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Prove di autoritarismo
Umberto De Pace


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L'autorevole quanto inusitato intervento del Presidente della Repubblica, accompagnato dalle dichiarazioni del capo della Polizia, se da una parte ci rassicurano sulla tenuta delle nostre istituzioni democratiche, dall'altra rappresentano un segnale ineludibile sulla gravità di quanto sta avvenendo nel nostro Paese. Tale gravità non va misurata tanto sui fatti stessi – le violente reazioni delle forze dell'ordine nei confronti delle manifestazioni degli studenti per la Palestina a Pisa e Firenze – per le quali sarebbero state sufficienti le dichiarazioni dei suddetti rappresentanti delle nostre istituzioni, accompagnate dalla fondamentale quanto immediata reazione della società civile, del corpo docenti e dirigenti scolastici, dei sindacati e di una parte importante del mondo politico. Tale gravità va misurata sulla reazione da parte delle forze di governo, le quali nemmeno di fronte all'evidenza dei fatti e al richiamo da parte della più alta carica dello Stato, arrestano il loro passo deciso verso l'autoritarismo che intendono imporre nel nostro paese. Per Fratelli d'Italia e la Lega la colpa è della sinistra che spalleggia i violenti, per Forza Italia se qualcuno ha sbagliato pagherà ma comunque le Forze dell'Ordine non si toccano. Sono sostanzialmente gli stessi soggetti politici, pur con pesi e ruoli diversi e che vedono oggi il prevalere dell'estrema destra nella compagine governativa, che nel 2001 organizzarono e gestirono il G8 di Genova, durante il quale nei confronti dei manifestanti le forze dell'ordine usarono una cieca quanto feroce violenza, non risparmiandosi atti di vera e propria tortura.Fu una delle notti più buie della nostra democrazia, nella quale vennero sospese le garanzie costituzionali e furono calpestati i diritti umani più basilari da parte di uomini dello Stato. Quelle stesse forze, sulle quali ricade la responsabilità politica di quanto accadde a Genova nel 2001, stanno oggi, passo dopo passo, avviando il Paese verso una deriva autoritaria, che potrà vedere la sua piena attuazione qualora un domani si dovesse attuare lo stravolgimento della Carta Costituzionale previsto dalla loro riforma. Non c'è nulla di intoccabile in una democrazia se non i principi fondamentali inscritti nella sua Costituzione. Non c'è quindi che da augurarsi che il monito odierno del Presidente della Repubblica, respinto sostanzialmente dai rappresentanti del governo, risuoni quale campanello di allarme per tutta la società civile. È in gioco la nostra democrazia.

Umberto De Pace


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  25 febbraio 2024