prima pagina pagina precedente



Noi e il referendum sulla Costituzione
Umberto De Pace

Costituzione

C'è un dato che dovrebbe preoccuparci più di altri, nel momento in cui ci accingiamo a trattare il tema del referendum sulla Costituzione: la divisione e contrapposizione tra due posizioni apparentemente inconciliabili. La Costituzione non è una legge qualunque, essa rappresenta le fondamenta di tutte le leggi, è la base e la garanzia della convivenza civile all'interno della nostra società. Ponendosi al di sopra di tutto necessita la più ampia e partecipata condivisione. Ciò non significa unanimismo, né maggioranza, quanto ampio consenso.

La legge costituzionale per la quale siamo chiamati a votare in autunno è inficiata da questo tarlo originario, dovuto all'incapacità di una classe politica non all'altezza del compito. Ed proprio per questo che siamo chiamati al voto. D'altronde, l'ipotesi che si affermi una maggioranza autorevole e imponente, sull'uno o sull'altro fronte, visto come stanno le cose, è un'ipotesi impossibile e quindi, qualsiasi sarà l'esito del referendum, sarà l'intero paese ad aver perso. Pensare di imporre a suon di maggioranza - in realtà sempre più minoranza in una società con sempre più alti tassi di astensione e disaffezione verso la politica e le elezioni – cambiamenti e modifiche costituzionali non solo è sbagliato ma, non me ne voglia il Presidente emerito Napolitano, anche irresponsabile.

Un'irresponsabilità che, a quanto pare, dilaga sempre più. Da una parte, il presidente del consiglio che giunge fino al ricatto, minacciando le proprie dimissioni, pur di condizionare il voto. Dall'altra non poche forze politiche, così come singoli cittadini, che sull'esito del voto puntano tutta la loro acredine nei confronti del premier e del suo governo, al di là di quale sia la materia del contendere (ad onor del vero lo stesso vale per una buona parte dei sostenitori del governo). Anche al di là di questi estremi i “danni collaterali” di una riforma forzata e imposta si possono vedere nelle lacerazioni e polemiche nate all'interno (e ancor più all'intorno) dell'ANPI o fra i magistrati, i costituzionalisti, gli intellettuali o all'interno dello stesso partito di maggioranza.

E' un male tutto ciò? No, anzi, il confronto e il dibattito, alle volte anche aspro, è il sale della democrazia. Ma oggi non siamo in una fase di ideazione, elaborazione, non siamo in una fase costituente. Un referendum non lascia alternative: o da una parte o dall'altra. Mediare non è suo compito, ciò andava fatto prima, in modo ponderato, autorevole, saggio. Così non è stato e così, molto probabilmente, non poteva essere, mancando nei posti chiavi della nostra bistrattata democrazia personalità all'altezza di tale compito. Siamo quindi chiamati, nostro malgrado, ad esprimere una scelta. Una scelta, occorre esserne consapevoli, che non riguarda solo noi o chi la pensa come noi, che non riguarda tanto meno questo o quel governo, ma che riguarda tutti, la nostra società di oggi e ancor più quella di domani. Avere coscienza che quella si sta scrivendo è comunque una brutta pagina per la democrazia del nostro paese, forse ci potrà aiutare ad evitare un domani errori di tale portata.

Si poteva percorrere un'altra strada? Certamente: promulgare una legge elettorale che sapesse coniugare la governabilità con la massima rappresentatività e la più ampia partecipazione (cosa ben lontana dall'Italicum); indizione di nuove elezioni; condivisione di una legge di riforma costituzionale ammesso, e non concesso, che questa oggi fosse la priorità per il paese. Ciò avrebbe dato legittimità a un parlamento oggi eletto con una legge incostituzionale e autorevolezza a un governo nato da una “forzatura” di palazzo.

Umberto De Pace

ARTICOLI SULL'ARGOMENTO:
Noi e il referendum sulla Costituzione - Umberto De Pace
Il gravissimo errore di Renzi – Franco Isman
Le strane alleanze – Franco Isman
Esprit florentin - Giuseppe Pizzi
Il mio NO al referendum - Umberto De Pace
Il mio SI' al Referendum – Giacomo Correale Santacroce
Il mio NO al referendum sulla riforma della Costituzione - Giuseppe Pizzi

Condividi su Facebook Condividi su Facebook
Segnala su Twitter


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  23 giugno 2016