27 gennaio
Franco Isman
Giorno della memoria. Che la legge chiede espressamente di celebrare. Ma lo sanno tutti? E sono tutti concordi che lo si debba ricordare? No, molti non lo conoscono, alcuni lo confondono con il ricordo delle foibe e dell'esodo del popolo istriano, ma sono tantissimi quelli che, infastiditi, dicono basta, dopo quasi ottant'anni è ora di metterci una pietra sopra. Poi ci sono molti che negano che sia mai accaduto, che non guardano, non vogliono guardare i terribili filmati dei campi di sterminio (in Germania e in altri Stati il negazionismo è reato), ma ci sono anche i fascisti e i nazisti dei nostri giorni, con una frangia estrema che non soltanto ricorda il genocidio ma vorrebbe portarlo a termine. Ed allora l'oblio non è possibile e ricordare si deve, perché non deve più accadere, mai più, a nessun popolo. Arengario, nell'edizione cartacea prima e nella versione sul web dal 2002, ha sempre dato ampio spazio alla ricorrenza, citiamo in particolare un articolo abbastanza esaustivo di alcuni anni fa. Qui vogliamo riportare l'eccezionale testimonianza di Liliana Segre al Parlamento europeo il 29 gennaio dell'anno scorso, con la citazione dello stupore per il male altrui di Primo levi, lo stupore perché altre persone che non sono pazze, che non vengono da mondi lontani ma sono tuoi fratelli, possano raggiungere tali livelli di efferatezza. E con l'augurio finale che la farfalla gialla disegnata dai bambini di Teresin possa volare sempre sopra i fili spinati. Franco Isman Condividi su Facebook Segnala su Twitter EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati 27 gennaio 2021 |