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La follia di una intervista
Franco Isman

Staino

Il giudice Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione che ha confermato la condanna di Berlusconi a 4 anni di carcere, a pochi giorni dalla sentenza e prima del deposito delle motivazioni, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino di Napoli in cui in particolare afferma che la condanna non si era basata sull'affermazione che l'imputato non poteva non sapere ma in quanto ci sono state testimonianze dirette che ne era stato informato; testualmente "Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. Un po' diverso dal non poteva non sapere". In pratica una anticipazione delle motivazioni della sentenza.

Ci sono state smentite e accuse di travisamenti ma il direttore del giornale, Alessandro Barbano, è in possesso della registrazione dell'intervista e conferma.

Inopportuno? Più esattamente del tutto scorretto. “Un fatto ovviamente gravissimo e senza precedenti" lo definisce l'avvocato Ghedini, difensore di Berlusconi.
Repubblica scrive: “secondo fonti della Cassazione l'intervista rilasciata dal presidente Esposito non inficia, né cambia la decisione sul processo Mediaset, e rilevano come il verdetto sia già stato emesso e sancito con la pubblica lettura del dispositivo in aula al termine dell'udienza”.
Non è affatto scontato che sia così e che invece l'episodio non possa essere sfruttato dalla difesa di Berlusconi per far saltare il processo. In ogni caso è un fortissimo aiuto alla polemica dei berluscones contro la magistratura ed alla asserita necessità di riformare la giustizia.

Cui prodest? Si tratta di un episodio talmente incredibile e assurdo da far pensare alle ipotesi più audaci ed a ricordare la citazione fatta dal difensore di Berlusconi Franco Coppi di un “suo illustre cliente” (Andreotti) “a pensar male si fa peccato però spesso ci si azzecca”.

Franco Isman


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  6 agosto 2013