franco Isman la proposta di mantenere il nome ex
Gil l'avrei scritta io. Perchè non si può sperare di far ricordare alle nuove
generazioni qualcosa se ne vengono cancellate le tracce storiche anche di
tipo urbanistico. Una città è fatta anche delle sue "brutture" così che la
gente, anche quando l'ultimo uomo della generazione che ha fatto la guerra
se ne sarà andato, potrà continuare a guardare il monumento che fa vivere,
attraverso la propria fisionomia, i suoi mattoni, il sangue che lì dentro
è stato versato. PIù che una semplice targa (non le amo lo ammetto, troppo
fredde) io proporrei di creare all'interno uno o due totem (ne fanno di molto
belli, leggeri, poco ingombranti) con una sintesi storica di ciò che era
il palazzo, di ciò che succedeva lì dentro magari anche con foto di repertorio
(di sicuro ce ne saranno da qualche parte). Si crea così un piccolo angolo
dove conoscere la storia della città e di questo monumento che la forza degli
uomini ha saputo trasformare da palazzo di torture ad palazzo di promozione
culturale.

simona


Franco Isman
March 05, 2005 12:12 PM
Fw: Museo della Resistenza

Penso Teresa non me ne voglia se rilancio sul forum la sua lettera...
Fr.I.
 
From: <teresa.mione@iol.it>
March 05, 2005 10:22 AM
Museo della Resistenza

Caro Franco, anche se uscita dal Forum ne  leggo ugualmente i vari interventi e mi ha fatto piacere che tu abbia ripreso la mia "vecchia" proposta di costituire il Museo della Resistenza all'ex-Gil, che costituendo l'urban center e quindi punto di riferimento di turisti, di scolaresche, di monzesi stessi, tutti abbiano la possibilità, con chiarezza, di apprendere la storia della nostra città. Storia che è fatta soprattutto dai suoi abitanti, e in questo caso, monzesi che  hanno lottato perchè essa ridivenisse libera e democratica.

Ciao
Teresa 


Carlo Arcari
March 05, 2005 2:58 PM

Quello della Resistenza era proprio il museo che mancava a Monza che notoriamente
ne dispone di molti. Bella idea farlo nella ex Gil, ma poi perché ex, chiamiamola
Gil così ci ricordiamo meglio, anzi facciamo una operazione memoria più
vasta e completa sempre per il bene dei giovani che crepano dalla voglia
di sapere tutto del nostro passato prossimo e remoto leggendo lapidi e visitando
musei. Ribattezziamo l'ufficio delle imposte col suo vero nome che è Casa
del Fascio, mettiamoci anche lì un bel totem interattivo così mentre uno
aspetta di andare allo sportello o nell'ufficio si rinfresca la memoria.
Da non dmenticare poi la scuola oggi intestata mi pare a Paolo Mantegazza
che dovrebbe in nome della memoria riprendere il suo originario nome che
è quello della mamma del duce, Rosa Maltoni. Anche lì potremmo metterci
un info point con la storia della famiglia Mussolini. Perché infine non
completare la cosa ribattezzando corso Vittorio Emanuele con il nome di
Ettore Muti come durante la RSI, così i fanciulli sapranno anche dell'esistenza
di questo per personaggio e sapranno cosa è stata la Repubblica di Salò.
Davvero un buona idea, complimenti, anche alla Vispa Teresa e al suo postino.



Giuseppe Motta
March 05, 2005 6:33 PM
'A' non è 'non A'
 
Nessuno può ritenere che la medesima cosa sia e non sia, come alcuni credono dicesse Eraclito (Aristotele, Metafisica).
Se un cerchio è un cerchio, non è anche un triangolo, tanto per fare un esempio.
E' il principio di non contraddizione che nei fatti e per millenni è stato violato nei ragionamenti umani ma che ora è superato grazie a una 'Geniale Intuizione Lungimirante' (GIL) corollario della teoria della relatività.
L'idea di chiamare GIL la GIL, sostenuta ecumenicamente, è un raro esempio di come sia possibile volere lo stesso fine ma a fini contrapposti.
C'è chi vuole la GIL per nostalgia e per significare che è proprio la GIL e c'è chi vuole la GIL pur aborrendola per significare che non è la GIL.
La genialità consiste nel premettere a GIL la particella 'ex' che permette agli uni di dire che purtroppo non è più proprio la GIL di un tempo e agli altri di dire che per fortuna non lo è più: un 'ex' che unisce per una GIL che divide.
Se è quel piccolo e comodo 'ex' a permettere di marciare uniti in direzioni opposte tanto varrebbe non parlare più di GIL ma solo di 'ex'. Così chi vorrà evadere un pò andrà all'ex-odus e chi vorrà invadere all'ex-odux.
Soluzione pratica perchè quando 'ex' è unito ad altre parole finisce, a differenza del 'fu', col cadere nell'uso pratico: così fu per la ex villa reale.
Fanno eccezione solo gli ex voto che in politica indicano le schede bianche di elettori che apprezzano uno schieramento disprezzandolo e disprezzano l'altro apprezzandolo.
Del resto siamo tutti un pò ex anche se ci vergognamo ad ammetterlo. Qui il principio di non contraddizione è motivo di orgoglio.
Proprio qui dove occorrerebbe fare il contrario, ammettendo le proprie contraddizioni e rivendicando con forza il diritto di contraddirsi.
Che mi stia contraddicendo?

