"Il giornalino di Gian Burrasca"

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VECCHIE FAVOLE
     PIÙ O MENO POLITICALLY CORRECT

Il Giornalino di Gian Burrasca
Vamba (Luigi Bertelli)



21 gennaio.

Altro che goccia! Su quel vaso di mio cognato che era lì lì per traboccare c'è cascato addirittura un diluvio e... non so proprio di dove cominciare.
Dovrei piangere dal dispiacere, strapparmi i capelli, dalla disperazione... ma le disgrazie che mi son capitate ieri tra capo e collo sono tante e si sono scatenate così improvvisamente, tutte insieme, che io son rimasto rimbecillito e mi par di sognare...

Andiamo per ordine.
La prima causa della mia rovina è stata la passione per la pesca.
Ieri, appena ritornato da scuola, presi in camera mia quella lenza che mi ero fabbricato ieri l'altro e andai nella stanza del signor Venanzio con l'intenzione di pescare nella sua catinella per farlo divertire.
Disgraziatamente il signor Venanzio dormiva; e dormiva in un modo curioso, con la testa arrovesciata sulla spalliera della poltrona e con la bocca spalancata dalla quale gli usciva un rantolino che andava a finire in un piccolo fischio...


Allora cambiai idea. Dietro alla poltrona c'era una tavola, e io montatovi sopra, stando seduto su un panchettino, mi misi, per ridere, a pescare nella bocca del signor Venanzio, tenendo la lenza al disopra della sua testa e l'amo sospeso all'altezza della bocca spalancata...
- Ora quando si sveglia - pensavo - chi sa come rimarrà sorpreso! -
Disgraziatamente gli venne a un tratto da starnutire; e nello starnuto, avendo egli chinata la testa, l'amo andò a posarglisi sulla lingua e, avendo poi richiusa la bocca, gli restò dentro, mentre io senza accorgermene, per un semplice istinto di pescatore, detti una stratta alla lenza tirando in su...
Si udì un grido acutissimo, e io vidi, con mia grande meraviglia, attaccato all'amo un dente con due barbe!
Nello stesso tempo il signor Venanzio sputava una boccata di sangue...
In quel terribile istante, preso da un grande sgomento, gettai la lenza e, sceso con un salto dalla tavola, scappai come un pazzo in camera mia.

Dopo un'oretta è venuto mio cognato, seguito da mia sorella che gli raccomandava: - Riportalo a casa magari subito, ma non lo picchiare!
- Picchiarlo? Se mi ci mettessi dovrei ammazzarlo! - rispondeva il Maralli. - No, no; ma voglio che sappia almeno quel che mi costa l'averlo tenuto una settimana in casa mia! -
Quando mi fu dinanzi mi guardò ben bene in faccia e poi disse lentamente con una calma che mi faceva più paura che se avesse urlato come tante altre volte :
- Sai? Ora son convinto anche io che tu anderai a finire in galera... e t'avverto che io non sarò certo il tuo avvocato difensore... Io, vedi, ho conosciuto molta canaglia: ma tu hai nelle tue intraprese di delinquente delle risorse misteriose, ignorate a tutti gli altri... Per esempio, come avrai fatto a fare un taglio alla lingua di mio zio Venanzio e a portargli via un dente che è stato trovato attaccato a uno spillo ricurvo legato a un filo di refe? E perché hai fatto questo? Chi lo sa! Ma quello che devi sapere è che mio zio vuole assolutamente andar via da casa mia, dove dice di non sentirsi sicuro, e che così, per causa tua, io vado a rischio di perder una vistosa eredità della quale, senza di te, potevo dirmi sicuro. -




Luigi Bertelli fu giornalista e educatore efficace. Scrisse testi in prosa e in poesia per l'infanzia, nonché sonetti in vernacolo fiorentino umoristici e assolutamente irriverenti.
Nel 1895 pubblicò Ciondolino, storia con intenti didattici di un bambino che viene trasformato in formica.
Fondò nel 1906 il Giornalino della domenica, che continuò regolarmente le pubblicazioni fino al 1924, divenendo celebre tra le famiglie borghesi; ma risultarono troppo forti i problemi finanziari. Così, nel 1925, vi confluì Giro Giro Tondo, fondato nel 1921 da Antonio Beltramelli, ma anche questo innesto di risorse non bastò a salvare la testata, che venne chiusa nel 1927.
Nella rivista per ragazzi apparivano le firme dei più famosi scrittori del tempo (Giovanni Pascoli, Gabriele d'Annunzio, Grazia Deledda, Edmondo De Amicis) e dei più raffinati illustratori (Umberto Brunelleschi e Filiberto Scarpelli).
Sulle sue pagine pubblicò in 55 puntate, tra il 7 febbraio 1907 e il 17 maggio 1908, Il giornalino di Gian Burrasca. L'opera fu edita in volume dall'editore Bemporad nel 1911 e diede all'autore un enorme successo tra il pubblico italiano: in seguito tradotto il tutto il mondo, è stato il terzo libro per ragazzi più venduto in Italia dopo Pinocchio e Cuore, oggetto di trasposizioni televisive di grande successo.
(da Wikipedia)



FAVOLE PUBBLICATE
01 - Il Prode Anselmo
02 - Pierino Porcospino
03 - La storia di Pik Badaluk
04 - La vispa Teresa
05 - La tristissima storia di Paolinetta
06 - La storia del bambino che si succhia i pollici
07 - Le favole di Lina Schwarz
08 - Il giornalino di Gian Burrasca


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  19 gennaio 2022