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La tragedia della discoteca
e la complessa vita notturna
Luca Polacco su Piazza d'Uomo

discoteca"

Prendiamo spunto dalla tragedia della discoteca di Corinaldo dove si devono contare 7 vittime (una mamma e 6 giovanissimi) ed altri 120 sono rimasti feriti, alcuni molto gravemente.
Si tratta però di un episodio a sé stante per la giovanissima età dei partecipanti, alcuni accompagnati dai genitori ad un concerto che pare addirittura organizzato da alcuni istituti scolastici. (In appendice un riepilogo degli avvenimenti).

Le considerazioni che seguono si basano sull'esperienza di un “mezzo giovane” che per molti anni ha frequentato la stragrande maggioranza dei locali di Roma, dai più “in” a quelli meno conosciuti. Da quelli più ricchi a quelli meno abbienti. Rilevandone una costante abbastanza spiacevole: il pressapochismo è parte integrante di questo paese in tutte le sue sfaccettature.

I LOCALI

In Italia, la vita notturna ricreativa è ancora vista in buona parte come un tabù o, nella migliore delle situazioni, come qualcosa da stigmatizzare. Chiamatela cultura, chiamatela come volete, ma in buona parte del resto dell'Europa (senza spingersi nel resto del mondo), la così detta “nightlife” viene valorizzata ed incentivata. È traino per il turismo, è motivo per cui i ragazzi scelgono quelle città per studiare ed affermarsi. Per citare la sola Berlino, nella capitale tedesca sono presenti più quartieri praticamente dedicati solo alla vita notturna (https://www.informagiovani-italia.com/vita_notturna_berlino.htm). Stessa cosa succede a Londra, a Barcellona, ad Amsterdam, patria europea del divertimento per antonomasia.

Ma quello che ha attirato la mia attenzione in questi giorni è uno studio condotto da Link Campus University (https://twitter.com/Ariachetira/status/1072447443181232128). Da questi dati si evince come quasi una persona su due arrivi nei locali avendo già bevuto alcol. Il 13,8% sembra arrivare nei locali avendo già consumato droga (generica, ma su questo preferirei non pronunciarmi, meriterebbe un discorso a parte) e che praticamente il 30% guidi in stato di ebbrezza.

Il fatto di entrare in un locale avendo già bevuto alcolici potrebbe voler dire tutto e nulla. Consumare in 4 una bottiglia di vino a cena prima di recarsi in discoteca ha lo stesso valore in termini di dati sondaggistici, eppure non credo nessuno si vada a scandalizzare per questa informazione. D'altro canto, buona parte dei locali di non primissima fascia offrono ai propri clienti una scelta bassissima di alcolici da consumare a prezzi assurdamente alti a discapito di qualità molto, molto basse.

Intendiamoci: il giovane 23enne con pochi soldi in tasca non andrà mai a cercare il whiskey conservato in botti di rovere per 20 anni durante la sua serata per locali il sabato sera.
Cercherà qualche benzina a basso costo che gli scaldi il corpo d'inverno e infiammi la sua serata, maledicendo le sue scelte ogni domenica mattina. Questo è normale, ma scandalizzarsi perché la gente arrivi, come si dice in gergo, “già bevuta” nei locali è abbastanza naive.

Riguardo la guida in stato di ebrezza, l'argomento è più articolato del previsto. A Roma, ma in generale in buona parte dell'Italia salvo poche eccezioni, la metropolitana e i mezzi pubblici tutti non funzionano proprio egregiamente, special modo nelle ore notturne. Oltre a non arrivare in determinati luoghi, smettono di funzionare a specifici orari, riprendendo ad altri.

Questa degli orari è una scelta condivisa in buona parte del resto dell'Europa, tranne a Londra dove si è deciso abbastanza di recente di tenere aperta la metropolitana 24 ore su 24. (https://thesubmarine.it/2017/02/14/le-metropolitane-europee-in-quattro-grafici/)

Un ragazzo di Roma che oggi vuole andare all'Ippodromo di Capannelle, sede ormai da diversi anni di un famoso festival di musica dal vivo estivo, per ascoltare la sua band preferita, sa come arrivare ma non come tornare. Sì perché la metro più vicina è quella di Cinecittà, distante 5.5 km a piedi.

