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MALA TEMPORA

Gubernum horrendum
Franco Isman

'l'urlo
il blog di Edoardo Baraldi (da vedere!)

Ma questo governo era davvero l'unico possibile, come dice la numericamente forte maggioranza che lo sostiene?
Questo governo è stato fortemente voluto, si potrebbe dire imposto, da Giorgio Napolitano, primo e speriamo unico presidente di un'Italia presenzialista, alla faccia della Costituzione.
Certamente, questo governo era l'unico possibile, dopo che tutte le altre ipotesi erano state demolite da madornali errori e da complotti e tradimenti (cfr. Prospettive ).
Certo, la situazione scaturita dalle elezioni era pessima nonostante il porcellum che aveva assegnato il 54 per cento dei seggi della Camera a una forza che aveva conseguito il 29,5% dei voti. Infatti al Senato era indispensabile la collaborazione di due delle tre forze quasi paritarie che lo compongono.

D'altra parte si sono visti esempi di “grosse koalition” fra destra e sinistra che funzionano e da noi, tolta la componente vendoliana, fra i due schieramenti non c'è certamente un abisso. C'è però un elemento del tutto particolare che avrebbe dovuto farla escludere e cioè che il PDL non è un partito ma è il feudo dell'orribile Berlusconi, un uomo che non sa cosa sia il senso dello stato, che guarda esclusivamente ai suoi interessi e che non si fa certo scrupolo di ricattare il governo per ottenere quello che vuole.

Il governo sta cercando di fare il possibile per la gravissima situazione economica e sociale cui ci ha portato la miope politica di Mario Monti. A proposito, Monti è sparito; l'Espresso ci dice che è stato quasi sempre assente dall'aula del Senato oltre che scomparire da Twitter e Facebook, ma anche dall'università.
Ma i limiti di questo governo sono sotto gli occhi di tutti: a parte gli interventi economici, certamente di importanza fondamentale, ha dovuto abbozzare sull'eliminazione dell'IMU sulla prima casa (impegno di Berlusconi in campagna elettorale), e questo rischia di impedire di trovare la copertura per annullare il catastrofico aumento dell'IVA; sulla Costituzione potrà incidere soltanto se accetterà il diktat berlusconiano sulla repubblica presidenziale e, per quanto riguarda la legge elettorale, si arriverà al “porcellinum” e non a una legge decente.

La logica, e gli impegni presi, avrebbero invece voluto che l'abolizione del porcellum fosse una delle priorità e che nella riforma costituzionale si perseguissero soltanto gli obiettivi largamente condivisi e sui quali non fosse difficile trovare un accordo: la modifica del bicamerale perfetto, l'eliminazione delle Provincie, la diminuzione del numero e delle indennità dei parlamentari.
Ma colui che tutto decide, o perlomeno che detiene il diritto di veto, non vuole cambiare la legge elettorale e quindi questo argomento è slittato all'ultimo posto e le riforme si faranno se si faranno come vuole lui.

Mala tempora currunt.

Franco Isman


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  9 giugno 2013