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9 marzo 2019



Blackout in Venezuela, Maduro accusa l'opposizione: "Sabotaggio"
La fornitura di energia elettrica si è interrotta a Caracas ed in buona parte del Paese. Scuole e uffici chiusi per ripristinare il servizio. Il governo punta il dito contro gli Usa: "Guerra elettrica". Pompeo: "Incompetenza del regime"
su Repubblica


CARACAS - Nel pomeriggio di giovedì 7 marzo in diverse zone del Venezuela c'è stato un lungo blackout elettrico, che ha ritardato il traffico aereo verso la capitale e costretto molte persone a tornare a casa a piedi dal lavoro. Per alcune ore, dal pomeriggio fino alla sera, si è bruscamente interrotta la fornitura di energia a Caracas ed in buona parte del Paese, e si sono bloccate anche le linee telefoniche e Internet.

Venerdì il governo ha "sospeso le attività lavorative e di istruzione" in tutto il Paese per facilitare la restituzione del servizio elettrico, che ha attribuito ad una "azione di sabotaggio".

Il presidente Nicolas Maduro ha accusato l'opposizione di essere responsabile del blackout: l'interruzione della corrente elettrica sarebbe un boicottaggio, ha detto, la prova dell"l'imperialismo americano": è la "guerra elettrica annunciata e diretta dall'imperialismo americano contro il nostro popolo", ha scritto su Twitter.

La guerra eléctrica anunciada y dirigida por el imperialismo estadounidense en contra de nuestro pueblo será derrotada. Nada ni nadie podrá vencer al pueblo de Bolívar y Chávez. ¡Máxima unidad de los patriotas!

Il  segretario di Stato americano Mike Pompeo ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'accaduto: "La mancanza di elettricità e la devastazione stanno colpendo i venezuelani non a causa degli Stati Uniti. La mancanza di elettricità e di generi alimentari sono il risultato dell'incompetenza del regime di Maduro".

Secondo il presidente ad interim venezuelano, Juan Guaidò, tutti i 23 stati del Paese tranne uno sono stati colpiti dal blackout e Caracas è rimasta senza luce per sei ore. "Questo blackout - ha accusato Guaidò - è la prova dell'inefficienza dell'usurpatore".

Dal canto suo, il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, ha parlato di "un brutale sabotaggio" che ha coinvolto 10 stati e ha accusato il senatore americano di origine cubana, Marco Rubio, di essere coinvolto in quanto accaduto, avendo "previsto" il blackout prima che avvenisse. "Le mie scuse al popolo venezuelano. Devo aver premuto qualcosa di sbagliato - ha ironizzato - sulla app 'attacco elettronico' che ho scaricato su Apple. Colpa mia".



Venezuela ancora al buio,
13 persone muoiono in ospedale
su Opinione.it

Doveva essere la giornata della sfida di piazza fra il presidente Nicolas Maduro e il leader dell'opposizione Juan Guaidò, ma anche il duro scontro politico e istituzionale è passato in secondo piano, spiazzato dal disastroso impatto del blackout che paralizza gran parte del sistema elettrico del Venezuela da giovedì scorso. Con conseguenze drammatiche: almeno 13 i morti accertati in un solo ospedale per i macchinari resi inutilizzabili senza corrente.

La luce è andata via giovedì pomeriggio e nella tarda mattinata di sabato la situazione non risultava sostanzialmente migliorata. Anzi, molte zone nelle quali l'elettricità era tornata per poche ore, sono ripiombate nel buio. Le conseguenze del blackout sono state brutali: secondo l'associazione Netblock, nella mattinata di sabato il 96% del Venezuela risultava offline. La metropolitana di Caracas è rimasta chiusa per il secondo giorno consecutivo e circa 800 passeggeri hanno dovuto dormire al buio all'aeroporto di Maiquetia. Il “megapagòn”, come è già è stato battezzato, ha avuto ricadute drammatiche in vari settori, dall'erogazione dell'acqua, compromessa dal blocco delle pompe elettriche, agli ospedali, dove l'elettricità è necessaria in modo costante. Il ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez, ha detto che l'interruzione dell'elettricità non ha causato vittime, perché il governo aveva provvisto ogni struttura sanitaria di un generatore autonomo. Ma su Twitter un medico dell'Ospedale Manuel Nunez Tovar di Maturin, Julio Castro, ha pubblicato il bilancio di 13 decessi dovuti al blackout solamente nella sua struttura, che non dispone di un generatore. Il governo attribuisce la responsabilità del blackout a un attacco “fisico e cibernetico” al cervello del sistema della centrale idroelettrica di Guri, la principale del Paese, come ha indicato il ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez, che ha accusato Guaidò e il senatore repubblicano Usa Marco Rubio di aver organizzato “l'aggressione imperialista”, in base ai tweet con i quali hanno commentato l'avvenimento.

Per l'opposizione, il chavismo dissidente e tecnici del settore elettrico, invece, il blackout iniziato giovedì in Venezuela - il più lungo ed esteso che si ricordi nel Paese - è solo un episodio particolarmente acuto in un processo di deterioramento della rete elettrica che va avanti da oltre un decennio. Bloccati in mezzo a questo dialogo tra sordi, i venezuelani si trovano in una situazione di caos, senza un vero governo - Maduro non è stato visto in pubblico da prima del blackout - senza luce, con poco trasporto e poca acqua e il cibo che marcisce. Diosdado Cabello, presidente dell'Assemblea Costituente e numero due del partito di governo, Psuv, ha assicurato nel pomeriggio di sabato che “per fortuna siamo riusciti a ristabilire il servizio elettrico nel 70% del Paese”, ma ha dovuto ammettere che molte volte la “stabilizzazione” del sistema comporta problemi nella continuità del servizio. In molti quartieri di Caracas, era questa la situazione al pomeriggio del sabato, quando si affrontavano in piazza i pro Maduro e i pro Guaidò: elettricità intermittente, scarsità dell'acqua, trasporto difficile, pompe di benzina chiuse, commercio paralizzato dalla mancanza di pagamento elettronico, l'unico possibile in un Paese con una iperinflazione come quella venezuelana, ogni attività sospesa fino a nuovo ordine.


  9 marzo 2019