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Libertà e rispetto
Roberto Rosenwasser

astronava Maia

Il tema di oggi è il limite fra libertà e rispetto: libertà di esprimere un giudizio, anche offensivo dei sentimenti altrui, su simboli e religioni, in nome del principio che la libertà di espressione è indivisibile e quindi non limitabile neppure in parte; rispetto, che vede tale libertà confliggere con il principio di “neminem ledere” ovvero di non offendere, fisicamente o moralmente, il tuo prossimo. L'offesa può venir concepita come mediata: per chi creda realmente in valori religiosi, la bestemmia, la blasfemia e la presa in giro del sacro, vengono concepiti come insulti personali.

Vorrei risalire all'origine di tali sentimenti. L'uomo moderno, figlio di una civiltà evoluta, in potenziale possesso di molte informazioni, si rifiuta di conoscere o di voler rispondere ad una serie di quesiti, quali:
Perchè fra tutte le specie complesse, solo l'uomo ha avuto un'evoluzione velocissima, passando dallo stato di ominide scimmiesco all'attuale in 2,5 milioni di anni (mentre da scimmia a homo erectus 5 milioni di anni) mentre altre specie di mammiferi, comparse 220 milioni di anni fa, non hanno avuto evoluzioni confrontabili?
Ci sono state altre civiltà umane prima della nostra? Come si spiegano altrimenti alcuni reperti ed alcune costruzioni non realizzabili con gli attrezzi dell'epoca della loro datazione ufficiale? 
Ci sono stati contatti con altre popolazioni non terrestri? 
Perchè il cervello umano è in parte derivato, secondo molti studiosi, dall'evoluzione dei rettili, in parte dai mammiferi, e che effetto ha questo fattore nella naturale violenza umana?
Quali sono i principi che generano il moto nell'universo, e sono riproducibili in scala per produrre energia senza combustibili o per superare la gravità, come alcuni affermano?

A tutte queste domande, l'uomo risponde rifugiandosi nelle religioni, che hanno elementi comuni, ma anche grandi differenze (cuius regio, eius religio):
Ci sono state, e ci sono, religioni monoteiste o pluriteiste;
Ci sono religioni che fanno riferimento ad uno o più profeti o messia, uomini superiori o deificati che mediano il rapporto fra Dio e gli altri umani;
Ci sono religioni che interpretano nel tempo i testi sacri, altre che li considerano non interpretabili.
Ci sono religioni che sono forme flilosofiche, che dettano norme comportamentali, senza entrare nel merito del sacro.
In molte religioni, anche in zone del mondo all'epoca non in contatto fra loro, sono presenti:
Riferimenti a specie inesistenti (giganti, ecc.) , a dei comparsi sulla terra, a semidei, ad un diluvio che avrebbe distrutto, circa 30.000 anni fa, quasi tutte le specie;
Riferimenti a magie, miracoli, oggetti potenti (l'arca dell'alleanza e la sua colonna di fuoco) non più esistenti, o a avvenimenti (battaglie aeree fra dei, bombardamenti aerei) inspiegabili con la realtà storica.

Tutti questi assunti non vengono considerati come realtà storica, ma come presupposto di fede, spesso avvalorati dal messaggero o profeta che ne afferma la validità.
Va detto che, nell'analisi e nel confronto dell'origine delle credenze religiose, sono pochi i testi, visto che la scrittura compare appena 5200 anni fa, dopo migliaia di anni di evoluzione. Si possono desumere riti primitivi dai reperti archeologici. I veda, di 4000 anni fa, parlano di battaglie fra aereonavi (vimana) descrivendone perfino il funzionamento.
Per tutte queste domande senza risposta, che l'uomo non vuole ricercare per paura, le religioni si sono imposte con una casta sacerdotale, espressa per nascita o per censo, che ha blindato con il mezzo della credenza obbligatoria per fede, dogma o assioma, ogni questione speculativa.
Resta il fatto che non abbiamo neanche tentato di squarciare il velo dell'ignoranza.

Può esistere una società non condizionata dal consumo, dove le religioni siano solo una forma di rispetto per un'entità creatrice, che ci sia o meno, e per la natura prodotta e la vita Certo, se l'energia infinita è realmente disponibile, il mondo è sufficientemente grande per sfamarci tutti, per lasciarci andare dove vogliamo vivere, per vivere il proprio credo. Se esiste una forma di limitare l'energia, il disarmo è realizzabile: un esperimento come quello di Marconi, magari promosso dalla Chiesa che pare ne abbia ereditato il brevetto, bloccherebbe tutte le armi che facciano uso di elettricità di potenziali violenti, lasciando a ciascuno la scelta se vivere comodamente in pace o di violenza, soccombendo per la differente capacità offensiva.
In una società ideale, la natura delle credenze religiose resterebbe confinata all'ambito della fede individuale, non offensiva, nella propria cultura di origine.

Roberto Rosenwasser

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  17 gennaio 2015