La parità di genere
Franco Isman
Donna è bello? Certamente sì. Le donne sono differenti? Fisicamente non cè dubbio, che sia stato il padreterno a farle direttamente così (e allora è proprio un dio) o che sia stata l'evoluzione come dice Darwin in ogni caso vive la petit difference. E di zucca? Non ci sono dubbi su una sostanziale equivalenza. La donna è più equilibrata dell'uomo? Forse sì, anche perché non ha la fissazione di perpetuare la specie, sempre e comunque. Ma la donna fa i bambini, anche perché se li dovessero fare gli uomini la razza si sarebbe estinta da tempo immemorabile Questa funzione della donna è sempre stata in passato anche la sua missione per cui fin dalla preistoria la donna stava in caverna a badare ai cuccioli e il maschio con la clava si occupava del resto. E quando nell'era industriale la donna ha cominciato a lavorare è stata brutalmente discriminata (ricordate il film We want sex?). La parità salariale è stata raggiunta in Italia soltanto nel 1977 e non senza qualche mal di pancia da parte dei sindacati. Nonostante enormi progressi, che è giusto e santo incoraggiare in tutti i modi possibili, la situazione attuale delle donne anche nella società occidentale è fortemente squilibrata. In tutta l'UE le donne sono sottorappresentate nelle posizioni di responsabilità in tutti i campi, dalla politica agli affari: nel Parlamento europeo vi sono 3 donne su 10, nei consigli di amministrazione delle grandi aziende quotate in borsa non arrivano a 2 su 10 e soltanto 4 su 100 hanno la carica di presidente. La situazione deve essere migliorata, non c'è dubbio, ma non può che essere un processo graduale: è come minimo senza senso imporre che nelle aziende la metà degli amministratori siano obbligatoriamente donne. E questo vale anche per le aziende pubbliche. Quote rosa si chiamavano una volta, parità di genere adesso. Ma imporre ex lege questa parità nel prossimo parlamento è assurdo e discriminante per i maschi che hanno fatto tutta la loro brava trafila, sono arrivati a determinate posizioni ma si vedono superati soltanto perché la concorrente è donna. I fautori di questa parità citano a sproposito l'articolo 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli eccetera. In realtà provvedimenti di questo genere sono contrari proprio a questo articolo perché discriminano chi donna non è.
L'on. Roberta Agostini del Pd scrive che "è in gioco la qualità della nostra democrazia, tutte o quasi le parlamentari donne hanno costituito uno schieramento trasversale e sullo stesso piano è la presidente della Camera Laura Boldrini, e questa di per sé è un'anomalia che dovrebbe far riflettere. Abbiamo già scritto (Matteo Cencelli) che i ministri dovrebbero essere scelti in base alle loro competenze e non al sesso, e questo vale per tutti; provvedimenti impositivi sono sbagliati, anticostituzionali ed anche irriguardosi per le stesse donne. Abbiamo anche scritto che in base a questo principio di parità è stata nominata ministro una donna all'ottavo mese di gravidanza, cosa che in un momento di emergenza definire assurda è poco. Franco Isman Condividi su Facebook Condividi su Facebook Segnala su Twitter EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati 8 marzo 2014 |