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sulla stampa
4 marzo 2017



Una finta circolare in classe per rievocare le leggi razziali
La simulazione delle classi terze della media “Sandro Pertini”
Gloria Pozzo su La Stampa VERCELLI


«A partire da oggi, con effetto immediato, gli alunni con entrambi o anche solo un genitore di origine non italiana seguiranno le lezioni scolastiche in un'aula diversa rispetto a quella del resto della classe». Recita così la finta circolare del Ministero letta in cinque classi terze della scuola media «Pertini». La direttiva aggiunge che per i ragazzi in questione, una ventina in tutto, l'esame di fine anno avrà due prove in più, per dimostrare la conoscenza della lingua e della cultura italiana. Niente di vero, naturalmente. Si tratta di una simulazione, inserita nel percorso didattico che le insegnanti della scuola hanno scelto per accompagnare gli alunni dalla Giornata della Memoria alla Giornata dei Giusti del 6 marzo.  
 
Solo i ragazzi stranieri sono stati avvisati e preparati per tempo alla messa in scena, e hanno «recitato» alla perfezione la parte. Per gli altri, alla lettura della circolare, si è scatenato il pandemonio: in una classe i compagni hanno impedito ai loro amici di uscire dall'aula, in altre hanno voluto accompagnarli nell'aula della «segregazione». I più intraprendenti si sono fatti dare il numero di telefono della preside, quel giorno a casa ammalata, e l'hanno chiamata per protestare. Altri hanno preteso di scrivere una lettera al Ministero, spiegando quanto fosse ingiusta una direttiva del genere. Erano pronti a scendere in piazza, a contattare le altre scuole per un'azione più corale, a coinvolgere i genitori. Tra indignazione e qualche lacrima, le reazioni sono state diverse, ma nessuno è rimasto indifferente. «La simulazione - spiegano le insegnanti Patrizia Pomati e Carolina Vergerio - è durata il tempo necessario a far elaborare ai ragazzi le emozioni provate». Allo svelamento sono stati invitati a descriverle su post it colorati.  

  4 marzo 2017