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Lavoro
L'umanità al tempo del coronavirus
Umberto De Pace



E' con il lavoro che l'essere umano è in grado di garantire la propria vita, con l'impiego delle proprie energie fisiche ed intellettuali esso può giungere a conseguire i propri fini, siano essi legati ai bisogni primari e vitali che a qualsiasi altro scopo o esigenze individuali o collettive. In attesa della futuribile società senza lavoro, da più parti preconizzata, ad oggi non possiamo non fare i conti con una realtà che vede fra i suoi principali problemi quello del lavoro, in tutte le sue forme. La schiavitù e lo sfruttamento presenti in alcune delle realtà agricole, e non solo, del nostro paese; la precarietà cronica e la flessibilità insostenibile; i finti lavoratori autonomi; le diseguaglianze sempre più marcate, fino a giungere alle categorie cosiddette “garantite” dei lavori a tempo indeterminato, delle categorie professionali, di quelle artigianali e imprenditoriali. Senza dimenticare i morti sul lavoro, chi il lavoro non ce l'ha, chi nemmeno più lo cerca e il pozzo senza fondo del lavoro nero. La fotografia della realtà più recente ci è data dal rapporto ufficiale su “Il mercato del lavoro 2019”, nel quale, il presidente del Cnel Tiziano Treu evidenzia come la situazione non sia contingente ma abbia radici strutturali. Si aggiunge oggi il report Istat sui primi mesi di quest'anno.
Presupposto per una ricostruzione post-emergenza è l'elaborazione di progetti che permettano di raggiungere degli obiettivi fin da subito ben delineati e che abbiano al centro, quali soggetti primari, l'essere umano e la natura, vincolando obiettivi e mezzi a uno sviluppo sostenibile per l'insieme del pianeta. Quali obiettivi? Oltre a quelli fino ad oggi elaborati dal governo e dalle forze politiche, il panorama delle proposte è alquanto ampio e vede partecipe gli imprenditori, le associazioni, i sindacati, gli accademici e i ricercatori.

La Campagna Sbilanciamoci!

Forum diseguaglianze diversità

Una cosa è certa, affrancare il nostro paese dalla perenne emergenza – climatica, sismica, sanitaria o sociale – deve essere l'obiettivo primario.
Con quali metodi? Occorre una condivisione progettuale da parte di tutte le componenti della società, con pari doveri, diritti e dignità. Tra loro, i corpi intermedi e le rappresentanze sociali, demonizzati e marginalizzati negli ultimi decenni non solo dalla politica, ma da una sottocultura diffusa che ha contribuito a impoverire materialmente e culturalmente il nostro paese, rendendolo più fragile e indifeso a fronte di una illusoria parvenza di libertà e autonomia.
Con quali mezzi? E' inevitabile mettere in campo tutti i mezzi e le energie che abbiamo a disposizione, nazionali ed europei, pubblici e privati, senza dimenticare di agire con efficacia sul piano dell'evasione fiscale.

Mezzi e risorse supportati da programmi che sappiano reggere nel medio e lungo periodo. Perché ciò sia possibile l'unica strada è quella di indirizzarli nella prospettiva di creare lavoro.
Il compito di dare corpo e forma a tutto ciò lo deve (ri)assumere la politica la quale, al contempo, deve saper governare le pesanti pressioni e i ricatti di quelle forze politiche ed economiche che vorrebbero ripartire dal “prima”, ovvero dal neoliberismo senza freni che è parte indissolubile del problema che ci troviamo oggi a dover gestire. Non va contrapposto il pubblico al privato, è fondamentale il contributo di entrambi per la ricostruzione del paese, con la politica che sappia assumersi responsabilmente la centralità nella gestione dei beni comuni e nella garanzia delle regole che permettano l'attuazione dei dettati costituzionali, primo fra tutti il diritto al lavoro.


La situazione attuale richiede uno sforzo e una presa di responsabilità straordinaria per un passaggio storico estremamente difficile nel quale entrano in gioco idee, visioni, interessi spesso opposti. Occorre una grande capacità di elaborazione e programmazione, ma anche di confronto con il quale far prevalere le ragioni comuni nell'interesse del paese e nell'ambito di una imprescindibile visione europea.

Umberto De Pace

Della stessa serie:
E' tempo
Parole
Prima
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Conoscenza
Coscienza
Politica
Rabbia
Lavoro



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  5 giugno 2020