Eventi di questo genere difficilmente finiscono prima della mezzanotte abbondante e il più delle volte si trovano in luoghi assai distanti dal centro città. Il ragazzo, magari minorenne, si trova dunque a fine concerto sbattuto fuori dall'evento e lasciato in balia del nulla. I pochi autobus che passano non gli servono, i taxi sono introvabili e fuori dalla sua portata economica. L'unica possibilità, dopo aver passato ore e ore in piedi per assistere ad un concerto che ha pagato, tasse comprese, consumando anche da bere magari all'interno del suddetto luogo, sempre pagandoci sopra le tasse, è quella di mettersi a correre.

Correre più veloce di quanto non abbia mai fatto, magari un po' alticcio, perché sa che sebbene sia sabato, l'ultima corsa della metropolitana di Roma sarà all'una e trenta del mattino. Ha così, nella migliore delle situazioni, 1ora per percorrere 5.5 km in tempo per riuscire a prendere l'ultimo treno che lo riporti più vicino a casa sua, con i cancelli che vengono chiusi dietro le sue spalle pochi secondi dopo essere riuscito ad entrare nella stazione, vedendo suoi coetanei rigettati perché magari non sono stati in grado di correre veloci quanto lui.

Ci si chiede poi perché la gente voglia prendere il proprio mezzo per spostarsi?

L'OPINIONE COMUNE.

Le reazioni generali che mi è capitato di leggere ed ascoltare sulla tragedia di Corinaldo vanno dal “mio figlio di 14 anni non lo mando alle serate che iniziano alle 2 del mattino” al “i testi di questo pseudo cantante incitano una vita sregolata e sbagliata”.
E non rispecchiano altro che la facciata perbenista di questo paese dalla memoria sempre troppo corta.

Una recente lettera di un ragazzo ventunenne ricevuta e pubblicata da L'Espresso racconta molto bene come i giovani di oggi vivano la quotidianità. (). Ci troviamo in un periodo storico completamente privo di ogni idea originale e non permettiamo a nessuno di provare strade nuove.
Ieri erano le mode e gli stili di vestiario, oggi è un cantante moderno, domani saranno i fumetti e dopodomani nuovamente i videogiochi, in un nastro di Möbius che non avrà mai fine in nome del “ai miei tempi”.

Proponiamo remake, reboot, versioni aggiornate di proprietà intellettuali già abbondantemente sfruttate, nella musica, nel cinema, nella televisione, in tutto. Dannazione, nel 2018 sono tornati al cinema con un cinepanettone Boldi e De Sica.
Tra 50 anni si parlerà di questa decade come della più noiosa e poco originale in termini artistici mai vissuta dall'uomo.

Permettetemi di spiegarmi: io non sono certo il più grande fan della musica trap, dei trapper e più in generale di tutto questo nuovo filone musicale all'apparenza troppo poco lavorato e buttato in pasto ai fan attraverso i social.
Anzi.
Sono probabilmente l'esatto contrario.
Ma fatta la doverosa premessa, ritengo ci sia da fare un grande sforzo di memoria indietro negli anni, quando i genitori di quelli che ai tempi dei Beatles erano adolescenti vietavano loro di ascoltarli, di seguire la loro modo ed il loro stile. Di idolatrarli, insomma. E così in continuazione, per ogni nuovo gruppo.

Che non si può essere tutti Laura Pausini o Gigi d'Alessio al mondo, no?
Facce pulite che cantano di amori sdolcinati.

Ci saranno anche gli Ozzy Osbourne con i suoi Black Sabbath che hanno dato al mondo capolavori assoluti come “Paranoid”. Ci saranno Robert Plant ed i suoi Led Zeppelin a comporre “Stairway to Heaven”. Ci saranno i 2Pac e gli Eminem, per citare solo un paio di quelli più famosi: tutti irriverenti, tutti con testi decisamente poco politically correct e più in generale non particolarmente educativi.
Che non piacevano ai genitori di ieri, ma nemmeno troppo a quelli di oggi.

Cosa si può dedurre da questa personalissima analisi?

Che ai giovani bisognerebbe lasciar fare i giovani, con le loro mode, i loro atteggiamenti, il loro slang e i loro comportamenti.

Andrebbe sicuramente insegnato loro in maniera migliore cosa c'era prima e come si è arrivati a quello che c'è oggi, poiché in molti non saranno capaci o non avranno voglia di farlo autonomamente.

Si può non avere piacere ad ascoltare o capire il loro mondo, che sia quello musicale, comportamentale o tecnologico. Ma bisognerebbe evitare di esprimersi pubblicamente in maniera negativa a riguardo. Proprio a causa dei corsi e ricorsi storici di cui prima.

Il compito degli “adulti” sarebbe, quello sì, assicurarsi che vengano messi a disposizione abbastanza luoghi dove i ragazzi possano ricrearsi. E che quegli stessi luoghi siano sicuri, protetti, a norma di legge e consoni per le attività a cui sono destinati.

