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Valditara:
ciò che è bene sapere sul ministro dell'istruzione
Umberto De Pace


Per comprendere a fondo le inopportune quanto gravi affermazioni del ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara, in merito alla condivisibile e meritevole presa di posizione assunta dalla preside del Liceo da Vinci, Annalisa Savino, dopo le violenze di alcuni militanti di Azione Studentesca, parte di Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile del partito Fratelli d'Italia, di fronte al Liceo Michelangiolo di Firenze, occorre avere ben presente chi sia oggi ad occupare uno dei ministeri più importanti del nostro Paese.

I momenti dell'aggressione davanti al Liceo di Firenze (il Fatto Quotidiano)

La sua formazione intellettuale e politica lo pone certamente quale soggetto organico alla destra che in questi ultimi decenni ha concentrato le proprie attenzioni e forze sui temi dell'immigrazione, delle autonomie e federalismi, del sovranismo, della lotta contro la globalizzazione etc. Nulla di nuovo, ma tutto ciò non ci permette di comprendere le sue esternazioni che si possono collocare a ragione nel solco di una destra illiberale. Ripercorrere alcuni passaggi fondamentali della sua carriera nell'ultimo decennio forse ci può aiutare in tal senso. Difatti non è un caso che Valditara diventi nel settembre 2022 consigliere politico del leader della Lega Matteo Salvini, il quale con l'estremismo di destra ha costruito buona parte della sua carriera politica.

Giuseppe Valditara (Wikipedia)

Nel 2015, il 25 febbraio, la Lega a guida Salvini teneva a Roma in piazza del Popolo una sua manifestazione alla quale partecipavano i militanti di CasaPound, autoproclamatisi i “fascisti del terzo millennio”, il cui leader, Simone Di Stefano, invitato a parlare dal palco spiegava il perché della loro presenza: “Perché noi condividiamo ogni singola parola del programma di Matteo Salvini”. Nel marzo di quello stesso anno Valditara fonda e dirige “Logos”, rivista politico-culturale on line, un think talk vicino alle posizioni della Lega Nord e Noi con Salvini. Più che di vicinanza forse si tratta di un legame profondo dato che a fianco del direttore scientifico, lo stesso Valditara, viene insediato quale direttore responsabile Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini nonché suo amico ed ex collega del giornale “la Padania” dove iniziarono a lavorare entrambi nel 1997. Giornale nel quale Savoini lascerà una traccia indelebile, tant'è che alcuni dei suoi ex colleghi e direttori de “la Padania” lo definiranno come soggetto appartenente al “filone nazionalsocialista”, “nazista” o “apertamente filonazista” a seconda delle sfumature (Claudio Gatti, I demoni di Salvini, Chiarelettere, maggio 2019). Il direttore responsabile della rivista Logos, Gianluca Savoini, il 6 marzo 2017 porta a termine uno, fra i tanti, dei suoi intrecci e legami con la Russia di Putin, organizzando per Matteo Salvini la firma a Mosca di un accordo fra la Lega e Russia Unita, stabilendo il primato di primo partito di un paese occidentale ad associarsi formalmente al partito del nuovo zar russo. Il 4 maggio dello stesso anno si tiene a Milano il convegno “Tra sovranità e globalizzazione. Nuovi scenari geopolitici in Europa e negli USA”, organizzato dalla rivista Logos in collaborazione con la redazione italiana dell'agenzia statunitense Breitbart, sito di informazione legato alla destra estrema e populista che ha sostenuto Donald Trump nella corsa alla casa Bianca, fino a poco tempo prima guidato da Stephen K. Bannon a quell'epoca consigliere strategico del presidente Donald Trump. L'incontro è moderato da Savoini e fra i relatori lo stesso Valditara, oltre a Ted Molloch ambasciatore statunitense presso la UE designato da Trump, Giulio Tremonti ex ministro delle Finanze, Thomas Williams di Breibart Italia e Marcello Foa direttore generale di TImedia. Interessante sottolineare come a riguardo di Ted Molloch, nel febbraio di quell'anno, prima della sua nomina ad ambasciatore, Antonio Tajani all'epoca Presidente del Parlamento europeo dichiara "L'Europa non accetta chi ci insulta":

