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Questa non è una riforma, è una controriforma
Mario Giarrusso su beppegrillo.it

5 stelle

Noi dobbiamo avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: questa è una controriforma, non è una riforma costituzionale. Questo è un arretramento della sovranità popolare, con una retrocessione brutale del potere elettivo del Senato dai cittadini alle caste locali, già falcidiate da ogni tipo di magistratura contabile e penale. Ebbene, questo che ci accingiamo a votare e ad esaminare articolo per articolo è un macigno; non un sasso. E' un macigno che viene scagliato sull'autostrada della democrazia e che può far deragliare il nostro Paese e la nostra democrazia.

Questo è il pericolo che noi corriamo e dobbiamo avere il coraggio di dirlo, di dirlo adesso, di dirlo oggi. Qualcuno ha evocato la P2 e il piano di rinascita democratica. Bisogna però avere la memoria lunga: semplicemente, la P2 riprendeva i temi che hanno continuato a interessare una parte del nostro Paese dal 1946 ad oggi, quella parte che non ha mai accettato compiutamente la democrazia e che ha sempre riproposto dei limiti alla sovranità popolare.
Stavolta però il potere nasconde la sua faccia feroce, non si presenta con il viso di Pavolini o di Farinacci, ma con le icone, buone per un presepe televisivo, rassicuranti, che mai qualcuno penserebbe essere inviate per sottrarre ai cittadini la sovranità e la democrazia in questo Paese. Noi la chiamiamo controriforma e siamo legittimati a farlo perché siamo stati mandati dai cittadini, come Movimento 5 Stelle, per fare le riforme e da un anno a questa parte siamo stati sempre pronti a fare quelle riforme. Le riforme che i cittadini ci chiedevano, semplici, chiare, comprensibili a tutti: una riduzione del numero dei parlamentari di entrambe le Camere, in modo tale che non si sarebbe alterato l'equilibrio dei poteri come fa invece questa controriforma, concentrando o sottomettendo al potere esecutivo tutti i poteri che sono tipici di una democrazia.

Questa non è una legge come tutte le altre: è una legge costituzionale. Non sarà facile rimediare ai disastri che questa legge potrà causare. Non potrà intervenire la Corte costituzionale. I poteri saranno alterati. Una volta che avremo messo in mano al capo della maggioranza, al Presidente del Consiglio, il controllo degli altri poteri di questo Paese, sarà difficile tornare indietro.


  22 luglio 2014