Visite domiciliari
Giuseppe Pizzi 31-mar-2015 19.24
Sentite questa, riportata fresca fresca sul sito di Repubblica. Il presidente del PD siciliano, tale Marco Zambuto, costretto a dimettersi perché reo di aver incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli, in compagnia di un esponente di Forza Italia, tale Riccardo Gallo Afflitto. Scopo della visita, un inciucio, cioè la partecipazione massiccia di elettori di Forza Italia alle primarie del PD di Agrigento per assicurare il successo di Silvio Alessi, uno che subito dopo aver vinto si è affrettato a dichiarare di non appartenere al centrosinistra. Il bello è che più scatenati contro Zambuto sono i luogotenenti renziani "senza se e senza ma" Lorenzo Guerini e Davide Faraone. Da che pulpito! E l'improvvisata di Renzi a Villa S. Martino di Arcore, quando non era niente di più che un sindaco del PD, seguita da pubblici attestati di reciproca simpatia? Aveva forse chiesto e ricevuto il benestare di Bersani? E i conciliaboli giornalieri con Verdini, che altro sono se non un inciucio per arrivare a una sordida legge elettorale che fa strame della repubblica parlamentare? E, tutto sommato, che scandalo c'è se le primarie del PD le vince un ex del PdL? Dovevano immaginarlo che sarebbe finita così, quando hanno fatto i capricci perché le primarie della segreteria Bersani non erano abbastanza "aperte". Ma forse quella di Guerini e Faraone è solo una recita in onore del ruolo. In fin dei conti, hanno un capo che vuole fare del PD il "partito della nazione", non possono seriamente guardare tanto per il sottile e distinguere tra destra e sinistra, chi entra entra. Giuseppe Pizzi Giacomo Correale 31-mar-2015 21.53 Le primarie sono una istituzione che si basa sulla fiducia e sulla lealtà diffuse, che caratterizzano le democrazie affermate. Anche negli USA si prestano a volte a inconvenienti, forse inferiori a quelli che si verificano in Italia, dove l'istituto è di recente introduzione, e di cui il caso siciliano è un esempio limite, dovuto a gente che non sa cosa significhino fiducia e lealtà, cioè convivenza civile. Questo non significa che si debba abbandonare lo strumento civile, cercando di perfezionarlo, con la consapevolezza che non sarà mai perfetto. Giacomo Correale Santacroce Giuseppe Pizzi 1-apr-2015 21.48 In un partito - parlo del PD, degli altri mi interesso poco e ancor meno mi preoccupo - che si regga sulla pratica diffusa di virtù democratiche come fiducia e lealtà, gli iscritti non sarebbero spogliati delle prerogative fondamentali di scelta dei dirigenti e di designazione dei candidati. E perciò, della legittimazione a torto o a ragione attribuita alle primarie non ci sarebbe alcuna necessità. In quello che si insiste a magnificare (con un calo di entusiasmo, per la verità) come il più genuino dei metodi di selezione democratica io vedo invece il sintomo più evidente della grave confusione organizzativa e di indirizzo politico in cui il PD continua a versare (l'amalgama mal riuscito). Scarseggiando la fiducia nella limpidezza, nel disinteresse e nella sensatezza delle scelte interne, il PD esce da circoli e sezioni, apre i gazebo e affida il suo destino all'indistinto popolo delle primarie. Ora mi chiedo, perché mai dovrebbe incontrare sulla pubblica piazza quell'onestà e quella lealtà che non riesce a garantire in casa propria? La risposta nei fatti di Sicilia, Roma, Campania, Liguria G. Pizzi Franco Isman 3-apr-2015 19.59 Le primarie mi sembrano un bel elemento di democrazia. E' però del tutto assurdo basarle sulla fiducia e lealtà di chi vi partecipa. Altrettanto assurdo, è già stato detto, che il segretario di un partito possa essere eletto da chi a quel partito non appartiene. La soluzione è estremamente semplice: alle primarie di un partito partecipano soltanto quelli che a quel partito sono iscritti da un certo periodo di tempo (da definire). Franco Isman EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati |