Inaugurazione del palazzo GIL - Fototeca Biblioteca Civica
Come consigliere comunale ho ricevuto un invito per partecipare alla presentazione del primo volume dell'opera il fascio a MONZA 1934 XII e. f. era fascista.
L'invito riporta alcuni passi, come non cancellare la nostra storia e la memoria non solo cittadina, riprende articoli della rivista di Monza periodico fondato dal fascio, ricorda le opere pubbliche a cura della podesteria CATTANEO, cita che nel periodo prebellico, quando tanti Italiani (la perfetta fusione fra popolo e fascismo) si mostrano entusiasti e coinvolti dal nazionalismo, sicuri che il duce li avrebbe portati a giocare un ruolo importante fra le nazioni mondiali.
Vorrei dare il mio contributo storico .
L'era fascista iniziò nel 1922, dal 1924 in ITALIA non si votò più, nacque una dittatura violenta e antidemocratica dove tutti furono messi in divisa, nel 1924 si svolsero le ultime elezioni e a MONZA il listone fascista arrivò terzo con il 16,9% dopo i popolari 32,3% e socialisti unitari 17,1%.
Mussolini reagì a suo modo e le organizzazioni cattoliche pagarono duramente la loro fedeltà al partito Popolare.
Il 7 aprile del 1924 centocinquanta squadristi assaltarono palazzo RAIBERTI, sede monzese delle associazioni confessionali dell'intera BRIANZA, devastarono i locali e gli arredi, bruciando documenti, senza neppure rispettare le statue dei santi e i ritratti dei pontefici.
Le violenze continuarono nei giorni successivi, vennero date alle fiamme la sede de Il Cittadino e della tipografia sociale, mentre le forze dell'ordine assistevano inerti, o complici, alle devastazioni.
L'eco di questi avvenimenti arrivò oltre Tevere, il Cardinale GASPARRI inviò alla Azione Cattolica 500.000 lire a nome del santo padre PIO XI.
GIL significa gioventù Italiana del littorio, simbolo del partito fascista, partito unico, creatura di Mussolini che impose la dittatura dal 1926 all'otto settembre 1943 e continuò come regime reggi coda dei nazisti invasori fino al 25 aprile 1945.
Quindi la podesteria Cattaneo non la votò nessuno, ma si impose con al violenza, presso la GIL furono uccise le coscienze, indottrinate le giovani generazioni, in quel luogo si addestravano i giovani alla guerra, ogni sabato, e al lunedì per parrucchieri macellai e salumieri, i giovani dai 18 ai 21 anni venivano addestrati al premilitare, marciare e sparare con il moschetto 91/38, marciare per poi marcire nelle guerre di aggressione del FASCISMO, la nostra migliore gioventù fu costretta ad odiare e combattere, i nomi di 600 di loro sono scolpiti sul nostro monumento dei caduti PARTIGIANI, SOLDATI, FASCISTI, strappati alla vita e mandati a combattere nelle steppe e nei deserti, sui mari, con le scarpe di cartone e i cannoni di bronzo con le ruote di legno, mentre le madri donavano oro alla patria, per fortuna molti di quei giovani si ribellarono e riscattarono il PAESE gettato nel fango dal fascismo.
Presso la GIL passarono giovani partigiani per essere mandati alla tortura come ricorda NORI PESCE, nome di battaglia SANDRA, diciottenne, moglie oggi del comandante GIOVANNI PESCE medaglia d'oro al valor militare.
Sandra sotto tortura non parlò e salvò molti partigiani e tra questi il suo futuro marito, finì in un campo di concentramento nazista a Bolzano, altri invece finirono torturati e poi fucilati, MONZA è piena di lapidi.
Chiedo che l'urban center si chiami VIVAIO, il vecchio nome di quel luogo prima della dittatura, vivaio di pace, di idee e di progresso perché Monza CITTA' DELLA PACE sviluppi l'incontro tra i popoli e accolga tutti con il mottonessuno è straniero nella mia città.
VIVAIO CARLO MENGONI caduto a MONZA, ucciso da un colpo sparato da un cecchino fascista che combatteva per difendere una dittatura in piazza S.PAOLO, ultimo caduto monzese per la libertà, facciamo in modo che resti l'ultimo per l'eternità.
ARMANDO PIOLTELLI
PATRIZIA ZOCCHIO
GIOVANNI TADDEO
FRANCO BOSCARINO
Monza 03/03/05 Gimmi Perego
March 04, 2005 6:17 PM
Caro Armando,
condivido ed appoggio fortemente il tuo intervento.
Avevo letto anch'io nel libro di Giovanni Pesce dell'uso del palazzo GIL come sede di torture ai partigiani.
Trovo che il fatto che Allevi proponga una cosa del genere molto ma molto grave.
Contropropongo che sul palazzo venga apposta una lapide a ricordo delle torture fasciste, magari in occasione del 25 aprile...
Un cordialissimo saluto Gimmi Giuseppe Poliani
March 04, 2005 11:20 PM
Sarebbe una iniziativa molto bella questa lapide posta in occasione del 60° anniversario della Liberazione presso questo centro urbano polivalente, dove certamente transiteranno molti giovani. Si dovrebbe porre la lapide in un punto dove non si possa fare a meno di fissarla per almeno un attimo con lo sguardo.