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Dal “Fumus persecutionis” alla “questione morale”
nel PD e nei cattolici italiani, scout compresi
Giuseppe Poliani

Questione morale

Siamo partiti dall'andreottiano ed azzeccagarbugliano “Fumus persecutionis” nel 1993 per arrivare, dopo 25 anni di innumerevoli “grida” lanciate dagli inquisiti e loro sostenitori contro le toghe rosse, la giustizia ad orologeria (Berlusconi, 1996-2011) e la barbarie giustizialista (Renzi, 2016), ad ammettere l'esistenza di una questione morale nella politica ed in particolare nel PD, attuale maggior partito laico-cattolico e moderato di sinistra (?).
Questione morale nella quale chi ne è stato miseramente travolto oggi come allora vorrebbe risucchiare tutti indistintamente, per creare un nuovo “fumus” egualitario al pari di quanto dice Cacciari, che la corruzione in Europa è dappertutto (non è vero, in realtà il 60% è in Italia).

In realtà questa questione morale mette a nudo due cose: a) una situazione di corruzione certamente pesante, diffusa, recidiva, sistematica e talvolta legata alla mafia, in aumento rispetto al passato ma ben circoscritta e presente in grande maggioranza nell'area dei partiti di governo laici, moderati, cattolici o liberali-liberisti che hanno governato l'Italia negli ultimi 70 anni e che non riescono a farsi pulizia a casa propria buttando fuori questi criminali; b) la irriducibile meschinità di chi vuole alimentare una simile operazione culturale di normalizzazione per dimostrare che “cosi fan tutti” e per coprire se stesso e le proprie colpe.
E' piuttosto umiliante vedere un Verdini già condannato e con sei processi in corso modificare la Costituzione del 1948 insieme a Renzi che lo difende con un garantismo nauseabondo.

Restano fuori da questo sfacelo pochissimi partiti o movimenti come il M5S, in cui si è verificato qualche caso molto meno grave di altri e in numero infinitamente inferiore agli altri partiti, la sinistra radicale di PRC, L'altra Europa con Tsipras, i Verdi, e pochi altri partiti minori.
A ciò si aggiunga, con grande rammarico e amarezza per chi è stato ferito e danneggiato nei propri valori morali e civici da questi comportamenti criminali, la triste consapevolezza ormai consolidata in questi ultimi 25 anni, nel vedere soprattutto una incapacità storica e strutturale dei cattolici ad essere fermento nella società civile, a proporsi come forza innovativa di governo schierata dalla parte dei più deboli e degli ultimi in opposizione ad un liberismo esclusivista, incapace all'autocritica e incapace a saper custodire ed attuare una comportamento trasparente ed una cultura di governo non appiattita sulle richieste neoliberiste dell'occidente e del mercato.

La complicità e il ritardo nel reagire a questa disfatta morale ha aggravato la situazione del paese impoverendolo e arretrandolo culturalmente e moralmente: oggi far rispettare una regola piccola o grande che sia è un'impresa non da poco dai più piccoli alla scuola materna ai top manager delle multinazionali e ai governanti.
Che un liberista o un laico sostenga e inneggi al libero mercato è normale, anche se così si dimostra di vista un po'corta perché il capitalismo come lo abbiamo visto fino ad oggi è finito, ma che ci siano le schiere di cattolici e laici che lo seguono questo è provocatorio e paradossale. E così dopo 25 anni di politica diventata una partita di calcio la nostra Costituzione, dopo essere stata venerata ipocritamente fino a ieri, è diventata oggi il maggior ostacolo alla crescita economica (?) e si apprestano a picconarla.

Siamo arrivati ad un livello americano intorno al 50-60% di votanti come succede in USA, con gran piacere da parte della nostra classe politica dirigente che non si cura di chi non va a votare ma, anzi, li incoraggia a non andare, o in modo esplicito o con i propri comportamenti e comunicando la propria politica con frasi da stadio o insulti ai quali non si può ribattere.
Ogni giorno dovremmo ricordare ai pretoriani del governo Renzi ad esempio che il 40% del 60% (ultime elezioni europee) di voti al PD equivale al 24% degli italiani cioè ad una minoranza che governa in barba alla democrazia rappresentativa proporzionale.
Ma la rappresentatività non importa a questi signori e a questo dunque ci hanno portato: dopo una cruenta e drammatica Liberazione, dopo una faticosa ricostruzione che la mia generazione si è trovata pronta fra le mani, dopo uno straordinario quanto dimenticato Concilio Vaticano II e dopo un sussulto culturale innovativo e rivoluzionario che ha lasciato il segno in ogni branca del sapere occidentale, qualcuno ha iniziato a dire agli italiani di andare al mare invece di partecipare: gli italiani gli hanno creduto e l'hanno difeso ed oggi i suoi nipotini ci hanno portato qui.

Giuseppe Poliani

9 maggio 2016, Festa dell'Europa


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