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La strage all'ospedale di Gaza…
Diana Santini su radiopopolare.it


fotogramma ingrandito del filmato

Joe Biden è ripartito poco fa da Tel Aviv con il suo segretario di stato Antony Blinken. In questi giorni gli Stati Uniti hanno messo in campo un notevole sforzo diplomatico, i cui risultati sono però ancora poco chiari. Di sicuro Biden è arrivato nella Regione in un momento molto delicato, forse il più delicato, di questa guerra: poche ore dopo l'attacco contro l'ospedale Al-Ahli di Gaza City che ha fatto centinaia di morti.

A quasi 24 ore dalla strage dell'ospedale battista di Al Ahli di Gaza l'unica certezza sono i morti, famiglie in fuga dai bombardamenti incessanti che avevano cercato rifugio in quello che speravano essere un luogo sicuro. Del momento dell'esplosione non esistono immagini ravvicinate. Solo un video, girato da molto lontano, postato in rete, rilanciato nella notte da Al Jazeera, e poi geolocalizzato da CNN: si vedono una decina di razzi solcare il cielo, nel buio di Gaza sotto assedio, poi dopo un paio di secondi un lampo, infine la deflagrazione al livello del terreno. E poi ancora una esplosione più piccola, nel punto in cui presumibilmente è partita la salva dei razzi.
Le versioni ufficiali e contrapposte sulla paternità della strage sono due: quella israeliana, che attribuisce l'esplosione alla caduta per malfunzionamento di un razzo sparato dalla Jihad islamica. A sostegno di questa tesi Tel Aviv cita: il fatto che è già accaduto, almeno 450 volte dall'inizio delle ostilità, che razzi sparati da Gaza sbagliassero bersaglio. Il fatto che l'esplosione non abbia prodotto cratere, il che escluderebbe gli ordigni più comunemente usati da Israele, che scoppiano al suolo. L'assenza di danni agli edifici dell'ospedale. Infine oggi il ministero della difesa israeliano ha diffuso l'audio di una conversazione tra due persone, definite membri della Jihad, che ammettono l'errore di lancio. Verificare l'autenticità di quest'ultimo documento è al momento impossibile.
Jihad islamica e Hamas sostengono invece si sia trattato di un missile sparato da Israele e sottolineano: il fatto che lo stesso ospedale sia già stato colpito due volte nell'ultima settimana, per indurre la dirigenza dell'ospedale ad evacuare la struttura, come ha confermato il Vescovo anglicano di Gaza. Il fatto che il portavoce dell'esercito, l'ammiraglio Daniel Hagari, abbia confermato che nell'area era in corso, al momento dell'esplosione, un'operazione dell'esercito di Telaviv. Infine, il fatto che a pochi minuti dalla strage un portavoce di Netanyahu, Hananya Naftali, abbia di fatto ammesso la responsabilità dell'attacco, dicendo che “Israele ha attaccato una base di Hamas dentro a un ospedale e che molti terroristi sono morti”. Il tweet è stato poi rimosso. C'è, infine, una terza possibilità: che il razzo sia stato sparato da miliziani palestinesi, intercettato dall'aviazione israeliana e poi caduto nel parcheggio dell'ospedale. E' una possibilità, ma finché non saranno rinvenuti i detriti dell'ordigno più che ipotesi è impossibile fare.
“Le circostanze di questa catastrofe e le responsabilità rimangono oscure e dovranno essere indagate a fondo”, ha dichiarato al termine di una giornata di accuse incrociate l'inviato dell'Onu in Medioriente. Indagini difficili, in una striscia di terra in cui, in dieci giorni, sono stati ammazzati 17 giornalisti almeno. Quanto alla verità, in tempo di guerra, è stata ammazzata da un pezzo.


  18 ottobre 2023