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Il cielo sopra Roma
Umberto Puccio


Un cielo plumbeo e burrascoso si è addensato su Roma e l'Italia: sembra di essere tornati agli Anni Settanta del secolo scorso. Con l'aggravante di un contemporaneo incupirsi del clima geopolitico internazionale e la sua trasformazione da coesistenza ideologica ed economico-finanziaria competitiva in conflitto (anche militare) tra blocchi contrapposti, secondo la logica della "mors tua, vita mea".

L'esperimento di rivoluzione antropologico-politica, di cui il federalismo sovranazionale e l'Europa Unita dovevano essere la concretizzazione, è abortito appena nato, per colpa soprattutto di De Gaulle, della bocciatura della proposta della CED (Comunità Europea di Difesa), della politica della "grandeur" nucleare (l'atomica francese) gollista e dell'affermarsi dell' Europa delle  Nazioni.

Oggi la guerra in Ucraina non solo ha riesumato i nazionalismi dei singoli Stati europei (attraverso l'affermarsi dei vari "sovranismi"), ma ha anche dato origine ad un nazionalismo euro-atlantico. L'idea di una Federazione europea, faro di una coesistenza pacifica, inclusiva e collaborativa, tra i popoli è miseramente svanita nella realtà di un nazionalismo europeo, bellicoso e totalmente appiattito e identificantesi con la Nato e la sua strategia di "competition" militare globale.

Questo clima internazionale si riflette pesantemente sulla situazione politica italiana: con la radicalizzazione dello scontro politico-ideologico; con l'aggravarsi del disagio e del conflitto economico-sociale e intergenerazionale; con lo scontro violento (e relativo reciproco scambio di accuse) tra studenti  "di destra" e "di sinistra"; con l'esplodere della protesta violenta dell'ambiguo e complesso universo (cosiddetto) anarchico-insurrezionalistico; insomma, sembra di essere tornati al clima degli "anni di piombo", senza aver imparato nulla da essi.

Occorre, a mio avviso, chiedersi, prima che sia troppo tardi, "cui prodest" questo clima. Provocazioni e "infiltrati" sono una costante della storia passata e recente dell'Italia e della strategia del potere politico dominante: che ha tutto l'interesse ad aggravare e "ingigantire" la protesta e mettere con le spalle al muro qualsiasi opposizione politica, come "connivente" e "fiancheggiatrice" del terrorismo.

L' esito delle ultime elezioni politiche ha mostrato la debolezza dell' argomento del "pericolo fascista" come ritorno del fascismo storico: comunque della debolezza ed inutilità di una divisione e di uno scontro su di esso. Il frutto dell'antifascismo è la Costituzione italiana. E' la difesa di essa e la sua completa realizzazione contro il tentativo di una sua involuzione autoritaria e plebiscitaria la posta in gioco. La destra attuale al potere in Italia e il suo successo elettorale mostrano che gli italiani non sono ancora completamente vaccinati contro il virus dell'autoritarismo e dell' "uomo della Provvidenza" (o, per usare una definizione di Umberto Eco, del "fascismo eterno").

Umberto Puccio


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  6 marzo 2023