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a cura di Fr.I. - 21 settembre 2013

Le grandi navi a San Marco, proprio indispensabile?
Anche 12 passaggi al giorno, con immani rischi comunque in agguato. Proteste e proposte, "vertici" e multe.
Fulvia Palacino su artemagazine.it


La prua della “Msc Divina” vista da via Garibaldi, nel sestiere di Castello, a Venezia.

«Con l'ignobile sfilata delle 13 navi dentro la Laguna di Venezia si celebra l'eterno funerale delle bellezze del mondo», scrive Adriano Celentano. Per dire la sua riguardo il passaggio delle navi crociera nel Bacino San Marco, il cantante italiano ha comprato l'intera pagina di un quotidiano nazionale. Sono anni ormai che questi “giganti” di stazza molto superiore alle 40 mila tonnellate – limite non superabile secondo il decreto Clini-Passera del 2012, che permette la rotta ma ne determina le regole – sfiorano la parte storica della Serenissima; ma il 21 settembre è stato un giorno particolare, visto che nell'arco di 24 ore, 18 navi, di cui 11 grandi da crociera, hanno solcato le acque del Bacino di San Marco e del canale della Giudecca; andata e ritorno, 36 passaggi davanti a Palazzo Ducale.

Perché. «In questi giorni di settembre, c'è il cambio di calendario delle crociere», dice Alberto Pietrocola, ufficiale capo della sezione tecnica della Capitaneria di Porto di Venezia, «così si determina una congestione di traffico straordinaria. Certo, in porto non c'è spazio per 12 navi. Ma, tra arrivi e partenze, saranno almeno 12 nell'arco di 24 ore, da sabato a domenica».

Alcuni dei manifestanti del comitato “No grandi navi” Alcuni dei manifestanti del comitato “No grandi navi”
Alcuni dei manifestanti del comitato “No grandi navi” durante la protesta.

La protesta. Per questo il comitato “No grandi navi” ha organizzato una manifestazione alle Zattere, tratto di riva sulla Giudecca. Due gli obiettivi: quello più a lungo termine, è di eliminare il traffico delle navi che non rispettano il decreto Clini-Passera; il più immediato, di bloccare l'uscita di almeno un gigante dalla banchina. Molti manifestanti si sono tuffati, paralizzando il traffico nel bacino, tanto da far intervenire la polizia.

No grandi navi. «In Laguna passano navi di stazza superiore alle 100 mila tonnellate, lunghe oltre 300 metri», dice Silvio Testa, portavoce del movimento. «Noi chiediamo che siano ammesse soltanto quelle compatibili. La manifestazione è andata bene». Al centro del canale si vedeva un cerchio di gonfiabili e di salvagente, sul quale era issata una bandiera con le insegne del comitato. Ma solidali sembrano anche numerose autorità, pur di diverso orientamento politico: «È l'ora delle decisioni, uno stop immediato al passaggio di queste navi», dice il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, centrosinistra, «è una schifezza immonda» gli fa eco il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia.

Una nave da crociera, a Venezia, transita nel Bacino di San Marco: eccone la mole, dal Canal Grande.
Una nave da crociera, a Venezia, transita nel Bacino di San Marco: eccone la mole, dal Canal Grande.

I rischi per il patrimonio.Anche se sono scortate da rimorchiatori, il rischio di incidenti, per “grandi navi” come queste, è sempre in agguato: lo dimostra quanto è accaduto, il 7 maggio 2013, alla “Jolly nero” nel Porto di Livorno: a così poca distanza da monumenti unici al mondo, avrebbe esiti disastrosi e irreparabili. La “Jolly nero” stazza 40 mila tonnellate, è lunga 240 metri; una delle tante che passano nel Bacino di San Marco, per poi immettersi nel Canale della Giudecca (o viceversa), la “Msc Divina”, di tonnellate ne stazza 137 mila, è lunga 333 metri, e alta 66: due terzi del campanile di San Marco (99 metri), assai di più del gotico Palazzo Ducale e di tutti gli altri edifici, assai più bassi, che affacciano sulla Riva degli Schiavoni; nessun palazzo è alto 15 piani, come uno di questi “giganti del mare”. E nel passato, di incidenti, per fortuna non troppo gravi, da queste parti ve n'è stato più d'uno: nel 1976 e 1980, due navi sono penetrate, con la prua, per tre metri nella riva; un'altra si è incagliata, nel 2004, nel bacino, mandando “in tilt” per un'ora i trasporti pubblici; nel 2011, una collisione alla bocca di porto del Lido. E, per favore, non pensiamo all'isola del Giglio, al comandante Francesco Schettino, e alla sua “Costa Concordia”: qui gli “inchini”, almeno si spera, non potrebbero proprio accadere. Per non parlare dei terribili effetti di “fuori scala” che questi passaggi producono sul panorama veneziano: non sarebbe degno di cure migliori e maggiori attenzioni?

