2. Le Nazioni Unite e i Territori occupati
Franco Isman
Secondo gli accordi di Oslo del 1993 la Cisgiordania è stata divisa in tre zone: Area A, circa il 15% della superficie, con le città di Nablus, Jenin, Tulkarem, Qalqilya, Ramallah, Betlemme, Gerico e l'80 per cento di Hebron, con il controllo completo civile e di sicurezza dell'Autorità palestinese e senza insediamenti israeliani; agli israeliani è addirittura vietato l'ingresso dalle stesse autorità israeliane. Area B, 25% della superficie, con 440 villaggi palestinesi e le loro terre circostanti, con il controllo civile palestinese e quello della sicurezza congiunto israelo-palestinese. Anche qui non vi sono insediamenti israeliani. Area C, 60% con il pieno controllo civile e di sicurezza israeliano. (Il rimanente 2% è rappresentato da Gerusalemme). È in quest'area (oltre che a Gerusalemme est) che sono sorti e continuano a proliferare gli insediamenti israeliani: 1.000 coloni nel 1972, 110.000 nel 1993, più di 200.000 nel 2012, addirittura 556.000 a fine 2014, piazzati in 150 colonie, illegali secondo il diritto internazionale ma volute e riconosciute dal governo israeliano oltre che in altre 100 illegali anche per Israele. A fronte di tutto ciò una popolazione autoctona, beduini in gran parte, di 150.000 persone. (I dati ricevuti sono integrati da notizie riprese da Wikipedia). Nella valle del Giordano, tutta in area C, i palestinesi vivono solo attorno a Gerico e pochi al Nord ma vengono progressivamente evacuati (da vedere il film La legge da queste parti). La violenza dei coloni è in aumento soprattutto attorno a Nablus. E qui, anche se non se ne è parlato, tutti abbiamo pensato all'episodio terribile del bambino bruciato vivo a Duma assieme ai genitori per il lancio di una molotov da parte di uno o più criminali. Il progetto del muro è di 700 km, quasi tutto già completato, ma per il 10% non è conforme alla legalità internazionale in quanto entra (profondamente) nei territori occupati includendo molti insediamenti israeliani, incorporando zone ricche di falde acquifere e separando molti terreni coltivati dal luogo di residenza dei proprietari palestinesi. Un contadino per coltivare la sua terra al di là del muro deve avere un permesso dalle autorità israeliane e non gli è consentito di fermarsi a dormire né di costruire un qualsiasi ricovero. Nella valle del Giordano ci sono soltanto 85 varchi per 150 comunità, uno ogni 9 km. Ma 76 di questi sono aperti soltanto nel periodo di sei settimane di raccolta delle olive. Gli altri sono aperti solo poche ore al giorno, all'alba e al tramonto, e non è permesso il passaggio dei trattori. Le serre che devono essere irrigate ogni giorno sono state chiuse. Sono state chiuse 490 strade e creati 60 check points, anche se negli ultimi due anni il controllo si è allentato. Per fare una qualsivoglia costruzione è necessario un permesso: quanti permessi pensate siano stati dati ai palestinesi nel 2014 ? ha chiesto mr. Dolphin; 100 ho buttato là io; soltanto uno la replica. E se le case, catapecchie per l'esattezza, spesso realizzate con mattoni di fango, vengono costruite ugualmente esse vengono demolite: 601 nel 2014 di cui 118 costruite con aiuti internazionali. Come vengono distrutti i ricoveri per gli animali e i serbatoi d'acqua. Dal 1988 ad oggi sono stati emessi 14.447 ordini di demolizione di cui eseguiti il 20%. Nello stesso 2014 però sono state costruite 4.400 nuove case per i coloni. Molti coloni popolano gli insediamenti soprattutto per le facilitazioni economiche previste, molti nel governo sono coloni, ma altri, in particolare al Nord, sono fanatici integralisti. Cosa fa, cosa può fare l'Ocha, abbiamo chiesto. L'Ocha osserva e documenta tutto, ha libero accesso dappertutto e gli israeliani non osano interferire. Noi stessi due giorni dopo, nella valle del Giordano dove appunto era appena stata demolita una catapecchia di beduini palestinesi, abbiamo visto un'auto dell'Ocha che, terminati i rilievi, se ne stava andando. L'Ocha osserva, documenta, trasmette le sue relazioni all'ONU e realizza numerose e documentatissime pubblicazioni che stampa e mette on line a disposizione di tutti. Non ha l'autorità, né è suo compito intervenire. Questo lo può fare l'ONU, e l'ONU siete voi con i vostri governi ha concluso giustamente mr.Dolphin. (2. continua) Franco Isman
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