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EXPO – Esposizione Universale
Franco Isman


L'Esposizione Universale nasce come celebrazione dei fasti della rivoluzione industriale della seconda metà dell'Ottocento, la prima infatti è del 1851 a Londra, poi 1855 Parigi, 1862 ancora Londra poi di nuovo Parigi, poi Vienna, poi Filadelfia per il centenario della Dichiarazione d'indipendenza del 4 luglio 1776. Per l'Expo del1889 a Parigi viene costruita la Tour Eiffel.

Nel 1906 la sedicesima edizione, dedicata ai trasporti, era appena stato realizzato il traforo del Sempione, è assegnata a Milano e occupa due grandi aree: una sezione a Piazza d'Armi e l'altra al Parco, collegate da una ferrovia elettrica sopraelevata. La superficie è enorme: 840.000 m2 in piena città, quasi il doppio della futura expo del 2015 a Milano Rho.
Allora fu ricostruito un quartiere del Cairo a Milano con tanto di minareti e caffè ristorante.
Ce lo racconta Alfredo Viganò in tre interessanti articoli su Arengario.

L'Esposizione Universale del 1942 era prevista a Roma ma scoppiò la guerra, e l'esposizione non si fece. Alcune opere erano già state realizzate o in fase di costruzione: l'edificio più famoso è il Palazzo della Civiltà Italiana ma c'erano anche il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, l'esedra di Piazza Imperiale (oggi piazza delle Nazioni Unite), il Museo delle Comunicazioni (oggi Archivio Centrale dello Stato), la basilica dei santi Pietro e Paolo. È il quartiere dell'EUR - Esposizione Universale di ROMA.

L'Expo del 2005 si è tenuta in Giappone, quella del 2010 in Cina, quella del 2015 in Italia a Milano ed infine quella del 2020 a Dubai negli Emirati Arabi Uniti. Nel 2025 si farà a Osaka in Giappone e quella del 2030, per la quale si era candidata anche Roma, è stata testé assegnata a Riad, capitale dell'Arabia Saudita.

Apriti cielo: «La diplomazia transazionale e il mercantilismo» hanno prevalso sui «valori democratici, la coerenza e i contenuti progettuali» commenta Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore di Expo per Roma; «una realpolitik, nel senso peggiore del termine, che si è imposta tra i delegati rispetto a considerazioni su diritti umani e sostenibilità ecologica» scrive Repubblica, e via su questo tono.

Era del tutto assurdo pensare che l'Italia, avendo avuto l'expo del 2015 potesse ottenere quella del 2030, e l'aver partecipato investendoci un sacco di soldi un grave errore, per non dire di peggio.
D'altra parte sono vere le gravi critiche nei confronti dell'Arabia Saudita e dell'uomo forte del regime Mohamed bin Salman, principe ereditario e primo ministro, per la politica gravemente vessatoria nei confronti degli oppositori e delle donne in generale con ben 196 decapitazioni nel 2022 e con il coinvolgimento nell'assassinio del giornalista dissidente Jamal Kashoggi.

D'altra parte, business is business, nessuno ha mai messo il becco negli affari interni delle varie dittature né ha rinunciato a intessere lucrose relazioni commerciali, e non tutti gli stati in cui si sono svolte le diverse expo sono democrazie.

Franco Isman


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  1 dicembre 2023