La cultura, in Italia, è ai minimi storici.
E se vogliamo intendere per cultura anche l'espressione musicale con tutto quello che ne deriva, come i concerti dal vivo, forse è arrivato il momento di assicurare ai nostri ragazzi luoghi più sicuri, meglio collegati e maggiormente stimolanti rispetto alle attuali piccole e rattoppate baracche tecnologicamente antidiluviane ma, soprattutto, il più delle volte illegali in termini di sicurezza.

Luca Polacco



RISPOSTA ALLA LETTERA DI LUCA POLACCO

Sfera
Sfera Ebbasta

Le considerazioni di Luca Polacco aiutano a capire quale sia la posizione dei giovani d'oggi nei confronti della vita notturna e dei loro idoli musicali.
Polacco afferma giustamente che l'espressione musicale, con i concerti dal vivo e quel che ne deriva, ha pieno diritto ad essere considerato cultura e che la società ha il dovere di assicurare che ciò avvenga in luoghi sicuri che rispettino le norme di sicurezza.
Molto meno condivisibile che consideri normale che la gente arrivi nei locali “già bevuta” e che “praticamente il 30% guidi in stato di ebbrezza”.
Quanto alla tragedia di Corinaldo condividiamo “la facciata perbenista di questo paese” che ritiene che agli “ultraminorenni” (la definizione è nostra) non dovrebbe essere consentito andare a concerti “che iniziano alle 2 del mattino” e men che meno ascoltare le oscenità cantate dal rapper di turno.



APPENDICE
LA TRAGEDIA DI CORINALDO

I fatti: una folla di giovani tra i 14 e 18 anni si da appuntamento al locale “Lanterna Azzurra” della cittadina delle Marche per assistere al “DJ set” di Sfera Ebbasta, trapper che va per la maggiore in questo periodo. Non c'è ancora chiarezza sul numero di partecipanti. Si parla di 1.400 biglietti staccati a fronte di una capienza massima del locale di 870 persone. Ma la stessa Lanterna Azzurra è formata da tre sale differenti e la principale, che doveva ospitare la serata, aveva una capienza di 469 persone.

Stando alle testimonianze, verso l'una del mattino un ragazzo incappucciato, o con un cappello in ogni caso di color nero, avrebbe cominciato a spruzzare spray urticante al peperoncino sulla folla, rendendo l'aria irrespirabile e irritando fortemente occhi, bronchi e la cute dei partecipanti.

Questo gesto avrebbe causato il panico, portando la gente a cercare aria fresca per respirare e in ogni caso a fuggire dall'aggressore che, nel mentre, avrebbe anche fatto incetta di portafogli e cellulari (vedi rockol.it).

La fuga generale delle persone in cerca di una via d'uscita avrebbe portato le stesse ad accalcarsi in prossimità della prima porta d'emergenza disponibile, facendo anche crollare una pedana che serviva per raggiungere il locale stesso. Il risultato di questa situazione d'allarme è, purtroppo, presto detto: 6 morti, 5 dei quali ragazzi giovani ed una madre di 39 anni che aveva accompagnato la figlia undicenne. 120 i feriti, alcuni molto gravi a cui è stato indotto il coma farmacologico a causa di traumi e ferite da schiacciamento.

L'evento era stato organizzato dai cinque istituti superiori di Senigallia ed aveva luogo nel locale che fungeva un po' da punto di aggregazione dell'hinterland anconetano. La serata, che avrebbe raggiunto il suo picco massimo intorno alle 2 del mattino con l'arrivo della star italiana in console, è stata drammaticamente interrotta dall'azione sconsiderata di un individuo, presumibilmente un ragazzo già in stato di fermo e iscritto nel registro degli indagati come “atto dovuto” secondo i procuratori di giustizia (vedi il Resto del Carlino).

Ma ad oggi, anche questa pista sembrerebbe non condurre a nulla. Il giovane, sebbene sia stato colto in casa con dosi massicce di droga, avrebbe un alibi. A sostenerlo è la nonna che abita in una frazione di Senigallia ed ammette che quella sera il giovane si trovava in compagnia della sua ragazza in un luogo diverso dalla discoteca. A confermare questa versione ci sarebbero anche le testimonianze di altri giovani ragazzi (vedi Il Messaggero).
L'inchiesta della magistratura è in corso, è di oggi la notizia che è stato convocato come testimone il rapper Sfera Ebbasta.

L.P.




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  8 gennaio 2019