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L'attentato di Gerusalemme:
il cuore e la mente
Franco Isman

dittatura
L'autocarro salta sul marciapiedfe e sta per travolgere il gruppo di soldati appena scesi dal bus

Di ritorno da un viaggio in Palestina ed Israele, poco più di un anno fa, parlando dello Yad Vashem, il museo dello sterminio a Gerusalemme, avevo scritto.

“Tra i visitatori diversi gruppi, ciascuno di forse una trentina di militari di leva, in divisa ma non armati, altri fanno ovviamente la guardia all'esterno. Certamente giusto che visitino il museo e si rendano conto de visu dell'orrore della Shoah. Chiaro come ciascuno di loro si senta investito dalla missione di impedire che ciò possa di nuovo accadere. Mai più, e loro sono il baluardo, i difensori del loro popolo. Al punto da accettare di massacrare civili inermi a centinaia nei bombardamenti di Gaza.”

Mai più, ma dopo l'assassinio di Yitzhak Rabin nel novembre del 1995 durante una manifestazione pacifista con centomila persone, l'ascesa al potere di Benjamin Netanyahu e vent'anni di governi reazionari, fondamentalisti e razzisti , hanno volutamente deformato questo giusto sentire del popolo di Israele e praticamente distrutto il movimento pacifista.

La soluzione dei “Due popoli due Stati”, come sancito dagli accordi di Oslo del '93, con il continuo aumento delle colonie e degli avamposti israeliani sul territorio palestinese, costantemente ma inutilmente condannati dall'ONU, nonché degli insediamenti ebraici nella stessa parte araba di Gerusalemme, è diventata da tempo irrealizzabile ed ormai non è che una foglia di fico per cercare di mascherale la reale politica di Israele che è quella di un unico stato ebraico dal mare al Giordano. L'esatto contraltare di Hamas che ha nel suo statuto la distruzione dello Stato di Israele.

La vita dei palestinesi con le vessazioni cui sono sottoposti, gli insediamenti consolidati dalle profonde e illegali intrusioni del muro nel loro territorio, la quasi impossibilità di coltivare i propri campi, è diventata miserabile e senza speranza. Le provocazioni dei coloni, compresa la strage di Duma, sono impunite. Migliaia sono i palestinesi agli arresti senza processo né imputazioni precise.
Le continue provocazioni degli ebrei ortodossi sulla Spianata delle moschee, il Monte del tempio per gli ebrei ma riservato negli accordi al culto islamico, come riservato agli ebrei è invece il sottostante Muro del pianto, mostrano la volontà di mutare anche questo statu quo.
E dalla disperazione è nata la terza intifada, l'intifada dei coltelli, con giovani e giovanissimi che si lanciano in attentati praticamente suicidi.
Molto spesso, troppo spesso, la reazione dei militari e dei civili israeliani nei confronti di un attentatore è l'uccisione sul posto, a sangue freddo, e questi assassinii sono quasi sempre rimasti impuniti. Abbiamo pubblicato dei filmati terribili al proposito. A fine 2015 le vittime erano 19 israeliani e 136 palestinesi.

Netanyahu, che governa assieme ai rappresentanti dei coloni più oltranzisti, addebita la responsabilità dell'ultimo attentato all'Isis, in realtà inesistente in Israele e nei territori, e paragona gli attentati in Israele a quelli dell'Isis che stanno sconvolgendo l'Europa: nulla di più falso e volutamente fuorviante.
Gli attentati in Israele rappresentano la disperata resistenza di un popolo ad una illegale e pesantissima occupazione militare, anche se quelli che coinvolgono i civili, per quanto motivati siano, sono molto difficili da accettare.

Non si tratta di terrorismo, questa è resistenza, questa è lotta di liberazione.
L'attentato di Gerusalemme è comparabile con quello di via Rasella: contro Israele occupante l'uno, contro il tedesco invasore l'altro. Nell'assalto di Gerusalemme l'attentatore sapeva di sacrificare la sua via, non così per via Rasella, ma non intendo entrare nella lunga polemica.
Ma gli israeliani non sono i nazisti e non ci sono state le Fosse Ardeatine.

Franco Isman

Il video dell'attentato

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  10 gennaio 2017 aggiornato 12 gennaio 2017