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Prima
L'umanità al tempo del coronavirus
Umberto De Pace

“Prima gli italiani”, “America first”, “la France d'abord”, “Brasil acima de tudo”, e potremmo continuare con gli ungheresi, i polacchi, etc. Naturalmente lo slogan è adattabile a qualsiasi soluzione non a caso abbiamo anche i sostenitori di “Prima Monza”.

PRIMA

In realtà ben prima della nazionalità o della appartenenza territoriale ci sono valori e principi molto più importanti che oggi, forse, dovremmo percepire tutti con più facilità e maggior coscienza. Una realtà, quella odierna, che ha visto gli italiani, prima di tanti altri, a dover affrontare una subdola e mortifera emergenza sanitaria. Alle nostre difficoltà e ai nostri bisogni in tanti, nel mondo e nel nostro paese, non hanno anteposto prima le proprie esigenze, ma con generosità hanno offerto il loro aiuto. Sono state nazioni, le prime a intervenire guarda caso non facenti parte dello schieramento “prima noi”. Sono stati uomini e donne che prima della loro sicurezza e tranquillità hanno sentito il dovere di aiutare i malati, gli anziani, i senzatetto, i più bisognosi, il loro prossimo chiunque esso fosse.

Che tutti si siano mossi sulla base di uno spirito unicamente umanitario è lecito avere qualche dubbio, e soprattutto è doveroso avere sempre vigile lo spirito critico e la capacità di analisi dei fatti. Ciò non toglie che per la maggior parte di quegli uomini e quelle donne che oggi stanno dando il loro fondamentale contributo, alle volte a costo della propria stessa vita, prima di tutto viene l'essere umano. Passata questa emergenza avremo modo di analizzare, criticare, documentare, gli interessi geopolitici delle nazioni soccorritrici, le contraddizioni del loro agire, i due pesi e le due misure nei confronti dei propri cittadini e delle loro libertà. Passata questa emergenza documenteremo e discuteremo sull'operato dei gruppi di estrema destra, anche cittadini, prodighi di aiuti prestati sotto mentite spoglie. Ma una cosa è certa, ed è che quello slogan “prima noi”, se fosse stato applicato nella realtà odierna, avrebbe solo contribuito a rendere ancora più tragica e virulenta l'epidemia in corso. La forza delle idee, come la capacità e l'intelligenza dell'essere umano, si misurano nei momenti difficili nei quali le parole riprendono il loro significato e accompagnano i fatti. Le parole senza alcuna consistenza né possibilità di utilizzo, per il bene dell'umanità e del mondo in cui viviamo, lasciamole che le disperda il vento.

Oggi siamo in molti a chiederci cosa accadrà dopo la fine dell'emergenza in corso. Alcuni confidano nel fatto di tornare a prima della crisi, altri sostengono che nulla potrà essere come prima, altri ancora che sarà peggio di prima. L'unica certezza che abbiamo è che quel prima è fuori da ogni dubbio parte del problema di ieri, oggi e domani.

Umberto De Pace

Della stessa serie:
E' tempo
Parole



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  26 aprile 2020