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Il Piano Territoriale Provinciale  al bivio
Bisogna avere la massima attenzione
Alfredo Viganò



indice consumo di suolo dove la Brianza  è in testa

PTCP (Piano Territoriale di coordinamento provinciale) di Monza e Brianza. 
So che si sta discutendo in particolare la questione di Monza (grazie alla attenzione del Centro sinistra), delle aree agricole strategiche previste dal PGT vigente e che la Provincia inspiegabilmente e in contrasto con gli stessi obiettivi dichiarati (?) del Piano vuole invece tradurre in ambiti di interesse provinciale e quindi utilizzabili anche a fini edificatori senza neppure sapere per che necessità e perché.

C'è persino del ridicolo che porta a valutazioni anche di irregolarità e palese deformazione di finalità ed obiettivi. Infatti, per dirne una eclatante sulla serietà del provvedimento,  a proposito della Cascinazza, a pag. 661 del “Documento Tecnico di recepimento della verifica regionale” si scrive:  “Le aree sono pianificate come  di Trasformazione P04 e per la rimanete parte come TUC residenziale esistente e come aree agricole nello strumento urbanistico di riferimento al 31/3/2011 (variante generale al PGT vigente, adottata il 4/10/2011..”
Per chiarire: hanno preso come riferimento la Variante farlocca della Amministrazione Mariani mai approvata e non il PGT vigente senza accogliere le Osservazioni prodotte dalla nuova Amministrazione della Città . Un giochetto di sapore truffaldino che penso si dovrà portare anche in altre sedi per capirne le responsabilità tecniche e politiche.  

Una storia infinita quelle delle aree agricole di Monza  e in particolare della Cascinazza che ridiventa a rischio di compromissione. Storia infinita che il Comune ha vinto anche in tribunale e che si vuole fare rientrare dalla finestra o meglio dal tubo di scarico della Provincia.
Non sono in gioco bazzecole ma parecchie centinaia di ettari di aree inedificate lungo il Lambro e il Villoresi. Non c'è solo questo, dato che vengono previste anche varianti automatiche e semplificate per aggirare le osservazioni della Regione e consumare suolo sulla base dei vecchi strumenti urbanistici (Piani Regolatori approvati prima della legge 12 regionale). Un segnale davvero sconfortante di politiche contraddittorie.

Infatti abbiamo un PTCP che la stessa Regione ha pesantemente criticato su dati di fondo come quello del consumo di suolo e delle stesse aree agricole, ma anche sul fatto che il PTCP non si era neppure accorto che esistono le aree dismesse e che bisogna mettere mano alla riorganizzazione produttiva ed economica del territorio e su una normativa discrezionale e contraddittoria. Tutto in difformità degli stessi obiettivi del Piano Territoriale regionale (Expo). Ora siano alla fase finale per la sua approvazione e ricordo le critiche per cui il Centro sinistra votò giustamente contro. Oggi appare un panorama diverso dove talvolta non sempre il quadro politico è chiaro per finalità e obbiettivi e distinto dato che una parte del Centro destra vuole approvarlo ad ogni costo, una parte de Centro sinistra, che ha cambiato idea, vuole approvarlo ritenendolo il male minore (sic!) e sta garantendo il numero legale nelle votazioni in Provincia.

C'è persino chi, dimenticando le sue origini e le sue ragioni e idee, sostiene che la battaglia promossa a Monza da Città persone e poi da parte della sinistra è una battaglia “ideologica”  e non urbanistica e ambientale, prendendo il termine dalla propaganda di destra. Invece purtroppo il fatto è li, si tratta di rischiare un grave baratto che consente la compromissione di centinaia di ettari agricoli a Monza in funzione di una “cortesia” immobiliare con indirizzo “ad personam”, come si suole dire.

Per fortuna il Centro sinistra sta valutando il tutto, penso anche per una pausa di riflessione e per trovare una soluzione dato he questa scelta impedisce di fatto anche la partecipazione delle aree ai Parchi Sovracomunali previsti dalla stessa Amministrazione comunale di Monza oltre che dal PGT vigente. Giustamente perché le politiche urbanistiche, paesaggistiche ed ambientali hanno  riflesso  non certo indifferente sul futuro della Città e del territorio compresa la qualità di vita delle persone a tempi sia brevi che lunghi.

In tempo di crisi la buona pianificazione è ancora più necessaria perché non vengano sprecate risorse utili e compromesso il futuro. Le ultime amministrative hanno chiaramente indicato una strada. Rispettiamola.

Alfredo Viganò


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 22 giugno 2013