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Elezioni fatali
Errori e conseguenze
Franco Isman

non sento, non vedo ma parlo
Gladiatori romani

Il cosiddetto governo rosso-giallo di PD e 5 stelle è nato da un clamoroso errore di valutazione di Salvini e dalla necessità di non andare ad elezioni anticipate che avrebbero visto il trionfo delle destre, il dimezzamento e più dei pentastellati, il premierato di Salvini, modifiche snaturanti della Costituzione ed il pericolo di una vera e propria dittatura.

La speranza e l'ambizione era che, con un governo che operasse bene per tutta la legislatura, si riuscisse ad incidere anche sulla pancia degli elettori e ad arrivare alle elezioni in grado di competere con questa destra.

Ed il governo è partito bene, con il fondamentale rapporto con l'Europa, di collaborazione e non più di antagonismo, compreso un accordo sui migranti, con un buon rapporto con l'imperialista di oltre oceano, e con il varo di alcuni provvedimenti di notevole importanza, voluti soprattutto dai 5 stelle: dal taglio dei parlamentari al reddito di cittadinanza, al pressoché certo blocco della clausola di salvaguardia comportante l'aumento dell'IVA ed a provvedimenti concreti contro l'evasione fiscale. E con l'impegno a trovare e proporre un nuovo sistema elettorale entro il mese di dicembre, che però nessuno ha la minima idea di come possa essere.

Azioni certamente di rilievo ma portate a termine dopo contrasti infiniti fra le varie anime sia del movimento di Grillo che del PD di Zingaretti. Questo poi ha subito il trauma della separazione di Renzi, anche se questi ha dichiarato, e per ora fatto, di sostenere la maggioranza di governo.
Ma le pance della gente, ben maneggiate da Salvini & co., vedono questi contrasti più che le azioni concrete.

E veniamo alle elezioni regionali in Umbria che hanno visto il trionfo della destra con il 57,55% dei voti, ed in particolare della Lega con il 37%, e la sconfitta del centro sinistra arrivato al 37,48% con in particolare i 5 stelle al minimo storico del 7,4%.

L'Umbria è stata in passato sempre governata dal centro sinistra e ciò ha portato a sottostimare la continua avanzata della destra, arrivando a quella che si può ben definire una rotta.
Ma l'errore, molto grave, è stato di presentarsi uniti, come le forze che compongono il governo, facendo scendere in campo anche il presidente del Consiglio. La sconfitta quindi non è dei singoli partiti ma è del governo, dando così buon gioco agli avversari di battere su questo punto chiedendone le dimissioni.

Il governo ha ben poche possibilità di non cadere alla prima votazione importante.
Ma, anche se riuscisse a forza di voti di fiducia a sopravvivere, con le sconfitte certe alle prossime elezioni regionali (o riuscirà a vincere almeno nell'Emilia tradizionalmente rossa?) sarà sotto scacco. E anche se il Presidente della Repubblica non può acconsentire a nuove elezioni finché il governo non è sfiduciato da una camera, è possibile possa far valere la sua moral suasion perché si dimetta e così dare la parola agli elettori.

E sarebbe certamente giusto non fosse che gli elettori, nella gran parte, non votano con la testa ma con la pancia. E la pancia, troppo facilmente condizionabile, non dovrebbe avere diritto di voto…

Franco Isman


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  29 ottobre 2019