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A volte tornano
Umberto Puccio



Chi non muore si rivede. Ieri si sono verificati alcuni "ritorni". Il più "importante" è stato quello di Lula alla Presidenza del Brasile. Vittoria di misura, in un Paese spaccato in due, economicamente disastrato e flagellato da pandemia, povertà crescente e contrapposizioni ideologiche che rasentano la guerra di religione (evangelici per Borsonaro; cattolici per Lula).
Per questo Lula ha attenuato i toni: oltre a dirsi (ovviamente) il Presidente di tutti, ha "aperto" al centro.


Ieri si sono verificati altri due "ritorni", senz'altro meno importanti, ma che, nella loro simultaneità e nel momento politico in cui sono avvenuti, pongono alcuni perché: il ritorno in televisione (da Lucia Annunziata e da Concita De Gregorio) di Fini e D'Alema. Fini ha fatto un discorso molto moderato e "pacificatore", con toni quasi "presidenziali". D'Alema ha sottolineato il termine "centro" del "centro-sinistra" del suo Governo. Le due conduttrici si sono guardate bene dal fare ad entrambi domande "impertinenti": a Fini, se si riconosce ancora nel Fini del G8 di Genova e della mattanza della Scuola Diaz; a D'Alema, se ripeterebbe il bombardamento di Belgrado, l'uso di armamenti ad uranio impoverito e se approva il "segreto di Stato" posto da Mattarella (allora Ministro della difesa del Governo D' Alema) all'indagine e relativo processo sugli effetti cancerogeni su militari e civili dell'uso di tali armamenti.

Penserò male, ma a me sembra che spiri un certo venticello di "centro": che, del resto, è stata la cifra del ben più forte vento draghiano.
Altri due episodi possono far pensare a "ritorni", sconfessati a parole: la celebrazione di ieri a Predappio dell' anniversario della "marcia su Roma"; le misure restrittive, annunciate per il "rave-party" di Campogalliano. Non vorrei che si utilizzassero le giuste (per i rave-party) esigenze di sicurezza per limitare la libertà di manifestazione. A pensar male...

Umberto Puccio


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  31 ottobre 2022