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REALTÀ VIRTUALE
Realtà aumentata e fenomeno “Pokémon Go”
Tania Marinoni

Pokemon Go
Pokémon Go

E' il 1990 e all'industria aeronautica Boeing i tecnici addetti al montaggio di cinque milioni di pezzi del 747 leggono su uno schermo digitale, sovrapposte alla parte reale su cui lavorano, le operazioni che devono svolgere. A sostituire manuali di realizzazione troppo onerosi in termini di tempo è un'importante innovazione, che esordisce nel mondo della meccanica e sarà destinata a rivoluzionare nel corso degli anni l'interfaccia utente-macchinario. Nasce in questa occasione Il termine “Realtà aumentata” “Augmented reality”, coniato dal ricercatore Tom Caudell per indicare un sistema di nuova generazione, che agevola l'installazione di cavi elettrici nei velivoli.

cablaggio assistito
Cablaggio assistito

“Realtà aumentata” e “Realtà virtuale” potrebbero apparire a prima vista sinonimi: non di rado vengono infatti utilizzati alternativamente e citati per indicare in senso generico gli interventi con cui mediare la realtà. Ma nonostante alcuni elementi comuni tra i due concetti intercorre una profonda differenza. Mentre con le tecniche di realtà virtuale si vuole creare un ambiente artificiale, tramite quelle di realtà aumentata si agisce invece sulla percezione sensoriale per arricchirla di informazioni. Gli informatici Paul Milgram e Fumio Kishino si sono occupati a lungo della tematica, sviluppando nel 1994 un'interessante teoria sull'argomento: le due tecniche sarebbero non opposte, ma facenti parte di un continuum, che contempla ad un estremo la realtà e giunge fino alla virtualità, passando per la realtà aumentata e quella virtuale. Secondo la tassonomia proposta, quindi, all'artificiosità si giunge attraverso un percorso a step, in cui le due tipologie di intervento si collocano in successione e non in antitesi.

Possiamo accostarci alla realtà aumentata tramite due principali modalità: per mezzo di un dispositivo mobile, oppure utilizzando un computer. Nel primo caso si agisce mediante GPS ed un collegamento Internet che garantisca il ricevimento di dati in tempo reale; la seconda modalità si fonda invece sull'utilizzo di marcatori, gli AR tags: elementi grafici di colore nero su fondo bianco, che vengono mostrati dalla webcam al calcolatore e poi arricchiti da contenuti multimediali. La realtà aumentata necessita obbligatoriamente di opportuni sensori, che costituiscono oggi la dotazione base di comunissimi iPhone e Samsung Galaxy, come appunto la webcam, i già citati GPS, gli accelerometri, le bussole e i giroscopi. E' proprio la crescente diffusione dei dispositivi mobili di ultima generazione ad aver permesso quella delle applicazione AR (Augmented reality)
e in un futuro ormai prossimo in molti apprezzeranno i vantaggi derivanti da queste tecniche.

informazioni
Informazioni

Il consumatore potrà reperire le informazioni organolettiche di un prodotto al momento dell'acquisto e nelle installazioni artistiche si potrà beneficiare di informazioni aggiuntive riguardo le opere esposte. I sistemi AR sembrano inoltre rivoluzionare non solo l'ambito in cui sono nati, quello lavorativo, ma anche il sistema della mobilità, costituendo l'ultima frontiera sia dello smart working che della smart mobility: possono indicare infatti i punti di interesse prossimi a noi, le modalità per raggiungerli e le tempistiche associate. Queste apparecchiature forniranno utili informazioni per la guida di un veicolo, indicando ad esempio gli ostacoli non riscontrabili semplicemente con la vista.

Pokemon Go
Pokémon Go

Un fenomeno strutturato sulle tecniche di realtà aumentata, che ha catalizzato la scorsa estate l'interesse di molti giovani e l'attenzione degli apparati mediatici, è l'applicazione per smartphone Android e iOS, “Pokémon Go”. Vera e propria mania collettiva, il gioco ispirato al noto cartone animato giapponese di fine anni Novanta è da subito diventato un fenomeno di portata globale con 7,5 milioni di applicazioni scaricate negli USA dal luglio scorso. Proprio come nella serie TV gli utenti possono perlustrare la città alla ricerca delle creature immaginarie per acchiapparle e poi allenarle a scopo ludico. Grazie al dispositivo GPS si può osservare direttamente sullo smartphone una mappa del luogo che si sta percorrendo e incontrare dei personaggi fantastici che si possono catturare. Alcuni edifici pubblici come musei, siti turistici, piazze, teatri e chiese rappresentano nell'applicazione i cosiddetti Poké stop: punti di interesse in cui trovare ed approvvigionarsi di strumenti virtuali per migliorare la propria performance di gioco.

Il fenomeno ha comprensibilmente generato allarme per i numerosi e sconcertanti episodi di violazione del codice stradale, che vedevano al volante assidui cacciatori di Pokémon procedere del tutto inconsapevolmente in senso vietato. “Pokémon Go” ha giustamente suscitato sdegno dopo aver utilizzato per il gioco luoghi di culto o di memoria, come il Museo Nazionale dell'Olocausto a Washington, il memoriale di Auschwitz in Polonia, e quello dell'11 settembre a New York, episodi, questi, estremamente sgradevoli che hanno visto gli amministratori delle strutture coinvolte chiedere ai produttori del gioco di escludere questi monumenti dall'applicazione.

Per contro vi è stato anche l' intervento sconveniente e del tutto inadeguato del vescovo di Noto, che non ha esitato ad accostare il tormentone estivo al regime nazista per i tratti “totalitaristici” e l'attitudine a “creare dipendenza”. Ben più appropriata pare invece la similitudine riscontrata con l'Lsd degli anni Settanta da Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttrice dell'Istituto di Gestalt HCC. Lontano, infatti, dall'espletare la funzione tipica delle tecniche AR, “Pokémon Go” si configura come esperienza allucinatoria. Se il principale obiettivo della realtà aumentata è appunto quello di fornire, attraverso elementi virtuali, informazioni reali che arricchiscono la dimensione apprezzabile con i sensi, l'applicazione sviluppata da Nintendo e Niantic non apporta alcun aiuto alla percezione della realtà, ma sovrappone alla topologia contenuti di fantasia, inducendo a vivere un'esperienza alienante e pericolosa.

Tania Marinoni

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  29 settembre 2016