Giuseppe Motta


Alfredo Viganò
March 05, 2005 10:15 PM
G.I.L. Un nome difficile


LO SMERALDO

Il Cinema si chiamava "LO SMERALDO", ma non era un gioiello splendente. Si pagava poco, ed era un po sporco, in un certo periodo solo li si potevano vedere due film in continuazione con un solo biglietto.
Ci andai due o tre volte da ragazzino, con amici. Mi ricordo che era, in quel periodo, pieno di militari in divisa con i dialetti di tutta Italia.
Capii il perchè vedendo poche ragazze presenti accerchiate e che allora intuii essere compiacenti e di mestiere.Il cinema era quello della ex G.I.L.-
(avete notato che a Monza ci sono tanti posti EX?).

SALO'

Nel documentato libro di Diligenti e Pozzi (La Brianza in un secolo di storia d'Italia 1848-1945) troviamo, a pag. 325, "... Ma il capoluogo brianzolo era anche un presidio importante per tedeschi e repubblichini. In città abbondavano truppe naziste, i militi della Gnr, brigate nere, squadre di polizia politica e persino SS al seguito del generale Willy Tensfeld.
Giuseppe Vago, in una rievocazione di quel periodo, ha descritto così questa situazione monzese: La proclamazione repubblichina portò un notevole rincrudimento nell'atteggiamento vessatorio e repressivo di gerarchi e gerarchetti, protetti dalle autorità militari tedesche... mentre nella Villa
Reale, imperava il colonnello Agosteo, alla Villa Blanc si era insediato nientemeno che il comando generale delle SS, in Comune agiva dispoticamente il Podestà Angelantonio Bianchi (G.Vago Resitenza e Liberazione). Un comando delle Gnr si era sistemato in via Regina Teodolinda, ... Buzzelli inoltre ricorda, oltre al famigerato Gatti che operava alla Villa Reale, IL SERGENTE WERNICH, UN ALTRO SGHERRO... MOLTI HANNO CONOSCIUTO LA FEROCIA DI QUESTO SERGENTE DI FERRO; NON POCHI LO HANNO SUBITOIN VESTE DI IENA NEI LOCALI DELLA EX GIL E NEGLI ALTRI DI VIA TOMMASO GROSSI, DOVE SI AVVALEVA ANCHE DI GROSSI CANI LUPO, ADDESTRATI AD AZZANNARE I PARTIGIANI."
(A.Buzzelli, Monza nella Resistenza).

UN NOME DIFFICILE

Una cosa è certa, per ricordare ci vuole una lapide e non basta, per andare avanti, o titoliamo memorie del meglio che abbiamo avuto in città (che mi sembra più giusto della memoria in negativo )o troviamo il nuovo, che è più difficle ma si può fare. In ambedue i casi non mancano possibilità. Davanti metterei anche un monumento e dietro, aprirei il Parco esistente e da
ampliare oltre il Lambro, dove c'era prima la tendopoli o capanne, cimitero e ospedale degli appestati del '500 e del '600 (Si veda il bel libro del 1976 di Amedeo Bellini sul restauro di San Gregorio). L'Oratorio di cui è rimasto solo l'edificio principale, del '700, sembra su disegno del Richino.
L'oratorio fu poi circondato dal Regio Vivaio che venne realizzato anche ai fini della costruzione del Parco reale.Poi, dopo l'unità di Italia il Cimitero di San Gregorio. Gli interventi ulteriori della Ferrovia. Nel 1930 viene soppresso il Cimitero che vede l'abbattimento dell'interessante
portico nel '33, 34, anche per realizzare il complesso della Gil e del connesso Campo sportivo.
Sarà necessario mettere mano anche alla sistemazione di Piazza Castello dove si sta lavorando al nuovo ingresso alla Stazione Centrale e definendo i nuovi percorsi ciclo-pedonali. Tutta la zona è di interesse anche storico e archeologico per le chiuse Viscontee del Fiume e la presenza di archeologie industriali. Il PRG prevede un ambito di riqualificazione urbana Un nome difficile quindi in una zona di grande interesse per la riqualificazione della Città.

Alfredo Viganò


Carlo Arcari
March 06, 2005 4:50 PM
Oltre il giardino

Ha ragione Viganò, basta col passato, doloroso e triste, che non è mai stato fonte di ispirazione positiva per nessuno. La malattia di Monza va curata con il nuovo e con il ricordo del passato allegro e vitale della città. Basta con le lapidi di pietra fredda e tombale, le corone d'alloro lasciate ad avvizzire, come la memoria di chi le depone, sui monumenti pubblici dove si pretende di celebrare con parole inevitabilmente grondanti retorica il sangue sparso. Vivaio è il nome migliore che per me si può dare all'edificio di Piazza Castello, perché è un nome positivo che significa giovane vita che cresce, cura di nuove pianticelle, sviluppo di nuove idee e nuove opere, destinate a mettere radici oltre il giardino dove sono nate e dove hanno messo le prime gemme. La lapide a ricordo dell'uso che in passato è stato fatto dello stabile mettiamola se proprio ne sentiamo il bisogno, anche se non è con le lapidi che, oggi come ieri, si tramanda meglio la memoria. Isman dovrebbe saperlo meglio di tutti, lui che appartiene al popolo del libro. Le tavole di Mosè sono andate perdute con l'Arca, ma il rotolo della Torah viene letto tutti i sabati, da migliaia di anni. Anche perché, mi si passi la battuta (di Moni Ovadia), è più facile salvarsi da un assedio e dal saccheggio portando un rotolo di pergamena sotto il braccio, che con una cassa piena di pietre in spalla.