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L'invasione della Iugoslavia
6 aprile 1941
Franco Isman

Museo militare di Belgrado: "crimini degli italiani in Slovenia"
Il campo-tendopoli di Arbe (cliccare per un'altra foto di Arbe)

Ottant'anni fa, il 6 aprile 1941, la Germania nazista e l'Italia di Mussolini attaccarono proditoriamente ed invasero la Iugoslavia, senza neppure una dichiarazione formale di guerra.
L'11 aprile le truppe italiane entrarono in Lubiana e la Slovenia fu dichiarata provincia dell'italico regno.

Il 13 luglio 1942 Mussolini dichiarava “Sono convinto che al terrore dei partigiani si deve rispondere col ferro e col fuoco. Deve cessare il luogo comune che dipinge gli italiani come sentimentali incapaci di essere duri quando occorre... è cominciato un nuovo ciclo che fa vedere gli italiani come gente disposta a tutto” e i suoi generali si adeguarono.
“Individuo malato=individuo che sta tranquillo...” scriveva il generale Gastone Gambara, mentre il suo superiore, il generale Mario Robotti, protestava con i subordinati che “si uccide troppo poco” ed il comandante in capo, il generale di corpo d'armata Mario Roatta scriveva “Il trattamento da fare ai partigiani non deve essere sintetizzato dalla formula: “dente per dente” ma bensì da quella “testa per dente”.

Così durante l'occupazione gli italiani, esercito e milizia fascista, per combattere la resistenza partigiana, commisero ogni sorta di atrocità nei confronti della popolazione civile, specie delle campagne, con molte centinaia di villaggi rasi al suolo, migliaia di uomini fucilati e donne e bambini deportati; nel solo campo dell'isola di Arbe, alloggiati per tutto l'inverno 1941-42 sotto le tende, duemila prigionieri morirono di malattia e di stenti.
La prima foto in apertura, che documenta una di queste stragi, è tratta dal Museo militare di Belgrado e viene spesso spacciata come morti italiani recuperati dalle foibe.

Franco Isman
(Tratto da un articolo precedente)


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  6 aprile 2021