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LETTERA DALLA PARROCCHIA
Misericordia come stile di vita
L'attualità di un tema per nulla scontato


Un mondo senza compassione e senza misericordia è un mondo freddo” ha ricordato già dall'inizio dell'incontro don Enrico Radaelli, parroco di Montevecchia, per introdurre il tema della Misericordia, fondamentale nella Bibbia e nel cuore del Padre, così da essere “il nome di Dio” e non soltanto termine quasi accessorio, che risuona ermetico nel testo di alcune preghiere.
La Misericordia, concetto molto caro anche a Papa Francesco e centrale nella bolla pontificia “Misericordiae Vultus”, con la quale il pontefice ha annunciato l'avvio dell'Anno Santo, non è solo perdono: è il dono di un Dio che “non chiede, ma dona”. Un Dio che crede nel futuro dell'uomo, che apre ad un domani nuovo e ricco di umanità. E' il dono di un Dio così totalmente innamorato dell'uomo da scommettere sul suo futuro donandogli sempre un “dopo”, un nuovo inizio, un “va', d'ora in avanti...”, come dice Gesù stesso all'adultera, che la folla voleva lapidare; una nuova ripartenza, come ha fatto con la Samaritana al pozzo, per schiuderle un futuro con “sete di cielo e fame di eternità”.

Ecco che Misericordia diviene concreto stimolo a considerare la vita di ogni uomo come una continua ri-nascita, in una visione che ribalta il presunto destino nichilista dell'uomo, inesorabilmente incanalato verso la morte, in un nuovo progetto di vita, perché l'esistenza di ognuno sia sempre “il canto di una sorgente” ed il Regno di Dio possa iniziare già su questa terra.

Chi era presente giovedì 18 febbraio all'incontro nell'oratorio di Montevecchia ha sentito risuonare la Misericordia come un'arte che si impara, se si tengono presenti tre verbi fondamentali (mutuati dalla parabola del buon Samaritano nel Vangelo di Luca): vedere, fermarsi e toccare. Tre verbi che sembrano “piccoli gesti” ma che sono il profumo di Dio sulla Terra, segni di come Lui ama e di come ci chiede di amarci gli uni con gli altri. Tre verbi che sottolineano come la Misericordia sia compassione, cioè capacità di vedere con il cuore, con uno sguardo non giudicante, ma ricco di cielo; capacità di fermarsi, perché dedicare tempo al prossimo è già in sé una bellissima dichiarazione d'amore; capacità di toccare facendosi vicini perché, come ricorda don Enrico, non ha senso varcare le porte sante delle cattedrali “e non passare la porta santa di un povero, di un malato, non far varcare la porta di casa a uno che ha fame, o la porta del cuore a uno che è solo. Non ha senso chiedere misericordia a Dio e non offrirla a chi vive vicino a noi”. La Misericordia è un'arte che si impara giorno dopo giorno per “rinascere sempre di più” verso un oltre che sia sempre vicinanza e com-passione, mai rifiuto ed emarginazione. E' il modo di esistere, di affrontare, di guardare alla vita amando Dio e i fratelli in un connubio forte ed inscindibile: ama il prossimo tuo come te stesso, secondo il comandamento che Dio ci ha dato, come affermava il cardinal Martini riprendendo l'originale ebraico del testo “perché il tuo prossimo è come te”. Perché l'amore verso il prossimo fa capire se si ama davvero Dio: “se uno non ama il prossimo che vede, non può dire di credere e di amare Dio che non si vede”.

Misericordia declinata come amore gratuito e puro: un amore che l'uomo ha nel proprio repertorio, ma che spesso dimentica, scordandone profumo e sapore. Un amore che sa essere così esigente da riuscire a reinterpretare le regole, quelle norme fredde, preconfezionate e cementate dall'abitudine, da rispettare con sacro zelo; un amore che riesce, invece, ad andare oltre, ad inventare nuovi orizzonti capaci di far nascere entusiasmo e scaldare il cuore, poiché in una relazione d'amore “la legge nasce spontanea ”.

Una stimolante serata dedicata alla Misericordia, con il tocco delicato, intenso ed unico di don Enrico, capace di far sentire la Parola di Dio come sorpresa sempre nuova e bella, che riesce a creare continue relazioni, inaspettate ed inattese, a far scaturire domande da mettere in comune per ri-chiamarsi
tutti all' ascolto di Gesù. Un importante momento di incontro, dove vita è davvero. Un attimo di eterno lungo il soffio di una sera che fa riflettere e induce a scoprire con stupore che “solo l'amore e la misericordia saranno l'unica cosa che potremo portare con noi e presentare a Gesù”.

Xenia Marinoni ed Emanuele Sironi


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