Il tavolo dei relatori al convegno di Milano del 4 maggio 2017 con al centro Savoini e Valditara (il Fatto Quotidiano)

Un anno dopo, l'8 marzo 2018, Salvini incontra a Milano Bannon e ha al suo fianco Armando Siri, responsabile economico della Lega e, di nuovo insieme, Valditara, Foa e Williams di cui sopra. E' l'anno nel quale Steve Bannon mette al centro della rivoluzione sovranista e identitaria, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, paragonandoli nientemeno che a Donald Trump.

Steve Bannon e Giorgia Meloni (foto dal profilo Twitter @Giorgia Meloni)

Sappiamo poi come è andata a finire con Trump e il suo sodale Bannon negli Stati Uniti con il tentativo di colpo di stato del 6 gennaio 2021.

Il 2018 è anche l'anno della svolta di Salvini nei confronti del Qatar, quando era vicepresidente del Consiglio nonché ministro dell'Interno. Se fino a prima il Qatar era accusato da Salvini di “sponsorizzare il terrorismo” nell'autunno del 2018, il leader della Lega Nord ne canta le lodi al punto che sembra regnare nel suo movimento: “ … una sorta di schizofrenia: nello stesso periodo il cui capo scopriva il fascino della Baia di Doha, alcuni esponenti della Lega presentavano una proposta di legge per impedire ai Paesi stranieri di sovvenzionare la costruzione di nuove moschee, puntando il dito contro Qatar e Arabia Saudita.” (C. Chesnot e G. Malbrunot, Qatar Papers. Il libro nero dell'Islam, Rizzoli maggio 2019). “Schizofrenia” sicuramente che non è potuta sfuggire all'allora capo dipartimento “formazione superiore e ricerca” del Miur, Giuseppe Valditara, accreditato all'epoca come indipendente in area Lega. Oppure sì, se si prende per buona la personalità del leader leghista descritta da Leonardo Facco, ex giornalista de “la Padania” per il quale in realtà Salvini rappresenta: “ … l'italiano tipo, quello che pensa “con Francia o Spagna purché se magna”. Una persona senza un ideale.” (Claudio Gatti, cit.). Rimane agli atti che l'opportunista Salvini coopta proprio Valditara nel settembre 2022 fra i suoi consiglieri politici.
Senza dilungarci oltre, da questi brevi accenni è chiaro che il ministro Valditara ha avuto nell'ultimo decennio un ruolo da protagonista non solo nell'elaborazione di un pensiero e nella proposta di una pratica per la destra in senso ampio, comprendente quindi anche quella liberale sicuramente minoritaria nel nostro paese, ma partecipa attivamente alle dinamiche ideologiche politiche della destra più conservatrice, tradizionalistica, populista, ventre molle della destra radicale ed estrema che ha visto fra i suoi personaggi di punta Matteo Salvini, Gianluca Savoini, Steve Bannon, Aleksandr Dugin (quest'ultimo non lo abbiamo qui citato ma ben presente nel phanteon leghista e quindi impossibile da ignorare per il nostro ministro). Insomma il peggio che la destra illiberale ha generato in questi ultimi anni. Forse ora sono più comprensibili le esternazioni del ministro Valditara quando accenna a nemmeno troppe velate minacce nei confronti della preside del liceo di Firenze. In conclusione il ministro Valditara ha ragione quando afferma che non esiste un pericolo fascista nel nostro paese, e questo possiamo dire grazie, fra gli altri, hai presidi, insegnanti e studenti così pronti e attenti a respingere e denunciare violenze e provocazioni di chiara marca neofascista. Ma il ministro deve altrettanto sapere che per quanto ci riguarda vale quanto sagacemente scritto da Jena su la Stampa: “Non esiste alcun pericolo fascista”, dice il ministro. Ha ragione, basta lui.”

Umberto De Pace


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  1 marzo 2023