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L'abuso di Referendum e Decreti Legge
Umberto Puccio



Le ultime sentenze della Corte Costituzionale sulla ammissibilità dei vari quesiti referendari sottoposti al suo giudizio, nonché l'attività legislativa del Parlamento negli ultimi anni, impongono una riflessione sull'uso improprio ed abuso di due istituti previsti dalla Costituzione Italiana: il REFERENDUM ABROGATIVO e il DECRETO LEGGE.

Per quanto riguarda il primo istituto, i Costituenti, dopo l'esperienza negativa del biennio fascista, lo formularono come strumento ultimo di garanzia per la sovranità popolare rispetto ad una possibile deriva autoritaria: istituto, quindi, eccezionale e residuale. Nella democrazia parlamentare rappresentativa vigente in Italia dal 1948, il potere legislativo, nei due aspetti di iniziativa e di delibera, è di competenza del Parlamento, anche se l'iniziativa legislativa può essere esercitata sia dal Governo, sia dal Popolo (tramite la raccolta di tot firme da parte dei cittadini elettori).

Per le leggi costituzionali è previsto il Referendum che potrà confermare o abrogare la legge. Non è invece previsto il Referendum propositivo

La situazione attuale con gli interventi della Corte Costituzionale (sul cui merito non entro) deriva da uno stravolgimento della finalità dell' istituto del Referendum abrogativo e da un suo uso improprio, in quanto esso è formulato in modo tale da assumere la finalità e la valenza effettiva di quello propositivo. Ciò per supplire ad una debolezza ed impotenza legislativa del Parlamento rispetto a questioni di estrema rilevanza come la cosiddetta eutanasia.
Si è giunti così al paradosso che l'abuso (risalente alla stagione del Partito Referendario di Segni) dell'istituto Abrogativo, come strumento di vanificazione dell'attività legislativa del Parlamento, ha generato quella debolezza e impotenza (diventate, da contingenti ed episodiche a sempre più frequenti e direi quasi strutturali) che si vorrebbe superare con il ricorso al medesimo Referendum Abrogativo.

Sta di fatto che l' abuso del Referendum Abrogativo per qualsiasi Legge approvata (faticosamente!) dal Parlamento ha indotto nell'opinione pubblica la convinzione della inutilità del Parlamento e delle procedure di una democrazia rappresentativa: convinzione che è alla base del crescente astensionismo elettorale e della deriva populistica e leaderistica.

Si aggiunga l'abuso dei Decreti Legge (che, da strumenti eccezionali, sono diventati la norma dell' attività legislativa) e del porre la fiducia (al momento della loro approvazione da parte della Camera dei deputati e del Senato) e il quadro dell'attuale impotenza del Parlamento è completo. Semplicistica e parziale, anche se corrispondente a realtà, è la totale attribuzione di questa impotenza alla debolezza (se non inesistenza!) degli attuali Partiti, ridotti a comitati elettorali o a strumenti di interessi corporativi confliggenti tra di loro.

L' abuso dei Decreti Legge, motivato da situazioni di emergenza, sta diventando prassi normale e configura uno squilibrio nel rapporto tra potere esecutivo e potere legislativo a favore del primo. Il Presidente della Repubblica, all'inizio del suo secondo mandato, ha messo in guardia contro tale abuso, rimproverando Partiti e Parlamento di non aver, nel passato, esercitato la loro funzione istituzionale ed esortandoli ad esercitarla per il futuro. Esortazione che sembra essere caduta nel vuoto, visto che il Governo "tira dritto" con Decreti Legge e ponendo la fiducia. Ciò mette Mattarella in una posizione incresciosa, dato che, alla fine del suo primo "mandato", aveva dichiarato che quella era l'ultima volta che controfirmava quel Decreto Legge e che lo faceva per l'aggravarsi dell'emergenza Covid del dicembre scorso.

Non credo che si possa andare avanti per altro tempo senza affrontare e sciogliere il nodo dell'attuale semipresidenzialismo di fatto. Mattarella ha promesso che lo farà: spero che alle parole seguano i fatti.

Umberto Puccio



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  23 febbraio 2022