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Disastri e grandi eventi

Giacomo Correale
March 25, 2010 9:59 AM


Si è discusso molto, nei mesi scorsi, sulla questione se la Protezione civile debba occuparsi anche dei grandi eventi. E credo che tutte le persone ragionevoli si siano convinte che non è opportuno usare uno strumento nato per far fronte ad  emergenze naturali, e come tale dimostratosi molto efficace (merito del dimenticato Zamberletti), anche per emergenze "soggettive", cioè causate dalla inefficienza della pubblica amministrazione.
Come logica conseguenza, ecco che si profila una nuova legge che estende ai comuni la facoltà di usare la Protezione civile per i grandi eventi (o per quelli piccoli definiti grandi), naturalmente con l'imprimatur della presidenza del consiglio.
Incoerenza, insulto alla logica? Manco per niente. Si tratta al contrario di una precisa strategia di stampo fascista. Non si riesce, nè si vuole, procedere con la riforma della pubblica amministrazione (quel poco che si è fatto è stato merito di Sabino Cassese e di Franco Bassanini. Altro che Brunetta!), e si inventano bypass che danno mano libera al potere esecutivo, con propri uomini e per propri interessi.
Hanno tentato anche con le ronde, nel campo molto sensibile della pubblica sicurezza. A quando la Milizia per la Sicurezza Nazionale? Naturalmente in divisa nera.
 
Giacomo Correale Santacroce

Supplemento: Avrete notato che, ad ogni elezione amministrativa, il nostro ahinoi fa notare agli elettori che se eleggeranno governi locali "omogenei" con il governo centrale, le loro richieste saranno graziosamente soddisfatte, mentre se eleggeranno degli avversari, mal gliene incoglierà.
Quindi, se un comune sarà governato da suoi amici, potrà inventarsi i grandi eventi che vuole e realizzarli con il beneplacito dell'ahinoi e legibus soluti. Altrimenti potrà morire d'inedia..
Avremo così due categorie di amministratori locali: i sindaci e i podestà.
 
GCS


Giuseppe Pizzi
March 26, 2010 2:15 PM

Per queste regionali il nostro presidente si è spinto ancora più in là. Ha osato affermare che per il buon funzionamento dello Stato il governo nazionale e i governi regionali devono essere in sintonia, e quindi guai a mandare l'opposizione al governo delle regioni, si creerebbe un insanabile conflitto fra istituzioni. E per prevenire che i suoi candidati al governo delle regioni, una volta insediati, possano cedere al prurito dell'autonomia, li ha sottoposti all'umiliazione del pubblico giuramento, un rito assimilabile ad un'orgia di prostituzione collettiva al volere del capo. L'unico che non ne ha voluto sapere è stato Zaia, si è detto impossibilitato per precedenti impegni e non si è fatto vedere. 

G. Pizzi

giuramento


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