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MS Licenza di uccidere
Franco Isman


Cominciamo dai fatti, come riportati da Repubblica.
L'episodio per cui l'imprenditore è stato condannato, assieme a un suo dipendente, avviene il 5 ottobre del 2011. Quella notte tre ladri di nazionalità romena vengono colti sul fatto, grazie a un allarme antifurto, mentre cercano di rubare il gasolio da un escavatore della ditta di Peveri, lungo il greto del fiume Tidone. L'imprenditore in passato aveva già subito numerosi furti e quella notte, in compagnia del suo dipendente Gheorghe Botezatu, romeno anch'egli, interviene e spara tre colpi di fucile a pompa contro i malviventi, ferendone uno al braccio e mettendoli in fuga. La storia potrebbe chiudersi lì, senonché uno dei tre, Jucan Dorel, poco più tardi torna nei pressi del cantiere per recuperare l'auto usata nel tentativo di furto. Botezatu se ne accorge, lo riconosce e lo immobilizza. A quel punto torna in campo Peveri che con Dorel a terra prima lo malmena e poi - accidentalmente, sostiene lui - esplode un altro colpo di fucile, colpendolo al petto. Nonostante la ferita gravissima, Dorel sopravvive. Per fortuna sua, ma anche di Peveri, che verrà processato per tentato omicidio, e non per un omicidio effettivamente commesso.

Prima fase.
Angelo Peveri, l'imprenditore, avvisato dall'allarme antifurto, corre al fiume assieme al suo dipendente Gheorghe Botezatu e spara tre colpi di fucile contro i ladruncoli che stavano rubando del gasolio dall'escavatore. E' evidente che sarebbe bastato un colpo in aria.
Non si tratta di legittima difesa e nemmeno di eccesso di legittima difesa, si tratta di tentato omicidio.

Seconda fase.
Juncan Dorel, uno dei ladruncoli, torna nei pressi del cantiere per recuperare la loro macchina, Butezato se ne accorge, lo blocca a terra e lo percuote “anche con un corpo contundente”, si legge in un'altra cronaca.
Interviene Peveri che spara a bruciapelo a Dorel immobilizzato a terra ferendolo gravemente.
Tentato omicidio, nulla a che fare con la legittima difesa. La tesi della difesa che il colpo era partito accidentalmente è risibile, anche considerati gli spari precedenti.

Il pm Ornella Chicca, che nel 2001 coordinò le indagini e la cui tesi è stata condivisa anche dalla Cassazione ha dichiarato: "la legittima difesa in questa vicenda non c'entra nulla".

Ottobre 2011, febbraio 2019: più di sette anni per arrivare alla sentenza definitiva. Salvo revisione.
Ed un condannato per tentato omicidio rimane a piede libero fino a questo momento, evidentemente escludendo qualsiasi pericolo di reiterazione del reato. Mah.

Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio, il 17 febbraio su Facebook scrive:
Nell'ottobre 2011 Angelo Peveri sparò a due ladri rumeni che gli stavano rubando del gasolio, ferendone gravemente uno. Per la sua azienda era il terzo furto nel giro di poco tempo. Così, questo imprenditore di Piacenza è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per tentato omicidio.
I due stranieri hanno patteggiato 10 mesi e 20 giorni per tentato furto. Dopo quella sera maledetta, il signor Angelo ha subito altri tredici furti di gasolio. Tredici.
È un'altra vicenda che ci spinge ad approvare una legge seria sulla Legittima Difesa!
Il 20 febbraio, sempre su FB:
Entro marzo è da approvare la nostra nuova legge sulla legittima difesa. Non è possibile che il signor Angelo, a Piacenza, sia stato condannato a 4 anni e mezzo e debba andare in carcere per essersi difeso da un ladro!

Fa quindi una telefonata di solidarietà al condannato e poi, addirittura, si reca in carcere a fargli visita, con la felpa della Polizia carceraria, naturalmente.
Salvini, nella sua qualità di ministro, aveva diritto di far visita al carcerato Peveri, come a qualsiasi altro, ma soltanto per verificarne le condizioni di detenzione non certo per far riferimento alle vicende processuali e, men che meno, per esprimergli la sua solidarietà.

E questo episodio, un tentato omicidio, viene completamente falsato e strumentalmente usato per far passare una pericolosa legge sulla legittima difesa: #ladifesaèsemprelegittima.

Salvini ci sta riportando ai secoli bui in cui si bruciavano le streghe, ma i suoi innumerevoli e affascinati ammiratori non riescono a rendersene conto. E' un innamoramento collettivo, probabilmente in buona parte dovuto all'insipienza di chi ci ha governati prima, qualcosa in parte simile a quanto avvenuto con il fascismo; Andrea Camilleri ha dichiarato: "Io so bene cosa è il fascismo, Salvini sarebbe stato un gerarca di Mussolini”.

Franco Isman


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  7 marzo 2019

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