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Camillo Botticini Architects
Tania Marinoni



E' Camillo Botticini l'ospite del secondo incontro, che un ciclo di serate dedicate all'architettura inscena al Belvedere della Villa Reale. Andrea Meregalli, responsabile della commissione cultura, introduce la serata: un importante appuntamento all'interno dell'iniziativa realizzata in collaborazione con Triennale, Camera di Commercio e Caprotti Luce.

L'architetto, di chiara fama internazionale, accompagna un pubblico nutrito di spettatori in una riflessione organica sui progetti elaborati nell'ultimo decennio: ispirati dal concetto del site specific, celebrano quella sintonia che si instaura sempre tra architettura e condizioni di riferimento dei luoghi. Lo spazio contemporaneo si mostra nei tratti di un paesaggio profondamente mutato rispetto al suo originario significo e la comprensione della natura di queste nuove dimensioni, nella loro crescente complessità e contraddittorietà, sembra costituirsi quale moderna sfida per chi opera con le forme inedite del territorio. Il sito si prefigura come condizione generativa per un progetto che si propone come rivoluzionario e conferisce qualità al concetto di abitare. La dinamica tra realtà urbana e trasformazione dei luoghi costituisce lo sfondo per interrogare il tema della produzione edilizia e quella armonica del comparto architettonico, apprezzabile, negli interventi di Botticini, a diversi livelli di scala: da quella urbana a quella più contenuta ed intima di un ampliamento cimiteriale.

Shangai

Shangai ha offerto, con la trasformazione della sua vasta area di sei chilometri quadrati, l'occasione per sperimentare una tematica cardine dell'architettura italiana anni Ottanta, ormai rarissima alle nostre latitudini: la possibilità di lavorare simultaneamente alla trasformazione urbana e a quella architettonica. Il progetto ha interessato una superficie di grande rilievo morfologico e localizzativo: una parte, che rispecchia la pratica edificatoria cinese, è contraddistinta da un'elevata densità ed è scandita dall'iterazione dello stesso elemento; dall'altra si apre il mare. Il progetto proponeva, quindi, di tracciare una nuova linea costiera, riconquistando spazio verso l'acqua. Nel tentativo di creare una nuova centralità e interrogandosi sul senso contemporaneo di urbanità, si è immaginato uno spazio complesso: dialogano sinergicamente i modelli della città porosa e quello della città densa. L'intervento articola una sequenza di spazi dalla presenza pervasiva, dalla differente funzione e morfologia: luoghi dedicati alla sosta si accostano ad altri destinati allo sport e all'attività balneare. La piazza assume due volti quasi contrapposti, giustificati dalla relazione instauratasi con il contesto e il paesaggio: lo spazio aperto della stazione e di un centro congressi e quello invece chiuso da una barriera verso il mare. Un modello di stampo italiano si inserisce così nella classica urbanità cinese, popolata da edifici che svettano in altezza e si specchiano nella superficie del mare: luoghi dalla grande spettacolarizzazione, ma dalla scarsa relazione con gli oggetti limitrofi.

Assago

Ad Assago, l'idea green di un edificio- parco e una sorta di urbanità introversa realizzano un nuovo suolo naturale-artificiale, in un intervento di edilizia residenziale economica. Lo spazio si articola sulla base di un modulo abitativo estremamente flessibile, che, aggregandosi a quelli confinanti, può generare unità abitative per un diverso numero di fruitori. Il vetro, declinato nelle diverse dimensioni, caratterizza nel suo sviluppo verticale la texture vibrante dell'edificio. Una vetrata apre tutti i soggiorni verso il parco, mentre invece i locali di servizio hanno finestre più sottili. La differenziazione cromatica in alzato distingue e caratterizza superfici di edilizia popolare, resi riconoscibili con mezzi espressivi minimi, ma al contempo estremamente efficaci.

A Brescia l'intervento sul frammento di un parco, che dal nucleo antico si snoda fino ad una delle strade della prima circonvallazione, costituisce l'occasione per rivoluzionare le condizioni del contesto. Sempre a Brescia, il progetto per il nuovo centro natatorio che si staglia su una cornice collinare e si accosta ad un parco dalla connotazione, prima agricola, e poi urbana.

Selvino

A Selvino, località di villeggiatura alpina, ma che la prossimità con le realtà metropolitane lombarde ha caratterizzato con tipologie insediative molto simili a quelle dei piccoli centri contermini, si è compiuta una frattura nella monotonia paesaggistica. Il territorio, scandito dalla classica “villettopoli”, viene interrotto da un edificio differente nel taglio e nell'articolazione spaziale. Il progetto propone un sistema lineare molto semplice, che si differenzia dalla tipologia unifamiliare: piccoli bilocali offrono al piano terra la zona giorno, illuminata da una grande loggia, e a quota 3, invece, la zona notte.

Alps Villa

È con la presentazione di Alps Villa di Lumezzane che l'architetto Botticini si congeda dai suoi ascoltatori. Costruita nelle vicinanze di Passo del Cavallo, e collocata in un contesto straordinariamente intenso, vede la luce delle diverse ore del giorno giocare con i materiali di rivestimento - legno di abete e rame - traendone luminosità e colori sempre nuovi. La geometrica leggerezza delle linee, accentuata dalla levità della scala pedonale, è sottolineata dalle enormi finestre, attraverso le cui vetrate la luce, coprotagonista dell'edificio, si irradia negli interni. E le grandi vetrate lasciano intravedere il cielo, così “vicino”, in questa località montana, soprattutto durante le notti in cui appare vestito di stelle, visibili e chiare, lontano dalle luci artificiali della città.

Tania Marinoni


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  10.04.2016