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6 luglio 2015


Grecia e Europa

Grecia, la dignità ha sconfitto la paura
Paolo Flores d'Arcais su Micromega

La finanza tossica internazionale e il cancelliere tedesco hanno cercato di rovesciare il governo democratico greco. Questa era la reale posta in gioco del referendum. Sono stati sconfitti. Volevano rovesciare Tsipras per dare una lezione anticipata ai democratici spagnoli che a novembre forse troveranno il coraggio di scegliere con Podemos una strada di democrazia coerente.

Quanto tentato dai finanzieri e dalla signora Merkel si chiama, se vogliano evitare eufemismi, un tentativo di golpe bianco. Una maggioranza di greci dalle dimensioni inaspettate lo ha sventato col suo OXI, la dignità ha sconfitto la paura. Da domani, inutile farsi illusioni, il tentativo di assoggettare irreversibilmente l'Europa ai croupier del gioco di borsa riprenderà in piena sintonia con la maggior parte dei governi e con le istituzioni comunitarie. Vedremo fino a che punto si allineerà anche il governo francese del "socialista" inconsistente Hollande. 

Dopo la vittoria della democrazia greca alcune cose sono comunque definitivamente chiare. È del tutto insensato continuare con l'omelia dei Delors, Habermas e Cohn-Bendit secondo cui il problema è il deficit di legittimazione democratica delle istituzioni europee. Se il parlamento di Strasburgo avesse i poteri della Camera dei comuni, del Bundestag o dell'Assemblea Nazionale, ad avere la fiducia e governare l'Europa nella pienezza dei poteri sarebbe oggi la destra più becera e autoritaria. A dimostrazione che la democrazia non si riduce e non coincide con libere elezioni. Queste ultime sono un irrinunciabile strumento della vita democratica, ma come fin troppe volte è stato dimostrato nelle vicende storiche, il suffragio può servire anche a sopprimere la democrazia.

Istituzioni democratiche possono nascere in Europa solo a partire da una Costituzione che fissi i diritti imprescrittibili di ogni cittadino, che nessuna maggioranza può schiacciare, e che non possono ridursi a quelli della tradizione liberale classica, e meno che mai a quelli liberisti, ma devono comprendere inalienabili diritti sociali, sindacali, ecologici, "roosveltiani", incompatibili con la sovranità del mondo finanziario.

Senza un accordo preliminare su tali valori l'Europa non è una conquista da difendere ma un fallimento da archiviare al più presto studiando la via della dissoluzione della comunità la meno tragica possibile (e non sarà facile).

Tsipras ha intanto il dovere di fare "qualcosa di sinistra" che pure aveva promesso. Non ci sono tracce di una lotta spietata alla grande evasione fiscale, agli indecenti privilegi degli armatori, alle micidiali sperequazioni tra i quartieri dorati del lusso più sfrenato e una povertà che talvolta ha scene da immediato dopoguerra. Solo una politica di grande redistribuzione delle ricchezze può salvare l'Europa, e la Grecia per prima.



Grecia, vince il«no» 61,3%). Tsipras: ora accordo per uscire dall'austerity
Michela Finizio su Il Sole24Ore

I risultati definitivi del referendum greco, diffusi dal ministero dell'Interno di Atene, confermano sostanzialmente i dati parziali: nelle 19.159 sezioni (il 100%) i no si attestano al 61,31% (3.558.450 voti) e i sì al 38,69% (2.245.537 voti). Hanno partecipato al voto 6.161.140 cittadini, pari al 62,5% degli aventi diritto.
Alexîs Tsipras, attorno alle 23, ha commentato l'esito della consultazione. «Ora chiediamo un accordo per uscire dall'austerity. Vogliamo un'Europa della solidarietà», sono state le sue prime parole. «I greci - ha detto - non hanno detto sì o no all'Europa. Vogliamo un piano credibile e sostenibile con la Commissione Ue. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa, che cambierà il dibattito in Europa». E ha continuato: «La Grecia da domani vuole sedersi di nuovo al tavolo delle trattative: vogliamo continuarle con un programma reale di riforme ma con giustizia sociale e dobbiamo “riarticolare” la questione del debito».

Il premier ellenico ha confermato che Atene tornerà subito al tavolo delle trattative, con priorità la riabilitazione del sistema bancario: «La Bce deve tenere presente la situazione umana e sociale del nostro Paese, noi vorremo continuare le trattative proponendo delle reali riforme, sempre con il criterio della giustizia sociale, e spostare il peso dalla parte dei più forti e non dei più deboli». Tsipras ha aggiunto: «Sul tavolo negoziale dovrà poi esserci anche la questione del debito, specie dopo il rapporto del Fmi nel quale si dice che occorre riarticolare la questione del debito, perche ci sia un'uscita dalla crisi non solo per la Grecia ma anche per l'Europa».
«Occorre formare un forte fronte nazionale per trovare una soluzione», ha concluso Tsipras, che in precedenza aveva detto che avrebbe chiesto al Presidente della Repubblica di convocare per lunedì mattina un incontro dei leader dei partiti politici greci. «Dobbiamo subito andare avanti - ha detto Tsipras al presidente Prokopis Pavlopoulos - Dobbiamo creare un forte fronte nazionale per ricercare una soluzione immediata».
Merkel e Holland chiedono Eurosummit
In tarda serata il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese François Hollande hanno fatto sapere che vorrebbero che un vertice dei Capi di Stato e di governo dell'Eurozona sulla Grecia avesse luogo già martedì. A renderlo noto fonti governative tedesche, precisando che in un colloquio telefonico i due dirigenti si sono detti «d'accordo sulla necessità di rispettare il voto dei greci». La richiesta di convocazione della riunione è stata accolta dal presidente del consiglio europeo, Donald Tusk che ha scritto su twitter che l'Eurosummit si terrà martedì prossimo alle ore 18.


  6 luglio 2015