Il cimitero Mediterraneo
Restituire a tutti gli esseri umani il diritto a viaggiare liberamente nel mondo
Umberto De Pace
Morti nel Mediterraneo foto del New York Times da nigrizia.it
E' di questi giorni la sentenza della Cassazione che stabilisce che la consegna dei migranti alla guardia costiera libica è un reato perché la Libia non è un porto sicuro. Non solo, favorire le intercettazioni dei guardiacoste libici rientra nella fattispecie illecita dell'abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci e di sbarco e abbandono arbitrario di persone. La sentenza chiude con condanna definitiva il processo al comandante del rimorchiatore Asso 28 che il 30 luglio 2018 soccorse 101 persone nel Mediterraneo centrale e le riportò in Libia consegnandole alla Guardia costiera di Tripoli. Una sentenza che, seppur non vincolante, diventa un precedente influendo e indirizzando autorevolmente gli altri magistrati verso una corretta interpretazione della legge e che, se costantemente fatta propria da tutti i giudici, potrà fare giurisprudenza. L'unica vera cosa che va detta, affermata, raccontata non devono partire immaginare che ci sia alternative da mettere sullo stesso piano poi le possibilità di salvare, non salvare al fatto che in queste condizioni non bisogna partire, se noi non lanciamo al mondo, ai territori da cui partono queste persone, questo messaggio che è etico prima di tutto non bisogna partire. Dichiarazioni del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi del 27 febbraio 2023 a poche ore dalla strage di Cutro ma questo governo vuole andare a cercare scafisti in tutto il globo terracqueo». Dichiarazione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni il 10 marzo 2023 in operazioni di soccorso coordinate o direttamente effettuate dall'Italia " Ma a fronte di tanta sofferenza umana, della comprovata incapacità di gestione politica del fenomeno migratorio, delle imponenti risorse finanziarie messe in campo, forse è il caso di fermarsi un attimo è chiedersi che senso ha tutto ciò? Lasciamo da parte per un attimo le miserevoli speculazioni politiche, che sul tema delle migrazioni hanno favorito partiti e carriere politiche, fomentato l'estremismo di destra e minato nelle sue fondamenta le nostre democrazie. Lasciamo stare anche i buoni propositi e principi, peraltro presenti nelle nostre Costituzioni, e con essi la pietas che sappiamo essere sempre più calpestata, non solo sulle vie dei migranti coperte di cadaveri, ma anche nelle guerre a noi vicine, delle quali per il momento, ci illudiamo di essere semplici spettatori.
La cruda realtà è che, sempre secondo Del Grande: Il regime razziale e classista dei visti non è che l'ultima forma di segregazione legalizzata ancora in essere nel mondo moderno. Il problema è che l'abbiamo talmente introiettata da non vederla più. Ma allora che fare? Si chiede l'autore e la risposta che si da è quella di cambiare tutto. Non soltanto abolendo il divieto di viaggio dei poveri e legalizzando l'immigrazione tra i paesi non bianchi e l'Europa, ma rovesciando completamente il paradigma della mobilità La libertà di spostare il proprio corpo nel mondo deve essere riconosciuta come un diritto fondamentale. Spostare le enormi risorse a cui accennavamo sopra dalle politiche antimmigrazione a quelle per lo sviluppo sociale ed economico del paese, togliere alla criminalità una fra le principali fonti di ricchezza e al contempo riportare nell'economia legale le risorse importanti che i migranti clandestini investono per giungere in Europa, questo porta con sé il muoversi liberamente. Inoltre permetterà a chi non riuscirà a trovare un lavoro, non c'è sempre per tutti è vero, di poter tornare al suo paese senza peso o vergogna e ritentare un'altra volta. Rischiare la propria vita per raggiungere la meta desiderata non permette altre possibilità, né permette di dichiarare il proprio fallimento dopo che i tuoi cari hanno investito tutto su di te. O si vince o si è vinti. E per i vinti non c'è misericordia. ci ricorda Del Grande, e se si è vinti qui in Europa sarà la fame, la povertà, il degrado, la malattia, la disperazione e non ultima, ancora una volta, la criminalità a prendere il sopravvento. Mentre sappiamo, argomenta il sociologo olandese Hein de Hass, ripreso da Marco D'Eramo nel suo articolo citato, che la povertà quale causa dell'emigrazione è un mito tra i più tenaci da sfatare, dato che le statistiche dimostrano come i paesi che generano più emigranti Turchia, India, Marocco e Filippine sono nella fascia media di reddito, non in quella più bassa., così come per il sociologo olandese, un altro mito da sfatare è pensare che controlli più stringenti al confine riducano il flusso di immigrati, perché ciò non fa altro che spingere i migranti stagionali che tornerebbero nel loro paese a stanzializzarsi nella terra d'accoglienza per non rischiare di essere respinti al loro ritorno, e conseguentemente a fare di tutto per fare arrivare anche i propri famigliari. Tesi sostenuta anche da Gabriele Del Grande, il quale delinea inoltre il mondo che verrà da qui al 2050, dove si assisterà tra l'altro allo sviluppo preponderante dell'Africa e non sarà di certo fermato dai divieti di viaggio di Schengen o dall'apartheid in frontiera o dai rigurgiti identitari fuori tempo massimo. Le argomentazioni che porta l'autore sono dettagliate e documentate vale la pena di leggerle e farle proprie per sostenerle e divulgarle. Nel leggere le sue conclusioni mi è venuto in mente un vecchio articolo del nostro caro Don Chisciotte della Brianza, nel quale come tutti gli inguaribili visionari, già nel 2008 prefigurava tutto ciò. Agli indesiderati di domani non rimarrà allora che continuare a viaggiare di nascosto e a rischio della propria vita. Lungo le vecchie rotte del contrabbando. Via terra e via mare. Perché le traversate proseguiranno ben oltre gli anni Cinquanta. E con esse le stragi di tanti innocenti. A meno che A meno che la prossima generazione cosmopolita e transnazionale non trovi il coraggio di mettere fine all'immigrazione illegale per davvero smantellando i muri dell'apartheid in frontiera e restituendo a tutti gli esseri umani il diritto a viaggiare liberamente nel mondo. Gabriele Del Grande dal capitolo il Mondo che verrà. Non facciamoci trovare impreparati. Umberto De Pace EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati Condividi su Facebook Segnala su Twitter 25 febbraio 2024 |