prima pagina pagina precedente




Un'alternativa al governo Renzi ?

Umberto De Pace
11-dic-2014 22.54

porcellum

Riprendo con piacere l'apertura data da Giuseppe Pizzi ad un'alternativa all'esistente (vedi Le ragioni di un'antipatia 2014). Mai arrendersi ... pur nel mezzo della “crisi economica più lunga della storia”. L'alternativa non si vede, almeno questo resta il mio parere, ma certamente si può sempre tentare di costruirla. 

Bene, da dove partiamo?
Ciò che io vedo impellente è la costruzione di un nuovo assetto democratico di rappresentanza che rispecchi, nel modo più ampio possibile, l'elettorato di questo paese. Spero sia chiaro ai più che da questo punto di vista non si possa guardare, come inopportunamente, troppo spesso, è stato fatto in questi anni, alla "grande democrazia americana" , che di grande avrà l'estensione del territorio ma certamente non il bacino dei suoi elettori “attivi”. Senza dimenticare la potente influenza che hanno su di essa le lobby di ogni genere. La deriva  della politica nostrana, di questi ultimi vent'anni, accompagnata da una imperdonabile incapacità di tracciare prospettive e progetti di cambiamento, ci consegna una Little Italy  con tutto ciò che ci siamo già detti e con una legge elettorale che solo degli antipolitici potevano inventarsi: il porcellum. Ancora oggi lo stesso presidente Napolitano – lo dico con sincero rispetto per l'uomo e la carica che ricopre – non capisce che l'antipolitica è stata progettata e costruita (inco)scientemente, in questi ultimi lunghi anni, all'interno dei palazzi della politica stessa, delle istituzioni e delle sedi dei partiti (prima di tutto).

Come uscirne?
La legge elettorale è il fulcro del sistema e la sua efficacia si misura non solo sulla sua garanzia di governabilità ma, ancor prima, sulla sua capacità di rappresentanza. In tal senso “costringere” o pensare di “ridurre” il tutto a due grandi schieramenti contrapposti e monolitici vuol dire impoverire la democrazia. Porre invece delle soglie, anche alte, per l'accesso alla rappresentanza, ma garantendola in tutto i modi possibili è, a mio avviso, fonte di ricchezza e crescita per una democrazia. Questo è il nodo centrale a cui affiancare il delicato equilibrio della governabilità, da cui non si può prescindere, visti i trascorsi passati e recenti e, non ultimo, il problema dell'investitura e della scelta dei rappresentanti da affrancare dai diktat delle segreterie di partiti e, ancor peggio, dalla mafia-politica.
E questa la strada giusta per la ricerca di un'alternativa? In quale direzione si sta andando? 

Umberto De Pace 


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati