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MEDIO ORIENTE
I rischi di un'invasione israeliana di Gaza
Pierre Haski, France Inter, Franciasu eunews.it su INTERNAZIONALE


Sa'ad, Israele 10 ottobre 2023. Soldati al confine con la Striscia di Gaza.
(Ilia Yefimovich, Picture-Alliance/Dpa/Ap/LaPresse)

Dall'8 ottobre l'aviazione israeliana bombarda incessantemente centinaia di obiettivi nella Striscia di Gaza, mentre i riservisti sono richiamati in vista di quella che sarà senza dubbio una vasta operazione sul campo nei territori palestinesi. L'obiettivo dichiarato è distruggere le infrastrutture militari che hanno permesso ad Hamas di colpire Israele, e se possibile eliminare il movimento.

Parte della reazione israeliana è dettata dalla brutalità senza precedenti di ciò che è successo. L'opinione pubblica del paese non accetterebbe che dopo i catastrofici fallimenti l'esercito non facesse pagare un prezzo alto ai palestinesi di Gaza.

Ma se l'obiettivo politico è cancellare il movimento terrorista, emergono diversi dubbi su quanto sia possibile farlo. I leader israeliani sembrano infatti avere a disposizione solo pessime alternative, e gli interrogativi sono numerosi.
Il primo riguarda il costo umano di un'operazione di terra, che rischia di essere troppo alto. Nella Striscia di Gaza, popolata da due milioni di persone, ci sarà sicuramente un numero enorme di vittime su entrambi i fronti. Hamas aspetta gli israeliani in ogni vicolo, in ogni tunnel, in ogni scantinato.

La superiorità militare di Israele gli permetterà certamente di distruggere buona parte delle infrastrutture di Hamas, dalle fabbriche dei razzi che piovono sulle città del paese ai tunnel verso l'Egitto o Israele, usati da Hamas per comunicare con l'esterno, fino agli arsenali del movimento.

Più difficile sarà catturare i leader del movimento islamista, in particolare Mohamed Deif, temibile capo del braccio militare Ezzedine al Qassam. Deif, il cervello dell'operazione “diluvio di Al Aqsa” scatenata il 7 ottobre, è diventato “un dio tra i giovani palestinesi”, come ha spiegato un professore di Gaza citato il 9 ottobre dal Financial Times. Di sicuro Deif ha preparato le sue difese, dunque trovarlo all'interno di questo dedalo urbano (vivo o morto) non sarà affatto facile.

Israele potrà ritenere di aver raggiunto l'obiettivo se catturerà Deif? Tutto dipende da cosa s'intende per “cancellare Hamas”. In passato Israele ha più volte ucciso i leader dei gruppi terroristici, senza però mai riuscire a cancellare le organizzazioni. A Gaza il rischio è doppio. Da una parte quello di un costo troppo alto sia per i militari israeliani sia per i civili palestinesi, in cambio di un risultato che non sarà decisivo; dall'altra quello di una vittoria che creerebbe nuovi problemi.

Cosa fare della Striscia una volta eliminato Hamas, per quanto temporaneamente? Israele ha già vissuto l'esperienza dell'occupazione di Gaza e non conserva buoni ricordi. Una nuova occupazione non è sicuramente nei desideri dei militari. Ma davvero si possono lasciare due milioni di persone in stato di abbandono? Significherebbe rischiare di far emergere qualcosa di ancor più pericoloso di Hamas dal punto di vista di Israele.

Nel 1957 David Ben Gurion, fondatore dello stato ebraico, sosteneva che la Striscia di Gaza fosse “un grattacapo per chiunque: che sia governata da Israele, dall'Onu con Israele o dall'Onu senza Israele”. Sono passati 66 anni, ma forse la situazione non è poi così diversa.

  10 ottobre 2023