Un po' di dati. Nel 2010 a Venezia ci sono stati 629 approdi di navi da crociera, 661 nel 2012, e, nel 2013, il traffico è in aumento del 2,5%, il 500% in più se paragonato a 15 anni fa. D'altro canto, il “business” della stazione marittima dà lavoro a 5 mila occupati, e sono 200 le imprese interessate. Non è invece ancora del tutto chiaro quanto questi croceristi apportino alle casse veneziane; ma qualcosa pur spendono anche loro.

La “Msn Magnifica” in bacino, nel 2011: l'effetto di “fuori scala” si commenta da solo.
La “Msn Magnifica” in bacino, nel 2011: l'effetto di “fuori scala” si commenta da solo.

Soluzioni alternative. C'è chi propone l'apertura di un canale supplementare a quello della Giudecca, per un costo di 100 milioni di euro; chi lo scavo di un nuovo canale per portare le navi a Marghera, ma i costi aumenterebbero ancora, e le infrastrutture della stazione marittima di Venezia, 400 milioni di euro, andrebbero sprecate; con esse, innegabilmente, una parte del “business” per la città lagunare.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi.
Il vertice. Per cercare una soluzione, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha convocato una riunione a Palazzo Chigi per il 1 ottobre 2013, con il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi e quello dell'Ambiente Andrea Orlando. L'obiettivo è di arrivare a una decisione definitiva: «Tutti concordiamo sul dare applicazione al decreto Clini-Passera», dice Lupi, «per cui le grandi navi non passeranno più dal canale della Giudecca e dal bacino di San Marco». Ma il portavoce di chi ha organizzato la mobilitazione, Testa, non si accontenta delle soluzioni proposte, e non si fida: «Lo slogan gridato sabato in riva delle Zattere non era soltanto “fuori le navi dalla Giudecca e da San Marco”, bensì “fuori le navi dalla Laguna”, cioè dall'intero ecosistema, con il quale non sono compatibili. Se il Governo e le istituzioni le leveranno da qui per spostarle altrove in Laguna, sarà sempre un obbrobrio. E se il 1 ottobre saranno ascoltate tutte le parti, che sentano anche noi: se ci saranno gli armatori, non si capisce perché non debba esserci anche una rappresentanza dei cittadini».

Assurdità. Ad ogni manifestante, il tuffo rischia di costare 2 mila euro di multa per divieto di balneazione, per un totale di 100 mila euro. «Se arriveranno queste multe», dice Marco Baravalle, uno dei leader della protesta, «come prima cosa faremo ricorso, e nessuno di noi verrà lasciato solo». Comunque, «sul piano politico sarebbe assurdo multare i manifestanti di un'iniziativa pacifica come è stata quella di sabato», continua Baravalle, «considerando che illegali sono le navi da crociera oltre le 40 mila tonnellate che quotidianamente passano per San Marco quando c'è un decreto che glielo impedisce. E invece di bloccarle, si preferisce multare chi si batte per impedirne il transito».

Venezia Terminal Passeggeri. È la società privata che gestisce la stazione marittima e, a proposito delle proteste, parla di una campagna mistificatoria e ideologica, portata avanti da un gruppo di ambientalisti che strumentalizza la vicenda dell'isola del Giglio, e non coglie la ricaduta economica di ciò che chiede: «Zero rischi, poco inquinamento e tanti soldi, se c'è un problema è la bellezza del mondo, come dice Celentano, ma ci si può lavorare», dice l'amministratore delegato della società.

Soltanto? «Abbiamo lavorato per individuare soluzioni al problema estetico, perché soltanto di questo si tratta. L'impatto ambientale è ridottissimo e anche sulla sicurezza siamo tranquilli, visto che abbiamo due rimorchiatori che accompagnano la nave e due piloti che assistono il comandante nelle manovre». Ma, anche ammettendo che il problema sia estetico, è giusto dire «soltanto»?



  21 settembre 2013