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Corruzione internazionale
Franco Isman

indice della percezione della corruzione

Nella graduatoria mondiale della corruzione (CPI - Corruption Perceptions Index)
l'Italia è al 52º posto, alla pari con Malta e Arabia saudita, mentre quasi tutte le nazioni europee sono tra il primo e il 15º posto, il Kazakistan è 94°,l'Algeria 104º, la Nigeria 149º, l'Iraq 160º.

In campo nazionale l'Italia ha conosciuto Tangentopoli, ora vengono alla luce soltanto casi sporadici ma nella realtà le cose non sono cambiate. E quando gli appalti si vincono non per merito ma con le mazzette le imprese non hanno alcuno stimolo a migliorare la loro efficienza.
La corruzione va combattuta perché moralmente vergognosa ma anche in quanto dannosa all'economia della Nazione.

Per quanto riguarda la corruzione internazionale è stata recentemente approvata una legge che consente ai tribunali del nostro Paese di indagare e perseguire i presunti autori di tale reato.
In passato le incriminazioni riguardavano i reati “connessi” a tali operazioni, commessi per accumulare la “provvista” per le tangenti con operazioni estero su estero, con sovrafatturazioni, fatture per prestazioni inesistenti ed evasione dell'Iva.

Giusto e santo ma, riprendendo quanto già scritto nove anni fa (Le verginelle della Procura di Milano)…

Ma davvero c'è qualcuno che non sapeva che per TUTTI gli appalti miliardari relativi sia allo sfruttamento dei campi petroliferi e di gas naturale che a quello della fornitura di armamenti - dalle famigerate mine antiuomo della Valsella (9 milioni di mine con un ricavo di 230 miliardi di lire degli anni Ottanta), ora se dio vuole messe fuori legge, agli elicotteri Agusta – sono sempre state pagate tangenti miliardarie ai maggiorenti locali ? Questo è sempre stato fatto dalle imprese italiane come da quelle straniere: si tratta di una condizione NECESSARIA.” (Nota: i fornitori di petrolio e gas naturali sono gli stati al più alto livello di corruzione, come prima indicato):
Il discorso relativo alla produzione e vendita delle armi è moralmente insostenibile e le giustificazioni addotte sull'importanza per lo sviluppo delle nostre tecnologie e per la nostra economia, anche se vere, non dovrebbero prevalere.


Diverso il discorso sullo sfruttamento delle fonti energetiche indispensabili alla stessa vita della nazione anche se, certamente, si devono perseguire politiche di reale risparmio energetico, di sviluppo delle energie alternative, forse di decrescita programmata.

Così è, così è sempre stato e chi sostiene di non averlo mai saputo è un sepolcro imbiancato. Dovere da parte della magistratura di perseguire un reato di cui venga a conoscenza o mania di protagonismo ? Ma soprattutto cosa si può e si deve fare ? Non è certo un problema di facile soluzione, anche considerando che i soldi sporchi hanno una viscosità elevatissima per cui una parte rimane facilmente attaccata ai diversi intermediari…

D'altra parte è lecito mettere alla gogna, processare e condannare dirigenti di altissimo livello delle nostre aziende leader, rei di aver agito nell'unico modo possibile, nell'interesse delle aziende ma soprattutto in quello strategico della nazione e, con tutta probabilità, secondo le direttive del governo ?

I procedimenti relativi ad Iraq e Kazakistan sono stati archiviati per insufficienza di indizi.

Nel processo Saipem-Eni per una presunta tangente di 197 milioni di dollari per una concessione in Algeria la Cassazione in secondo grado, il 14 gennaio 2020, ha sentenziato che “il fatto non sussiste”.

È recentemente arrivato alla sentenza di appello dopo 72 udienze e quasi tre anni, uno spreco enorme di energie e di quattrini, il processo Eni-Shell, relativo ad una presunta tangente di 1 miliardo e 92 milioni di dollari, la regina di tutte le tangenti, per una concessione in Nigeria. Dopo addirittura l'intervento del ministro degli Esteri di Putin a favore di un coimputato russo, la Corte, contraddicendo tutte le risultanze processuali ed altri procedimenti paralleli, ha sentenziato che non è esistita alcuna tangente ed ha anch'essa assolto tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”.

Giusta, a parere di chi scrive la sostanza, totalmente assurdo il sistema per ottenere il risultato; nel già citato articolo scrivevo:
Forse, quanto meno in via provvisoria e in mancanza di senso della misura da parte degli inquirenti, si potrebbe e dovrebbe ricorrere al segreto di stato anche se, così facendo, si scatenerebbero le interessate proteste di una vasta serie di politici attenti soprattutto al piccolo orticello dei loro interessi elettorali.

Franco Isman





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  21 marzo 2021